Daredevil: Born Again 1×01 – Heaven’s Half HourTEMPO DI LETTURA 6 min

/
4.7
(3)

Daredevil Born Again 1x01Era il 19 Ottobre 2018 quando Netflix rilasciò la 3° e ultima stagione di quel Daredevil co-prodotto da Netflix e Marvel Television e si chiudeva la recensione della 3×13 con il seguente augurio:

Si conclude un altro capitolo (si spera non l’ultimo) della saga del Diavolo di Hell’s Kitchen. Interpreti straordinari e colpi di scena fino alla fine, ancora una volta la migliore tra le serie Marvel/Netflix.

Sono passati quasi 7 anni da allora e, con già un rinnovo in saccoccia, l’amatissimo Matt Murdock interpretato da Charlie Cox ritorna in vita (come da titolo “Born Again” o “Rinascita” in Italia) ma questa volta su un’altra casa, quella di Disney+. Inutile dire che le aspettative fossero, siano e saranno altissime (come discusso ampiamente anche di recente su Spin-Off) e quindi, come diceva lo Zio Ben: da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E quei poteri e quelle gigantesche responsabilità (anche per rilanciare l’MCU su Disney+) sono tutte del nuovo showrunner della serie Dario Scardapane (già showrunner dell’ottimo e violento The Punisher) e dei Marvel Studios.
Vi eviteremo tutto il background relativo al cambio dei precedenti showrunner Matt Corman e Chris Ord che sono stati licenziati a riprese iniziate, così come eviteremo di parlare anche dello stop delle riprese. Ci sono stati molti problemi per arrivare qui dove si è ora, un recap più dettagliato lo si può trovare dal minuto 10:27 di questo episodio.

CI SI PUÒ DEFINIRE ABBASTANZA SODDISFATTI


Premettendo che da qui in poi ci saranno (doverosamente) degli spoiler, sapendo tutte le difficoltà a livello di storia e di produzione, così come anche il tentativo di salvare parte del girato, non è difficile constatare che in “Heaven’s Half Hour” ci sia chiaramente un certo taglia e cuci, anche probabilmente frutto della necessità di proporre un prodotto che sia guardabile sia da un pubblico nuovo che dai fan di vecchia data.
Ecco quindi che Dario Scardapane, coadiuvato da una regia un po’ discutibile di Aaron Moorhead & Justin Benson (già registi di vari episodi di Loki e Moon Knight), fa del suo meglio per tendere una mano al passato mentre getta le basi per il futuro, il che è ovviamente non così facile.
Si parla di regia discutibile perché è un po’ confusionaria e passa dall’essere cinematografica a riprese fatte in presa diretta con la telecamera sulle spalle, di fatto non chiarendo bene quale sia lo stile che si vuole adottare. Il piacevolissimo piano sequenza che dura all’incirca 5 minuti è ovviamente apprezzabile ma non convince come i precedenti piani sequenza, molto più urbani e realistici visti nelle altre stagioni, anche per via di una distanza piuttosto elevata della telecamera dall’azione.
La missione di Scardapane di ricomporre i pezzi di un puzzle andato perduto e poi ricostruito più volte da mani diverse si può dire soddisfacente ma in questo pilot co-esistono due anime che vanno analizzate separatamente: l’anima dei primi 15 minuti e l’anima degli altri 43 minuti.

I PRIMI 15 MINUTI


Come si diceva sopra, l’obiettivo implicito della serie è quello di riportare alla visione i fan della serie Netflix e al contempo tendere una mano a tutti quelli che non hanno mai visto la serie precedente ma ne hanno sentito parlare.
Ecco quindi che, nella mente di Scardapane, i primi 15 minuti devono fungere da catalizzatore per tutto quello che seguirà.
Ecco quindi che serve un inizio fulminante, col botto.
Ecco quindi che Foggy Nelson viene scelto come vittima sacrificale per un cambiamento in Matt Murdock e, soprattutto, per dismettere i panni di Daredevil.

Foggy!

Per quanto intenso, piacevole e struggente sia questo primo quarto d’ora che segna il ritorno di Matt Murdock nel MCU (dimenticando volutamente la veloce comparsata in She-Hulk: Attorney At Law e Spider-Man: No Way Home), la realtà dei fatti è che sembra tutto molto, e troppo, veloce. 15 minuti che avrebbero potuto essere un’intera puntata, e forse avrebbero dovuto vista la densità e la caratura degli eventi, perché la morte di Foggy Nelson è un qualcosa che non può passare in secondo piano e avrebbe meritato più minutaggio anche solo per dare un minimo in più di background su Bullseye e sul perché si accani invece che quei pochi minuti.
Come dice Charlie Cox in un’intervista, la morte di Foggy era necessaria: “We’re back with a new show, so you’ve got to be big, brave and bold, you’ve got to do something different and shake things up. So, likely, there has to be a casualty, and sadly it is Foggy. It’s devastating on a personal level and for the characters“. E oggettivamente ha senso sia su un piano di “soft-reboot/sequel”, sia su un piano personale del protagonista e di una Karen Page devastata dall’evento, però il punto resta: sono 15 minuti sufficienti per esprimere al meglio questo evento? La risposta è no.
E giusto per chiarire: Foggy Nelson non è mai stato ucciso da Bullseye nei fumetti, questa è una scelta puramente televisiva di cui Scardapane si deve prendere la piena responsabilità.

GLI ALTRI 43 MINUTI


Il buon Dario però ha chiaramente in testa un piano più a lungo termine, ha un villain che deve riportare in auge (bentornato Vincent D’Onofrio, dimenticando anche la sua versione in Echo) e una faida tra Matt Murdock e Wilson Fisk da ripristinare. E questo è il compito dei restanti 43 minuti che, anche qui in maniera piuttosto rapida e con un salto temporale di un anno:

  • portano il buon Wilson a candidarsi e vincere le elezioni per sindaco di New York City;
  • introducono un nuovo interesse amoroso per Matt;
  • spostano Karen nella West Coast (il che potenzialmente potrebbe anche spiegare il perché di Daredevil in She-Hulk ma è meglio non riaprire questa ferita);
  • fanno smaltire a Matt parte del dolore per la morte di Foggy.

Di fatto, “Heaven’s Half Hour” si libera di tutti i fardelli iniziali e lancia la serie verso la visione di Scardapane che probabilmente si riuscirà ad assaporare meglio solo a partire dal prossimo episodio.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Charlie Cox e Vincent D’Onofrio valgono da soli il prezzo del biglietto
  • Il piano sequenza iniziale
  • L’incontro al diner tra Matt e Wilson
  • Nuovi personaggi secondari che fanno da buon contorno
  • La morte di Foggy
  • Regia un po’ confusa in alcuni momenti
  • I primi 15 minuti potevano serenamente essere un intero episodio
  • C’è un po’ troppa velocità nel modo in cui tutto viene gestito
  • La morte di Foggy

 

Se si mette da parte il peso delle aspettative che farebbero propendere per un Save, questo ritorno di Matt Murdock in Daredevil: Born Again è serenamente un Thank. Un buon prodotto, chiaramente viziato da una produzione complessa, che però piace e fa il suo dovere iniziando col botto e preparando il terreno per una stagione e una faida che promettono molto bene. Si può comunque fare meglio ma essendo Disney+ ci si può definire più che soddisfatti.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

4.7

Nessun voto per ora

Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

Precedente

Running Point rinnovata, S.W.A.T. e The Recruit cancellate

Prossima

1923 2×01 – The Killing Season