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Deadpool & Wolverine

Un Wade Wilson svogliato fatica nella vita civile. I suoi giorni da mercenario moralmente flessibile, Deadpool, sono alle spalle. Quando il suo pianeta natale si trova ad affrontare una minaccia esistenziale, Wade deve, con riluttanza, vestirsi di nuovo con un ancora più riluttante... riluttante? Più riluttante? Deve convincere un riluttante Wolverine a... Vaff*****o. Le sinossi sono così dannatamente stupide.

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Un Wade Wilson svogliato fatica nella vita civile. I suoi giorni da mercenario moralmente flessibile, Deadpool, sono alle spalle. Quando il suo pianeta natale si trova ad affrontare una minaccia esistenziale, Wade deve, con riluttanza, vestirsi di nuovo con un ancora più riluttante… riluttante? Più riluttante? Deve convincere un riluttante Wolverine a… Vaffanculo! Le sinossi sono così dannatamente stupide.

 

Forse non tutti sanno che i film di supereroi al cinema, grossolanamente chiamati qui in Italia “cinecomic“, esistevano da ben prima di Iron Man e del 2008. I Marvel Studios ebbero solo il coraggio di unire diversi personaggi all’interno di un universo più grande rendendo i film diversi pezzi di un puzzle. Ma anche qui, nulla di nuovo. Gli studios hanno sempre provato a collegare supereroi diversi semplicemente non riuscendoci mai per un motivo o per un altro, solitamente per questioni legali sui diritti cinematografici dei personaggi.
Quando quindi si parla di “superhero fatigue” o stanca dai supereroi, riducendolo a un fenomeno durato un decennio, una moda destinata a sparire, bisognerebbe fare un passo indietro e ricordarsi di un ben vasto catalogo di film che hanno da sempre tentato di portare sul grande schermo gli eroi dei fumetti, con fortune alterne. Ed è proprio questo che Ryan Reynolds e Shawn Levy vanno ad omaggiare in un film che saprà toccare le giuste corde negli spettatori che hanno assistito anche ai primi esperimenti Marvel al cinema, ma riesce a parlare anche a chi è del tutto estraneo a questo mondo, inglobandolo tra risate a non finire e circa due ore che sembrano quasi essere un giro su una giostra fatta di violenza, gore, sessualità, irriverenza, rotture della quarta parete e comicità.

Let’s fucking go!

VIETATO AI MINORI, CAPITO DISNEY?


Forse c’è solo una cosa che gli spettatori dovrebbero sapere prima di entrare in sala: nel 2019 Disney ha acquisito la 20th Century Fox per 71 miliardi di dollari. Un’operazione storica che ha segnato l’inglobamento di una delle grandi major del cinema, e che, parlando di supereroi, possedeva i diritti cinematografici per i Mutanti e i Fantastici 4 della Marvel Comics, più qualche altro personaggio qua e là. Con l’acquisizione quindi è diventato possibile poter far incrociare sotto un unico tetto personaggi storici come appunto il Wolverine di Hugh Jackman all’interno del grande calderone dell’MCU. E quale escamotage narrativo migliore del Mercenario Chiacchierone per effettuare questa grossa operazione di acquisizione esplicitandola con gag, battute e veri e propri “spiegoni” per il pubblico in sala?
Il pubblico attendeva al varco con torce e forconi questa terza pellicola su Deadpool, pronta ad attaccare la nuova proprietà e Kevin Feige alla prima differenza con il mood riconoscibile dei precedenti due film. Fortunatamente – e furbescamente – Disney ha preso tutto ciò come una sfida, decidendo di alzare notevolmente l’asticella rispetto ai precedenti film realizzando il film su Deadpool senza dubbio più politicamente scorretto tra i tre. Quello in cui si ride di più, e inevitabilmente anche quello con il budget più alto, permettendo quindi di raccontare per la prima volta una storia con un roster ampio di personaggi, anche di prima scelta (senza offesa per Colosso e Testata Mutante Negasonica) all’interno della vasta gamma che offre la Marvel.

R.I.P. FOX


Deadpool & Wolverine è il film che quindi segna, di fatto, l’attraversamento di personaggi apparsi nei film Fox all’interno del Marvel Cinematic Universe. Alcuni indizi c’erano già stati, come la musichetta nel finale di Ms. Marvel e la scena post-credit di The Marvels. Un passaggio reso evidente anche da un grosso logo della 20th Century F distrutto nel Vuoto, come scenario di battaglia – la prima di tante – tra i due violenti sanguinosi protagonisti dal fattore rigenerante. Un’accoppiata vincente che grazie a questo potere particolare che condividono riesce a portare in scena combattimenti oltre il limite dello splatter e del gore.
D’altronde non c’era modo migliore di salutare l’universo Fox se non con i suoi due personaggi più iconici, che però Disney sembra aver intelligentemente salvato. In tal senso, mentre negli anni scorsi sembrava scontato un recasting dell’intera linea Mutante, adesso è tornato tutto in dubbio. A differenza dei Fantastici 4, che sono le cui riprese sono in procinto di iniziare, i Mutanti sembrano avere ancora una grossa fetta di fan che non vede l’ora di vederli interagire con Avengers, Spider-Man e compagni prima di dare un ultimo saluto a personaggi che hanno ormai compiuto vent’anni sul grande schermo.

Your little cinematic universe is about to change, forever!

IL VUOTO DELLA MARVEL


Scherzosamente chiamato anche come “l’umido” durante il film, una sorta di discarica, effettiva ma anche metaforica, in cui è ambientato principalmente tutta la pellicola. Un limbo tra Terra-616 (la Sacra Linea Temporale di Loki) e l’inedita Terra-10005, da dove provengono Wade Wilson e tutti gli X-Men. Il Vuoto è infatti una specie di ammissione di colpa per la Marvel, che si ferma a guardare indietro a tutti gli errori commessi, i franchise lasciati andare superficialmente, e addirittura a progetti morti prima ancora di nascere.
Deadpool & Wolverine, per gli spettatori più cinici, è anche un’ammissione di colpa da parte dei Marvel Studios stessi nei confronti dei fan delusi dal post-Endgame, che si aspettavano dal Multiverso tutto ciò che Ryan Reynolds ha costruito con Shawn Levy, ma che invece negli altri film ha funzionato a corrente alternata. Chissà che questo prodotto non possa essere la definitiva pietra tombale sul progetto, salutando l’idea sfiorata ma forse più pericolosa che promettente che rappresenta il Multiverso, oppure forse la molla pronta a rilanciare tutta la carovana in un anno in cui Feige ha deciso (complice gli scioperi) di puntare solo sui due eroi canadesi vietati ai minori.


Deadpool & Wolverine è un film riuscitissimo, senza ombra di dubbi. Sicuramente il migliore dei tre film su Wade Wilson, e probabilmente quello in cui compare la miglior versione di Wolverine mai vista sul grande schermo, finalmente con indosso il suo iconico costume, e anche caratterizzato da un arco evolutivo non affatto scontato per un film come quello diretto da Shawn Levy. La selezione musicale riesce a rendere iconico ogni singolo combattimento, con scene che rimarranno nell’immaginario popolare dei fan.
Per i fan delle comparsate ce n’è per tutti i gusti, superando probabilmente anche ogni rosea aspettativa, ma c’è da ricordare che non è per questo che si valuta un film. Sono ciliegine per gli appassionati ma che varrebbero a poco se l’intera pellicola non fosse ben realizzata. Infatti in Deadpool & Wolverine si ride tantissimo ma c’è anche molto cuore da parte di chi l’ha realizzato. Si impegna a regalare un degno finale a una serie di personaggi che forse avrebbero meritato una maggior cura, toccando le giuste corde in chi ha vissuto quegli anni in cui il cinema per supereroi non era un grande evento, ma era solo roba per nerd.

 

TITOLO ORIGINALE: Deadpool & Wolverine
REGIA: Shawn Levy
SCENEGGIATURA: Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells, Ryan Reynolds, Shawn Levy

INTERPRETI: Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Matthew Macfadyen
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios Motion Pictures
DURATA: 128′
ORIGINE: USA, 2024
DATA DI USCITA: 24/07/2024

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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