Recensione film Spider-Man No Way Home Marvel
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Spider-Man: No Way Home

Recensione senza spoiler di Spider-Man: No Way Home, diretto da Jon Watts. Terzo capitolo della saga con Tom Holland. Disponibile al cinema.

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Con l’identità di Spider-Man ora rivelata, Peter chiede aiuto al Dottor Strange. Quando un incantesimo va storto, iniziano a comparire nemici pericolosi da altri mondi, costringendo Peter a scoprire cosa significa veramente essere Spider-Man.

 

Settembre del 2019. Appena due mesi dopo l’uscita di Spider-Man: Far From Home arriva, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che l’accordo tra Sony e Marvel Studios per lo sfruttamento dei diritti del ragno in calzamaglia era caduto. Spider-Man sarebbe stato inglobato nell’ennesimo tentativo della Sony di creare un universo narrativo su Spider-Man senza Spider-Man e Tom Holland non avrebbe più fatto parte del MCU. Fortunatamente in questo universo le cose hanno preso una giusta piega e, con l’intercessione dei fan e di Holland stesso, è stato rinnovato l’accordo tra le due major, regalando ai fan il terzo capitolo che meritavano.
L’idea ambiziosa dei due studios era di inserire il Dottor Strange come deus ex machina per giustificare il graditissimo ritorno dei villain appartenenti alle cinque pellicole sull’Uomo-Ragno pre-MCU. Il risultato è un film scritto alla giornata, per parola stessa degli autori, a seconda degli attori a disposizione, con trattative lunghe ed estenuanti in alcuni casi. Spider-Man: No Way Home è un miracolo, considerando la gestazione travagliatissima che ha avuto (senza dimenticare il covid), che ha riportato finalmente il pubblico a riempire le sale cinematografiche come non accadeva da due anni.

The problem is you trying to live two different lives. The longer you do it, the more dangerous it becomes.

FINE DI UNA TRILOGIA


Innanzitutto, al di là di rumours e leak vari, No Way Home è la fine di una trilogia. Lo è in quanto il trio di protagonisti, composto da Peter, MJ e Ned, compie un percorso lungo l’arco dei tre film. Ciò che più volte si era rimproverato al Parker di Tom Holland era la sua maturazione, sempre lì lì per avvenire, ma mai concretizzata. Vedendo però il quadro nel suo insieme si riesce a trovare il senso. C’è un cammino designato dagli autori per Peter Parker, nel suo passaggio da giovane liceale ad adulto.
La pellicola inizia infatti proprio con la scena mid-credit del suo predecessore, raccontando una storia che parte dall’estate del 2024 ed arriva fino a sfiorarsi con Hawkeye, la cui contemporaneità non è proprio una coincidenza. C’è una vera e propria chiusura del cerchio iniziato con Homecoming, rendendo Peter Parker il personaggio che il pubblico era abituato a conoscere. La trilogia di Watts è quindi un enorme percorso di formazione, che, valutata complessivamente, è superiore sia ai due film diretti da Webb, ma anche alla trilogia di Sam Raimi. Anche MJ e Ned, così come zia May, hanno una loro evoluzione, non venendo mai accantonati nonostante la mole di personaggi, come giusto che sia. Il culmine delle storie del trio di amici viene toccato in un finale emotivamente forte. Non un banale lieto fine, ma un compromesso, il primo di tanti per Peter Parker.

5 CONTRO 1


Il rischio di avere un film esclusivamente basato su personaggi vecchi (che hanno già fatto il loro corso) senza nulla aggiungere ai veri protagonisti della trilogia targata MCU c’era, ed era concreto. Soprattutto visti i precedenti Spider-Man 3 e The Amazing Spider-Man 2 che, inserendo più di un antagonista, hanno diversi problemi nella gestione dei personaggi. Tuttavia la scrittura di McKenna e Sommers, non esente certo da difetti, riesce nell’impresa di reggere sulle sue spalle la presenza di tantissimi personaggi, ognuno gestito in maniera proporzionale alla sua importanza.
Soprattutto ciò che colpisce di No Way Home è la capacità di essere allo stesso tempo il terzo film stand-alone sul personaggio di Holland, pur mantenendo lo spirito delle precedenti saghe cinematografiche dell’arrampicamuri. Ci sono richiami nello stile delle inquadrature o anche nella colonna sonora, a seconda se il soggetto è Doc Ock o Electro. Si riescono a percepire gli universi differenti da cui provengono i personaggi, ma rimane comunque un film dei Marvel Studios, collegato al resto e con i suoi segni caratteristici.
I combattimenti sono certamente una novità per il personaggio. Le scene di lotta sono molto più crude, corpo a corpo, consegnando allo spettatore un pathos di respiro epico. In particolare gli scontri con il Green Goblin sono all’ultimo sangue, risultando ancor più sanguinosi di quelli del film del 2002.
Una nota di merito data la non giovanissima età di Dafoe (66 anni) o Molina (68 anni).

You’re not Peter Parker.

FAN SERVICE: WHY NOT?


Spesso bistrattato, il fan service è il voler strizzare l’occhio ai fan attraverso elementi gratuiti, col solo scopo di soddisfare una fetta di pubblico. Spider-Man: No Way Home ha del fan service; anzi, è pieno di fan service. È questo necessariamente un male? No.
Nei dialoghi dei villain, così come in alcuni scambi tra personaggi di diversi universi, ci sono domande e risposte riguardanti questioni diventate addirittura dei meme negli anni tra i fan. Tuttavia è palese che in No Way Home non si tratti di mero fan service, poiché l’intero film è una lettera d’amore ai fan dell’amichevole Spider-Man di quartiere e al personaggio di Peter Parker.
Si ripercorrono finalmente le tappe necessarie affinché Peter capisca la responsabilità dietro i poteri che possiede. Ovviamente anche qui la Marvel riesce a sorprendere lo spettatore, stravolgendo il normale paradigma della storia già nota, rendendola originale e vera. Gli attori dei “Sinistri Sei Cinque” ovviamente non sono tutti sullo stesso livello. Willem Dafoe e Alfred Molina sembrano appena usciti fuori dai loro film d’appartenenza, così come dovrebbe essere. Mentre Jamie Foxx ha subito un netto cambiamento (in meglio) a causa del lavoro disastroso sul suo personaggio fatto in precedenza.
Gli elementi Marvel si fondono una bellezza con le interazioni provenienti dal multiverso Sony ed a goderne è solo lo spettatore.


Jon Watts è riuscito a portare a casa un ottimo film, la migliore versione possibile considerando gli innumerevoli problemi di produzione. Spider-Man: No Way Home è un degnissimo terzo film di una trilogia chiusa e completa. È anche un lungo omaggio alla storia cinematografica di Spidey, non senza alcune critiche verso le pellicole meno riuscite. Mentre si aspettano notizie su un probabile quarto, quinto e sesto capitolo, il consiglio è di rimanere in sala dopo la fine per non perdere le 2 scene dopo i titoli di coda. Anche se non siete fan del MCU ma siete cresciuti col mito di Peter Parker/Spider-Man, non perdetevi questo film in sala.

 

TITOLO ORIGINALE: Spider-Man: No Way Home
REGIA: Jon Watts
SCENEGGIATURA: Chris McKenna, Erik Sommers

INTERPRETI: Tom Holland, Zendaya, Jacob Batalon, Benedict Cumberbatch, Marisa Tomei, Alfred Molina, Willem Dafoe, Jamie Foxx
DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Italia, Walt Disney Studios
DURATA: 148′
ORIGINE: USA, 2021
DATA DI USCITA: 15/12/2021

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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