Dopo il recente addio di Meredith Grey non ci si aspettava di certo una rivoluzione interna per la narrazione di Grey’s Anatomy. Dopotutto, difficile cambiare completamente passo ad un prodotto andato in onda per ben 18 anni.
Quanto visto sin dall’inizio in questa nuova stagione, però, aveva già spianato la strada ad altri protagonisti. I nuovi specializzandi hanno portato una ventata d’aria fresca con la riproposizione di dinamiche “vecchie” ma soprattutto nostalgiche. Un cambiare tornando al passato che può sembrare monotono e ripetitivo ma che, invece, nel quadro generale presenta un risultato migliore di quanto ci si poteva aspettare. Dopotutto, qual era l’alternativa?
CAMBIO DI PASSO?
Le passate stagioni non avevano certo brillato per innovazione o coinvolgimento. Dopo tanti anni, i personaggi storici hanno infatti iniziato a soffrire abbondantemente la monotonia delle proprie storyline che, ancora adesso, continuano ad essere ripetitive. Un esempio su tutti Owen e Teddy, che hanno passato mesi a litigare per poi magicamente fare pace in questo episodio ma senza che in scena vi fosse una costruzione organica di questo lungo processo.
Come non considerare poi Richard e Catherine, con la storia della malattia di quest’ultima che porta avanti lo stesso pattern ormai da stagioni intere. A questo proposito, si spera che l’attuale ricaduta non sia l’ennesimo riciclo della stessa storyline già vista per la coppia. Non che ci si auguri la dipartita della dottoressa Fox, ma a questo punto le alternative sembrano davvero esigue affinché la trama non perda quel poco di credibilità rimasto.
E di pari passo a quanto appena detto, si collega la notizia di questa settimana con l’annuncio di Kally McCreary che si prepara a lasciare Grey’s Anatomy dopo nove anni. L’interprete di Maggie Pierce mette in atto un addio inaspettato ma di sicuro comprensibile. Anche Maggie, infatti, è rimasta inghiottita in questo loop narrativo fatto di storie insignificanti e ripetitive, per un personaggio che forse non ha mai davvero avuto granché da raccontare al di fuori della sua trama legata a Webber e Meredith. L’attuale crisi coniugale con Winston acquista così un significato diverso, ponendosi probabilmente come motivazione per l’addio della Pierce, la cui ultima puntata sarà quella del prossimo 13 aprile.
VECCHIE/NUOVE DINAMICHE
Con la vecchia guardia che “scappa” o che comunque non sembra avere granché da raccontare, le speranze vengono poste tutte in mano ai nuovi specializzandi. Come già sottolineato, la scelta delle storyline per questi nuovi character appare un po’ troppo “comoda”, con la riproposizione spiccicata di eventi e situazioni degli anni d’oro di Grey’s Anatomy. Eppure, funziona. Lavoro e competizione, emotività poco professionale, gelosie e relazioni sentimentali ingarbugliate, sono tutti elementi riproposti in modo identico al passato ma che, allo stesso tempo, stanno rendendo la narrazione degli attuali episodi più intrigante e dinamica di quanto non lo sia stata nelle ultime stagioni.
La modalità del vecchio e nostalgico sembra quindi premiare, coadiuvata dal ritorno al centro dell’episodio dei casi medici. Così come ai vecchi tempi, in “Sisters Are Doin’ It For Themselves” sono i casi dei pazienti che segnano la storyline dei protagonisti, riportando in auge una metodologia narrativa che è sempre stata il punto forte dello show. Da un lato un caso drammatico che copre la parte emotiva dell’episodio, dall’altro quello ironico dai tratti snervanti, infine quello più leggero che porta dietro di sé varie macchiette degli specializzandi. Tre diverse tipologie che portano in scena una moltitudine di situazioni ed emozioni e aprono a svariate interazioni interne rendendo l’episodio dinamico, sfaccettato e multiforme. Il tutto con sullo sfondo la prima relazione sentimentale tra Lucas e Simone che sa tanto di già visto ma che va a rinvigorire un reparto, quello romantico, in cui lo show ultimamente peccava parecchio.
E allora ben venga questa ripresa del passato se il risultato è questo. Dopotutto, se si deve continuare ad andare in onda ad oltranza, che almeno sia una visione gradevole.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Grey’s Anatomy non potrà mai tornare ai fasti di un tempo, come potrebbe dopo 19 stagioni? Ma riproporre le stesse dinamiche dei tempi d’oro sembra essere la soluzione per non annoiare più a morte lo spettatore.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.