L’improbabile eroe Mickey Barnes (Robert Pattinson) si ritrova nella particolare circostanza di prestare servizio ad un titolare che esige l’impegno definitivo sul lavoro… ovvero morire, per vivere. |
Bong Joon-ho è un nome che a chiunque sia almeno un minimo interessato al cinema e al mondo del cinema dovrebbe dire qualcosa. Il regista sudcoreano è infatti salito agli onori della cronaca soli cinque anni fa, quando con Parasite fece un vero e proprio exploit ai Premi Oscar, aggiudicandosi personalmente la statuetta di miglior regia, miglior film e di miglior sceneggiatura. Un’investitura importantissima per un autore che aveva già realizzato opere importantissime in patria, tra cui spicca Memories of Murder, e che aveva anche già provato a fare il grande passo con una sua prima produzione hollywodiana: Snowpiercer.
Tuttavia il film non fu il successo sperato, anche se rivalutato nel tempo (al punto da ricevere un sequel televisivo di cui Joon-ho è produttore esecutivo), e così Bong Joon-ho tornò in Corea, realizzando prima Okja – che con Mickey 17 ha molti punti di contatto – e poi la sua opera più importante, Parasite. Dopo il fenomeno Parasite, ecco che l’autore sudcoreano ci riprova, lanciandosi in una nuova produzione oltreoceano, stavolta nelle mani della Warner Bros., per adattare il romanzo sci-fi di Edward Ashton, Mickey7. Proprio 7, non 17. Questa differenza è stata infatti un’idea dello stesso Joon-ho, che ha potuto uccidere il sacrificabile Mickey altre 10 volte.
Our entire life is a punishment.
SACRIFICABILE
Nel 2054 sono di uso comune due particolari tecnologie: i viaggi spaziali e la clonazione umana, che avviene attraverso una curiosa stampa 3D organica, utilizzando un materiale che è una specie di meltinpot di rifiuti organici. Due tecnologie che combinate, e messe in mano come contentino a Kenneth Marshall (Mark Ruffalo), un’attualissima parodia del duo reggente alla Casa Bianca, costituiscono l’intero set up per un film di fantascienza, che utilizza l’espediente fantascientifico per sviscerare numerosi temi e fare una critica sociale verso questi, come Bong Joon-ho ha sempre fatto nelle sue opere.
Certamente il tutto ruota attorno alle classi sociali, fondamentali in Parasite come in Snowpiercer. Una tematica evidentemente a cuore per l’autore sudcoreano, visto che Mickey Barnes è un poveraccio, costretto dai debiti ad arruolarsi come “sacrificabile” all’interno della spedizione spaziale verso lo sconosciuto pianeta di Niflheim. Il suo ruolo è quello di venire utilizzato come cavia, spesso anche senza possibilità di sopravvivenza, per studiare situazioni di pericolo vitale, in modo da far progredire il più velocemente possibile le scoperte scientifiche, e permettere alla specie umana di stabilirsi in un pianeta nuovo.
Una questione che solleva non pochi dilemmi etici, in quanto Mickey perde ben presto la propria identità per divenire solo un numero, di cui ben presto si inizierà anche a perdere il conto. Mickey non è considerato un umano, bensì un cadavere da lanciare senza pietà e senza nemmeno un po’ di tatto in situazioni senza via d’uscita, anche dimenticandosi del fatto che Mickey si aggiorna ogni volta e conserva le memorie di tutti i Mickey precedenti, ricordandosi quindi di tutte le sue morti ogni volta. Una mancanza totale di rispetto verso la vita, che ha nella morte e nell’attesa di quest’ultima forse il suo vero senso.
MULTIPLI
Mickey 17 entra nel secondo atto quando, per errore, la diciassettesima versione di Mickey Barnes semplicemente… non muore. Lasciato agonizzante sotto le macerie dopo una fallimentare spedizione su Niflheim, Mickey fa qualcosa che non era previsto: sopravvive. Ovviamente gli altri esseri umani non si accertano nemmeno della sua effettiva morte prima di stampare la nuova versione: Mickey 18. Da qui Robert Pattinson si sdoppia e si prende totalmente la scena, proponendo sia l’introversa e timida versione di Mickey 17 che l’audace e spietato Mickey 18.
Uno “showcase” perfetto di tutte le abilità attoriali di Robert Pattinson, che spazia dallo psicopatico allo slapstick, con il regista che si diverte ad utilizzare il divo che ha come attore protagonista per farlo schiantare e contorcere in tutti i modi possibili, quasi come un pupazzo. Ovviamente ne giova la pellicola, che mette in campo tutte le qualità attoriali di Pattinson, elevate dalla sapiente regia di Joon-ho.
Anche la scelta di usare come protagonista la diciassettesima versione di Mickey, anziché la settima come nel libro, dà la possibilità al regista sudcoreano di giocare ancor di più con questo escamotage fantascientifico, spingendo sull’acceleratore parecchio dal punto di vista della commedia. Il risultato ne è una satira feroce ma sempre nascosta sotto diversi strati di surrealismo e comicità, senza dimenticarsi di infondere nello spettatore parecchi dilemmi etici e morali su cui meditare.
ALIENI
Altro punto cruciale di Mickey 17 è la critica al colonialismo. La spedizione umana, una volta giunta a Niflheim, prova in tutti i modi chiaramente a colonizzare il nuovo pianeta, che significa per forza, nella visione di Kenneth Marshall, sbarazzarsi della popolazione autoctona. Nella fattispecie su Niflheim vive una carinissima specie aliena, che non può non ricordare il supermaiale Okja, protagonista del commovente film del 2017. In comune tra Mickey 17 e Okja vi è infatti una profonda critica verso la spietatezza dell’essere umano, votato solo al consumismo e totalmente disinteressato verso qualsiasi cosa che non gli tocchi o che non siano frivolezze (come le salse).
Una tematica che è un leitmotiv nella visione artistica dell’autore, che continua a battersi proponendo con forza e convinzione le sue tematiche, riuscendole a ben inserire anche in un film come Mickey 17, che è in tutto e per tutto un blockbuster da major per campagna promozionale, production value e tipo di produzione in generale. Ben vengano film “commerciali” d’autore come Mickey 17, che cercano di aprire gli occhi al pubblico, facendoli pensare e meditare anche giorni dopo la visione del film, educandoli intanto alla qualità cinematografica.
Mickey 17 è un film che si inserisce per tematiche perfettamente nella filmografia di Bong Joon-ho, che ha riaffrontato il grande salto verso Hollywood dopo il grandissimo successo di Parasite, proponendo nuovamente un film più commerciale e rivolto al grande pubblico, con la speranza di far attecchire i propri messaggi umanitari di fondo. Si esalta Robert Pattinson, che dà sfoggio della sua bravura e della sua versatilità come attore, mentre la messa in scena e la regia di Joon-ho, che coordina il visivo e il sonoro anche grazie a una deliziosa colonna sonora, confezionano un’opera magari meno ambiziosa del suo film precedente, ma comunque attenta ad ogni dettaglio.
TITOLO ORIGINALE: Mickey 17 REGIA: Bong Joon-ho SCENEGGIATURA: Bong Joon-ho INTERPRETI: Robert Pattinson, Naomi Ackie, Steven Yeun, Mark Ruffalo, Toni Collette DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Pictures DURATA: 139′ ORIGINE: USA/UK, 2025 DATA DI USCITA: 06/03/2025 |