Terminata una missione come troppe altre, una depressa e demotivata Yelena Belova viene inviata da Valentina Allegra de Fontaine in una misteriosa struttura della OXE. Qui si ritrova bloccata con Ghost, Taskmaster, U.S. Agent John Walker e il misterioso Bob. |
Con questo film, l’MCU tocca quota 36 film e la cosiddetta “superhero fatigue” si fa sentire pesantemente in una Fase 5 del MCU che è tutt’altro che perfetta. Anzi, a dirla tutta, sono più le pellicole fallimentari che quelle di successo. Se chi legge queste righe ha guardato Captain America: Brave New World, The Marvels e Ant-Man & The Wasp: Quantumania potrà sicuramente concordare.
Certo, ci sono anche due pellicole che hanno fatto il pieno sia al botteghino, sia di recensioni positive, ovvero Guardiani Della Galassia Vol. 3 e Deadpool & Wolverine, ma sembrano che ci siano riusciti più per motivi relativi legati al carisma dei registi e dei protagonisti, piuttosto che per una serie di scelte arrivate da Kevin Feige e colleghi.
Ecco perché Thunderbolts* era atteso dal pubblico con un trepidante mix di terrore e curiosità: vuoi per un cast curioso e sicuramente imperfetto sulla carta, vuoi per i vari paragoni con i vari Suicide Squad, o perché in questa Fase 5 finora, a livello cinematografico (e quindi escludendo Disney+), si contano tre fallimenti giganteschi e soltanto due successi. Dopo la visione di questa pellicola si può tranquillamente affermare che il risultato finale della Fase 5 sia un 50% di successo dato che Thunderbolts* è un gran bel film, che dimostra come Kevin Feige e i Marvel Studios possano ancora sorprendere in positivo.
I am… the Void.
CONTRO MOLTI PRECONCETTI
Al contrario di quello che dicono in molti, non tutti i film Marvel sono fatti con lo stampino e, soprattutto, i nomi scelti per regia e sceneggiatura fanno spesso la differenza. È questo il caso di Ryan Reynolds e Shawn Levy per Deadpool & Wolverine o di James Gunn per Guardiani Della Galassia Vol. 3, ed è lo stesso caso (ma al contrario) anche per Nia DaCosta e il suo The Marvels o per Julius Onah ed il suo Captain America: Brave New World.
Cosa pensare allora della scelta di Jake Schreier come regista e di Eric Pearson e Joanna Calo come sceneggiatori? Pearson è ormai un habitué dei film Marvel, visto che ha lavorato già a molte pellicole e tra l’altro ha anche co-scritto anche la sceneggiatura del prossimo The Fantastic Four: First Steps. Joanna Calo è invece la co-showrunner di The Bear e fa parte di quella corrente di “nuovi” sceneggiatori che stanno acquistando sempre più notorietà grazie a prodotti di successo come, per l’appunto, The Bear e Beef. Beef, in cui tra l’altro Schreier è sia produttore esecutivo che regista. Insomma, è chiaro che Thunderbolts* è quindi nato sotto una buona stella.
So none of us can fly? We all just punch and shoot?
A questo punto però sopraggiunge il preconcetto principale: ci si può davvero fidare di giovani autori e registi senza esperienza in film supereroistici dandogli ben 180 milioni di budget per girare un film Marvel? Il tutto anche considerando il fallimento che brucia ancora parecchio e che porta il nome di Eternals? La risposta è si.
Schreier alla regia dimostra di avere una mano solida e un’idea chiarissima di dove voler andare per tutta la durata del film, anche supportato da una rappresentazione dei poteri di The Void che è oggettivamente un qualcosa di diverso dal solito e che, proprio per questo, funziona molto bene, spiazzando lo spettatore e rendendo il tutto anche un po’ cartoonesco. E lo si intende come un complimento.
Pearson e Calo invece infondono palesemente tutta quell’attenzione spasmodica che c’è dietro i character, tenendo sempre bene in mente le varie problematiche personali che muovono i personaggi e, infatti, il leitmotiv del film che accomuna tutti i Thunderbolts è quello di essere soli, demotivati e depressi. È una specie di collante del gruppo che emerge a più riprese tra una battuta, un calcio rotante e un’esplosione; lo si vede particolarmente con Yelena Belova e Red Guardian (e di riflesso nel loro rapporto che viene ripreso da Black Widow), ma anche con John Walker e Bob. Non è infatti un caso che nel film questi siano i personaggi meglio sviluppati, mentre Bucky rimane parecchio in disparte e lo stesso si può dire di Ghost che, in realtà, è uno di quei personaggi che andrebbero approfonditi maggiormente, visto che lo spettatore medio manco si ricorda in quali film sia comparsa (vedasi Ant-Man and the Wasp).
E questo è fondamentalmente un potenziale difetto della pellicola dato che Bucky non è il leader del gruppo pur essendo quello con più esperienza (e anni) alle spalle, oltre ad essere quello più noto del cast. Tuttavia è evidente che questo sia al tempo stesso un ottimo stratagemma per far emergere la “nuova” Vedova Nera, vera protagonista del film, che serve come il pane ai Marvel Studios, dato che Florence Pugh è stata presa apposta per sostituire Scarlett Johansson.
Well how would you like to die today Bob?
NON IL CLASSICO FILM MARVEL, PER FORTUNA
Uno dei vari motivi per cui Thunderbolts* è serenamente etichettabile come “uno dei migliori film Marvel dai tempi di Avengers: Endgame” (come lo stesso marketing Marvel a quanto pare si fregia di sottolineare) è la struttura della trama, che non rispecchia un classico film di supereroi composto da un villain che si contrappone al supereroe di turno, con il classico scontro finale, e tutto il percorso di crescita con i vari deus ex machina a sostenere una sceneggiatura zoppicante.
Calo e Pearson imbastiscono una sceneggiatura che è fatta di coincidenze (ovviamente) – si sta comunque parlando di un film d’azione, e quindi il realismo scenico ogni tanto va accantonato -, ma nell’insieme manca anche un vero e proprio antagonista, e la pellicola si trasforma più nella costruzione di un gruppo di anti-eroi solitari e persi nelle rispettive vite che alla fine trovano in qualche modo uno scopo più grande. Non si tratta quindi di personaggi semplicemente messi insieme in stile Suicide Squad perché minacciati dal governo, ma lo scopo più profondo è anche quello che innalza un po’ la caratura della pellicola, senza contare il finale a sorpresa (collegato all’asterisco * del titolo) che arriva un po’ come un fulmine a ciel sereno.
In poche parole, Thunderbolts* è un gran bel film d’azione che riesce a bucare lo schermo andando a sviluppare una serie di antieroi – Bob incluso – su cui nessuno avrebbe mai scommesso prima della visione del film, eccetto Kevin Feige ed il sottoscritto come immortalato nel podcast ad inizio anno: scommessa vinta con sommo piacere, e scommessa che serve anche per rilanciare una serie di buchi nell’acqua che hanno minato seriamente l’eredità del MCU.
TITOLO ORIGINALE: Thunderbolts* REGIA: Jake Schreier SCENEGGIATURA: Eric Pearson, Joanna Calo, Lee Sung Jin INTERPRETI: Florence Pugh, Sebastian Stan, Wyatt Russell, Olga Kurylenko, Lewis Pullman, Geraldine Viswanathan, Wendell Pierce, David Harbour, Hannah John-Kamen, Julia Louis-Dreyfus DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios Motion Pictures DURATA: 126′ ORIGINE: USA, 2025 DATA DI USCITA: 30/04/2025 |