Daredevil: Born Again 1×03 – The Hollow of His HandTEMPO DI LETTURA 5 min

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Daredevil Born Again 1x03 Recensione Morte Hector Ayala White Tiger Tigre Bianca Punisher PunitoreDaredevil: Born Again, in Italia letteralmente Rinascita, omaggia un’omonima pietra a miliare della storia del fumetto che è stata tuttavia già parzialmente adattata nella terza stagione della precedente serie Netflix. Questo nuovo show targato Disney+ si basa, infatti, su run fumettistiche più recenti, passando da Charles Soule a Chip Zdarsky, distaccandosi nei personaggi e nei temi dalla serie originale pur rimanendoci legata. Una scelta più che vincente per un prodotto del tutto nuovo che sta in piedi sulle sue gambe, ma che riesce anche a beneficiare della preziosa eredità del gioiello di Netflix.
The Hollow of His Hand” consisteva inizialmente, insieme col precedente episodio – infatti entrambi diretti da Michael Cuesta -, l’incipit di questa prima stagione nei piani iniziali. Piani largamente rivisti dopo i famosi scioperi del 2023, di cui Kevin Feige ha approfittato per tirare le somme e aggiustare il tiro prima di fare l’ennesimo buco nell’acqua degli ultimi anni per i Marvel Studios. Qui entra in scena allora per la prima volta in una serie MCU la figura dello showrunner, con Dario Scardapane, già produttore e scrittore di The Punisher, che nel finale di puntata inizia ad essere sempre più vicino.

Hector Ayala:Luquillo is a beach near where I’m from in Puerto Rico. To me, it’s the most beautiful place on Earth. White sand, palm trees, and the Coquí, this little tree frog. Doesn’t croak. It sings its name. I laugh because… the tourists, man, they think it’s noisy and annoying but, to us boricuas, it’s a magical sound. And the Coquí, it mates for life, right? So every sunset, thousands of these frogs start calling out to their one and only love. It’s the music of the island.

PEOPLE vs. HECTOR AYALA


Una prima considerazione dopo solo tre puntate, su un paragone scontato e che ci sarà sempre tra Marvel’s Daredevil e Daredevil: Born Again, è che questa nuova iterazione del Diavolo di Hell’s Kitchen sembra approfondire maggiormente l’aspetto legal di Matt Murdock. Influisce certamente anche l’aver appeso la maschera al chiodo dopo la morte di Foggy Nelson, così come il fatto che proprio Foggy, che spesso sostituiva Matt in tribunale, non ci sia più. Tuttavia questa nuova dinamica giova alla serie, che riesce a sembrare più fresca e moderna, anche grazie alle sceneggiature brillanti e la sempre ottima interpretazione di Charlie Cox.
Il caso di Hector Ayala sembra essere infatti solo la punta di un iceberg che la Murdock & McDuffie stanno per scoverchiare. Un complotto degli agenti del dipartimento di polizia di New York, legati in qualche modo dal simbolo del Punitore che hanno come tatuaggio. Anche il processo non si rivela semplice, in quanto Nicky Torres – il testimone chiave -, portato a fatica a testimoniare, finisce per dichiarare il falso, mettendo alle strette Matt e il povero Hector Ayala, reo soltanto di esser capitato al posto sbagliato al momento sbagliato mentre provava a fare un’azione giusta.

IDENTITÀ SVELATA


Un sistema sporco e corrotto richiede delle contromisure, e lo sa bene Matt Murdock, che più e più volte è sceso a compromessi con la propria bussola morale per incastrare l’inattaccabile Wilson Fisk. L’avvocato cieco di Hell’s Kitchen sa che a volte non si riesce a far vincere la giustizia in tribunale, perché il sistema – di cui fa parte, come avvocato – non funziona, per quanto lui voglia crederci. Fossero stati altri tempi quindi Matt avrebbe indossato la sua tuta e avrebbe minacciato Nicky Torres o qualche poliziotto dell’NYPD a confessare, ma ora non più. Questo Matt Murdock sa bene cosa questa città può spingerlo a diventare con indosso la tuta di Daredevil, e ne è spaventato.
Si gioca quindi l’unico pericolosissimo asso nella manica. Un’informazione che permetterebbe ad Hector Ayala di vincere il processo ed evitare il carcere, ma costringendolo a doversi guardare le spalle per il resto della sua vita, perché d’ora in poi tutti sapranno che Hector Ayala è il vigilante mascherato White Tiger/Tigre Bianca. Il culmine di un climax costruito in tutta la puntata con piene regole da procedural, e che beneficia anche della convincente prova del compianto Kamar de los Reyes, morto di cancro nel dicembre del 2023. La vittoria insperata del sistema, in cui Matt Murdock può ancora credere, o forse no. Perché appena libero, Hector Ayala verrà assassinato a sangue freddo, rimettendo tutto in ballo, azzerando le vittorie e avvicinando sempre più l’idea di dover rindossare quel costume rosso.

L’AGENDA FISK


È stato Frank Castle a sparare a Tigre Bianca? O forse un generico poliziotto in cerca di vendetta, e che per pulirsene le mani prova ad incastrare un altro vigilante abbastanza scomodo, come The Punisher? E in tutto questo, è un caso che tutti i loschi agenti del NYPD hanno in comune un tatuaggio con il simbolo del Punitore? Domande che verranno certamente presto svelate, e su cui probabilmente si articolerà l’intera stagione, di cui questi primi tre episodi sembrano a questo punto essere quasi un lungo antefatto.
Infatti, osserva tutto da dietro le quinte il nuovo sindaco di New York, Wilson Fisk. Un uomo che sta imparando sempre più il potere dei media e della comunicazione, e che ha vinto le elezioni anche cavalcando un sentimento popolare che vorrebbe istituire nuovamente lo “stato di diritto“, togliendo dalle strade i vigilanti e dando invece maggior potere alle forze dell’ordine. Un’agenda politica che ha più di un punto di contatto con il caso di Hector Ayala, e che probabilmente adesso avrà come nuovo obiettivo Frank Castle, con cui ci sono già alcuni trascorsi. Bisognerà vedere se a Matt Murdock sarà sufficiente agire nella legalità per combattere un nemico politico, il proprio sistema, composto da Sindaco e corpo di polizia come suo esercito, o se sarà necessario tornare ad essere l’Uomo senza Paura.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • I commoventi titoli di coda, in memoria di Kamar de los Reyes
  • La battaglia legale di Matt Murdock
  • L’impeccabile sceneggiatura
  • Charlie Cox e Kamar de los Reyes commoventi
  • Il simbolo del Punitore che continua a pervadere la polizia di New York
  • Gli ultimi minuti di Hector Ayala
  • Wilson Fisk ancora troppo dietro le quinte
  • Per quanto funzioni l’aspetto legal, serve che Matt Murdock torni ad essere Daredevil

 

La fine di un lungo prologo per la nuova iterazione del Diavolo di Hell’s Kitchen, che scaccia via le paure del pubblico e certifica quanto i Marvel Studios abbiano investito su Daredevil: Born Again, facendo all in su Matt Murdock e Wilson Fisk per Disney+.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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