Dopo due anni dalla prima stagione e con lo show madre terminato (per davvero?), Paramount riporta la famiglia Dutton sotto i riflettori per sviluppare ulteriormente la storia di Jacob e Cara Dutton.
“The Killing Season” riprende il filo della narrazione con un tono ancora più cupo e spietato rispetto alla prima stagione, mettendo immediatamente in chiaro (come se fosse necessario) che il percorso dei protagonisti sarà segnato da sofferenze e pericoli.
Fin dall’inizio, l’episodio crea un’atmosfera opprimente e disturbante: le raccapriccianti scene a casa Whitfield, stupri e violenza gratuita solo per dimostrare la forza del personaggio secondario di turno, servono solo ad aggiungere un ulteriore livello di cruda brutalità alla narrazione. Questi momenti sollevano una questione fondamentale: il pubblico di 1923 riesce ancora a trovare piacere nella visione della serie o la violenza eccessiva rischia di sopraffare la forza della storia?
I NATIVI: UNA SOTTOTRAMA FINALMENTE PRESA IN CONSIDERAZIONE
La trama si dipana su più fronti, alternando momenti di oscurità a sprazzi di speranza. Teonna Rainwater, ancora in fuga dopo gli orrori subiti nella prima stagione, cerca rifugio con suo padre e il suo amato Pete presso una comunità comanche. Tuttavia, la loro presenza porta nuove difficoltà ai Comanche, che subiscono la repressione delle autorità. Qui emerge un interessante spunto narrativo: il discorso di Runs His Horse sulla perdita della cultura indigena e sull’imposizione del sistema coloniale, che ha reso inutili le tradizionali abilità di sopravvivenza dei nativi.
Sebbene il discorso sia forse semplificato, offre una prospettiva affascinante sul desiderio di libertà e autodeterminazione di Teonna e dei suoi compagni, ma rappresenta anche qualcosa di nuovo rispetto alla narrazione di Yellowstone dove la tematica “dei nativi” era tenuta molto in disparte e accennata solo in caso di estrema necessità. Esemplificativo in tal senso il finale della serie.
TRA PUMA E MUSSOLINI, MEGLIO IL MARE
Nel frattempo, Spencer Dutton, ancora lontano dalla sua famiglia e dalla sua amata Alexandra (rientrata in Inghilterra ma già pronta a ripartire alla cerca dell’amato), si trova su un piroscafo diretto a Galveston. Qui fa la conoscenza di Luca, un giovane italiano in fuga dal regime fascista di Mussolini. Spencer si ritrova coinvolto in uno scontro brutale quando interviene per difendere Luca da un tentativo di stupro da parte dell’equipaggio. Nel tentativo di guadagnare i soldi necessari per tornare in Montana, Spencer e Luca organizzano incontri di boxe clandestini sulla nave, un espediente che aggiunge una nota di spettacolarità all’episodio ma che, al tempo stesso, evidenzia la continua lotta di Spencer per affermare il proprio valore. E tutto fa brodo per guadagnare tempo in attesa del suo ritorno in Montana.
Il puma presente al ranch è la metafora dell’ennesimo pericolo pronto a scontrarsi con la resilienza dei Dutton. Una lotta per la sopravvivenza che si protrae da sempre e che ha scandito ogni singola generazione approdata nel Montana. Yellowstone e 1883 sono lì per dimostrarlo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“The Killing Season” segna il ritorno di 1923: un episodio che offre una miscela di intenso dramma familiare, violenza e i soliti paesaggi suggestivi, ma lascia anche alcune grosse perplessità per la virata abbastanza chiara sul voler incedere su determinate scene. L’accento eccessivo, infatti, sulla crudeltà rischia di appesantire la narrazione, allontanandosi dal fascino epico che aveva caratterizzato la prima stagione.
Con solo sette episodi rimanenti, resta da vedere se la serie riuscirà a dare una chiusura soddisfacente alle molteplici trame o se il destino, come spesso accade nei racconti dei Dutton, si limiterà a ripetersi ancora una volta.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.