1923 2×06 – The Mountain Teeth Of MonstersTEMPO DI LETTURA 3 min

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2x06 1923Mai immagine fu più esaustiva di quella presente in questa recensione per giudicare uno degli episodi peggiori della serie che, apparentemente, potrebbe essere anche considerato l’unico dove la trama sembri avanzare.

LA FIERA DELL’ACCANIMENTO


Una caratteristica fondamentale di questa stagione è l’accanimento di fatti tragici e cruenti che accadono, completamente ridondanti e sostanzialmente inutili. Già si era accennato a come Sheridan privilegiasse nella sua “poetica” un equilibrio instabile tra la tragicità della vita e la crudeltà della natura, dipingendo personaggi dolenti, arrabbiati e passionali.
In 1923 queste caratteristiche non mancano, sia chiaro, ma è evidente come la mano sia stata decisamente calcata rompendo il limite della verosimiglianza. Si prenda ad esempio la scelta, marcata e sadica, di far intraprendere ad almeno due personaggi delle odissee piene di sfighe quando negli anni ’20 sarebbe stato possibile usare il telefono almeno per ridurre una serie di complicazioni inutili alla trama.
Non si vuole minimamente avere una storia strettamente realistica ma sinceramente vedere come Spencer e Alexandra seminare solo morte al loro passaggio, oltre alla stupidità, diventa un’attività insopportabile. Onestamente ogni singola disavventura non descrive o aggiunge altro ai due personaggi ma anzi porta solo a far perdere empatia nei loro confronti. Il top viene raggiunto dai due ricchi inglesi trapiantati americani, che decidono di fare un viaggio in macchina nel grande inverno soltanto per seguire un’idea di avventura da libro d’appendice.

TRAME E PERSONAGGI BUTTATI LI’ E ABBANDONATI


Altro ramo secco per il quale alla fine si è perso solo tempo è la trama degli indiani fuggitivi. Anche qui solo morti stupide di personaggi ottusi, ma che non aggiungono nulla alla rabbia iniziale di Teonna. Che il mondo fosse uno schifo per lei era palese già nel convento. Per tutta la stagione – e spostandosi verso sud per tornare a nord – lo ha ribadito ma con almeno un decina di personaggi morti nel frattempo, tra cui un padre, un fidanzato, il prete aguzzino e il killer. Tutti sostanzialmente dei pivelli delle praterie (non si considerano per pietà le altre vittime native incontrate nel cammino). In fondo, l’importante è marcare sul sadismo della crudeltà e sull’anime in pena, magari urlanti, con lo sfondo mozzafiato usato come mezzo d’espressione dello struggimento interno.
A proposito di sadismo, se Whitfield possa suscitare qualche interesse nello spettatore, non sarebbe certo per le sue tendenze sadomaso in termini di sesso. Più interessante la sua idea di modernità e di comprensione dei desideri dell’umanità. Anche qui Sheridan cade nel suo solito schema narrativo: se il moderno è il male e se Whitfield è anch’esso il male, allora tutto ciò che fa viene moralmente condannato quindi lui è una personalità abominevole che abusa della donne, uccidendole. Veramente troppo didascalico e non apra nessuno spiraglio di riflessione. Per pietà, non si vuole neanche provare a ragionare sull’inutile morte di Jack Dutton, stupida ma in linea con la sostanziale inutilità del personaggio in questa stagione.

FINALMENTE SI ARRIVA AL DUNQUE…


… che non sarebbe altro che la sparatoria finale tra buoni e cattivi. Ora, va bene tutto ma si è atteso Spencer perché lui è un leader e sa radunare gente? Stiamo scherzando?
A Sheridan si vuole bene ma è evidente che qui vi è una scrittura svogliata, perché le cose vengono messe insieme con le pezze, soltanto per poter arrivare a questo momento, che molto probabilmente sarà anche godibile, ma il pubblico vi è arrivato molto stanco, demotivato e anche un po’ incazzato per essere stati considerato anche una massa di cretini. Non è un bel modo per gestire un franchise che ha sicuramente portato avanti alcune istanze conservatrici del paese senza sfociare troppo nel populismo, ma stavolta non si è contenuto. E ha sbracato malamente.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • I paesaggi del Montana
  • I paesaggi del Texas
  • I paesaggi dell’Oklahoma e del Wyoming
  • La fiera della stupidità umana a diversi gradi e situazioni
  • Morti gratuite che uccidono trame senza scopo

 

1923 è sostanzialmente un progetto nato da una buona idea, ma sviluppato sempre peggio nonostante abbia molti singoli momenti apprezzabili. Si rimane qui soltanto per vedere come va a finire. Manca poco… sembra.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

1 Comment

  1. Condivido la recensione, io non ho neppure capito il discorso finale della narratrice su vita e morte di Spencer e discendenti. Chissà se qualcuno può aiutarmi!😅

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