1923 1×08 – Nothing Left To LoseTEMPO DI LETTURA 4 min

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1923 1x08 recensioneSi potrebbe decisamente discutere la veridicità di un titolo che paventa una sconfitta totale su ogni fronte. Eppure, nel mondo di Taylor Sheridan c’è sempre qualcosa in più da perdere fintanto che si rimane in vita. E a tal proposito si potrebbe stilare una lunga lista di cose che rimangono ancora pronte per essere distrutte o rubate ai Dutton, una su tutte: la possibilità di riscatto.
La costruzione di 1923 è ovviamente impattata da un futuro già noto grazie alla serie madre che rende palese la risoluzione del conflitto, ora come ora impossibile da ribaltare, in favore dei Dutton. Il che da un lato è chiaramente un elemento di cui lo spettatore è già a conoscenza e con cui deve venire a patti, dall’altro comunque rimane vivido il piacere nello scoprire come Jacob e Cara Dutton riusciranno ad uscire da questo gran casino.
Sheridan ha sicuramente impostato questa stagione con l’intento di renderla come la prima parte di un viaggio piuttosto lungo da raccontare, un viaggio che non è andato liscio (ovviamente) ma ha avuto degli alti e bassi durante il suo percorso. Questi principalmente dovuti all’impostazione stessa della miniserie visto che 1923 ha subito un declino nel momento in cui è ritornato dalla pausa con il quinto episodio “Ghost Of Zebrina“.

INNATURALEZZA


Nella seconda parte di questa stagione, un ritmo molto più compassato ed un realismo che è venuto meno diverse volte nel percorso tra Africa ed Europa (lo scontro in barca, il miracoloso salvataggio, l’incontro con l’ex promesso sposo in Sicilia) hanno viziato la qualità di un prodotto che sembra aver perso un po’ della sua naturalezza. Quasi come se Sheridan risentisse delle scadenze temporali da rispettare sul piccolo schermo piuttosto che quelle a livello di storyline, un qualcosa che in passato non si era notato.
Sfortunatamente anche “Nothing Left To Lose” risente di questo tempismo innaturale, nonostante la bontà di alcune scelte narrative (Whitfield che ha pagato l’IMU ai Dutton; il duello tra Spencer e il promesso sposo di Alex) non si discutano. Si potrebbe argomentare che ci sia una specie di accanimento terapeutico nei confronti dei Dutton, specialmente in quello di Spencer ma anche dal punto di vista di Cara e Jacob. Un accanimento terapeutico non necessario ma ovviamente costruito per arrivare con una tensione crescente alla prossima stagione. Come si diceva: le tempistiche seriali prevalgono nonostante il pubblico sia a conoscenza di una futura risoluzione dei problemi attuali.

PIACEVOLEZZA


I’ll meet you in Bozeman!

In un mondo ideale, epicità e sceneggiature prive di sbavature andrebbero sempre di pari passo, ma come già detto non è questo il caso. Tuttavia non si può non ammettere che “Nothing Left To Lose” non abbia i suoi momenti di gloria che, anzi, hanno sicuramente un effetto epico ma che a posteriori non mantengono sempre la stessa aura.
Il duello a cui Spencer è forzato mentre è in crociera rimarrà sicuramente impresso come uno dei momenti più alti di questa stagione, principalmente per il suo esito totalmente inaspettato con delle conseguenze oltre ogni aspettativa che funzionano benissimo sul piccolo schermo. Un po’ come funziona anche la promessa urlata da Alex mentre Spencer viene trasportato contro la sua volontà sulla terraferma: esagerata ma epica.
Altra situazione che in Montana verrà ricordata per molto tempo è la faccia sbigottita di Harrison Ford nel momento in cui gli viene consegnato il pagamento della tassa sugli immobili da Whitfield, una faccia che segna la presa di coscienza di essere di fronte ad un confronto del nuovo secolo e non di quello precedente visto che non potrà essere affrontata con dei fucili ma solo tramite cavilli legali e tanti soldi. E questo è il tipo di conflitto che molto probabilmente forgerà i Dutton in quella lunga faida che è ancora in atto nella serie madre con la legge.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Duello Spencer VS ex fiancè di Alex
  • Plot twist con Whitfield che utilizza un cavillo legale ed economico
  • Svolta indiana
  • Recitazione e regia sempre indiscutibili
  • Forzature di alcune storyline
  • Ok, a Whitfield piace guardare la gente che soffre però non c’è bisogno di spendere dieci minuti in scene sadomaso (che comunque piaceranno ad alcuni)
  • La trama dei Rainwater continua a non trovare un collegamento con quella principale
  • Improvvisa aggiunta di una sottotrama razziale

 

1923 chiude la 1° stagione con una sufficienza più che abbondante, una sufficienza che è una mezza punizione rispetto all’altro potenziale voto che si sarebbe potuto dare alla puntata ma che si è volutamente evitato per mandare un segnale: questo non è il miglior Sheridan che si è visto finora, per gli ultimi 8 episodi servirà un Taylor libero da briglie e catene televisive.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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