Shrinking 2×08 – Last DrinkTEMPO DI LETTURA 7 min

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Recensione 2x08 ShrinkingIl passato non si accontenta di rimanere un’ombra distante e silenziosa, ma talvolta riaffiora con una forza inaspettata, costringendo a rivivere momenti che si vorrebbero dimenticare e obbligando a confrontarsi con i propri limiti, le proprie debolezze e quella complessa rete di emozioni irrisolte che spesso si preferirebbe ignorare.
In “Last Drink“, questo ritorno implacabile del passato trova la sua massima espressione nell’intreccio profondo tra il tema del perdono e quello, ancor più tormentato, del confronto con le proprie colpe. Un perdono che si rivela essere ben più di un semplice gesto o di una parola concessa, ma piuttosto un percorso lungo e irto di ostacoli. In cui il confine tra ciò che si può accettare e ciò che continua a infliggere dolore rimane inevitabilmente sfumato in un limbo di emozioni contrastanti e questioni irrisolte.

OMBRE DAL PASSATO


L’episodio si apre con un flashback che intreccia due esistenze, quelle di Jimmy e Louis, destinate a essere scosse dalla stessa tragedia, disegnando un parallelo, tanto elegante quanto struggente, che tocca corde dolorosamente autentiche. Da una parte, Jimmy condivide un attimo di serena complicità con Tia, inconsapevole del dolore che presto lo travolgerà; dall’altra, Louis appare altrettanto spensierato accanto alla fidanzata Sarah (interpretata da Meredith Hagner, vista di recente nella prima stagione di Bad Monkey, altro prodotto Apple TV+ firmato Bill Lawrence), ignaro che quella notte cambierà per sempre il corso della sua vita, condannandolo alla solitudine e al carico di un fardello che lo accompagneranno per sempre. Questo salto temporale non è solo un espediente narrativo, ma anche un’occasione per sondare la fragilità della vita di ogni essere umano, vulnerabile ad eventi che arrivano senza preavviso, sconvolgendo in un istante ciò che sembrava una certezza inamovibile.
Per Jimmy, il dolore si traduce in un’assenza che lo isola emotivamente da sua figlia Alice, costringendolo a vivere una distanza insostenibile, a volte fisica, a volte interiore. Per Louis, invece, il senso di colpa si fa pesante e tangibile, incarnandosi in un rifiuto di sé che lo porta a scegliere la solitudine e a lasciare Sarah per non farle portare il peso della vergogna che sente di meritare. La sua decisione, pur mascherata da un desiderio di protezione, rivela una sofferenza che affonda le radici nell’autocondanna e nella paura di essere visto come colui che è diventato, incapace di affrontare il proprio riflesso negli occhi dell’altro. Il contrasto tra queste due realtà, pur apparentemente opposte, non solo prepara il terreno per i conflitti successivi, ma diventa una rappresentazione di quel confine sottilissimo che separa il desiderio di espiazione dall’incapacità di perdonarsi, in un’analisi agrodolce dell’inesorabile complessità della natura umana.

JIMMY VS JIMMY


Il ritorno al presente mette subito in evidenza la tensione irrisolta che permea i rapporti tra i personaggi, facendo emergere il peso dei silenzi e delle omissioni, che si rivelano essere altrettanto dolorosi quanto le parole non dette, come dimostra la reazione di Jimmy di fronte alla scoperta che Alice e Brian abbiano intrattenuto contatti con Louis senza confidarglielo. La rabbia di Jimmy, però, si rivela fin da subito essere un sentimento ben più complesso della semplice indignazione, poiché non si limita a essere diretta verso gli altri, bensì affonda le sue radici in un dolore autoimposto, alimentato da anni di sensi di colpa e dalla consapevolezza di non essere stato in grado di mantenere la promessa fatta a Tia, quella di proteggere e sostenere Alice anche nei momenti più difficili.
Emblematico in tal senso è il confronto con Paul, anche lui al corrente degli incontri segreti tra Alice e Louis, durante il quale le difese di Jimmy si sgretolano sotto il peso di una verità che non può più ignorare: il vero nemico non è Louis, bensì se stesso, poiché ciò che davvero lo tormenta non è tanto l’errore dell’altro, quanto il proprio fallimento come padre, un fallimento che Louis, con la sua presenza, non fa altro che amplificare, trasformandolo in uno specchio che riflette tutti i rimpianti e le colpe che Jimmy avrebbe voluto dimenticare. Questa scena, arricchita dalla consueta alternanza tra dramma e leggerezza che caratterizza la serie, riesce a bilanciare in modo perfetto l’intensità emotiva con l’umorismo, incarnato qui dalla presenza di Sean, che assiste divertito al botta e risposta tra i due uomini – con annesso mic drop da parte di Paul – riuscendo a mantenere inalterata la tensione narrativa, senza per questo sacrificare la profondità dei sentimenti in gioco.

IL PESO DEL PERDONO


Parallelamente, l’episodio si sofferma su Liz e Derek, il cui conflitto coniugale si sviluppa come un contrappunto alla vicenda principale, mostrando un altro volto del perdono, più quotidiano e forse meno tragico, ma non per questo meno significativo. Mentre Liz si ritrova a fare i conti con il peso di un errore che minaccia di distruggere il legame con il marito, Derek si confronta con la necessità di superare l’orgoglio e accettare le proprie responsabilità, dimostrando come il perdono, prima ancora che un dono all’altro, sia una scelta consapevole che nasce dal desiderio di ricostruire, anche quando le fondamenta sembrano irrimediabilmente compromesse. Ad ogni modo, la sorprendente velocità con cui sembra risolversi questa vicenda lascia presagire che, sotto la superficie apparente della riconciliazione, si nascondono ancora complessità irrisolte che potrebbero riemergere in futuro.
Il confronto tra i due offre una prospettiva speculare a quella tra Jimmy e Louis. Mentre il perdono di Derek verso Liz è guidato dal desiderio di preservare il loro legame familiare, quello di Jimmy appare viziato da un senso d’obbligo e da una necessità più formale che autentica. Questo dualismo rende ancora più evidente la difficoltà intrinseca nel perdonare, un atto che non si compie solo per gli altri, ma soprattutto per sé stessi, e solo quando si è davvero pronti a farlo.
Il momento più atteso della stagione arriva con l’incontro tra Jimmy e Louis, ma, anziché offrire la catarsi emotiva che ci si sarebbe aspettati, ciò che emerge è un perdono frettoloso e disonesto, rappresentazione amara e disarmante dell’incapacità del protagonista di lasciar andare il passato. Jimmy, intrappolato nel proprio dolore, impone a Louis di non avere più alcun contatto con Alice o con il resto delle persone a lui care, scambiando questa promessa per una sorta di soluzione definitiva al proprio dolore. È un momento di straordinaria intensità, in cui la vulnerabilità di entrambi si svela, ma che lascia lo spettatore con un senso di incompiutezza, quasi a voler sottolineare che il perdono non può essere imposto o simulato. Louis accetta le condizioni di Jimmy, ma il suo sguardo tradisce la delusione di chi sperava in una redenzione autentica.
In un episodio così denso di emozioni, anche i momenti più leggeri assumono una valenza simbolica. Paul, afflitto da sintomi sempre più evidenti del Parkinson, decide quindi di rinunciare all’alcol per non aggravare la sua condizione. La scena finale, in cui versa il suo ultimo bicchiere di whiskey e brinda con Jimmy, racchiude in sé una straordinaria potenza simbolica: il gesto di Paul rappresenta non solo un atto di accettazione, ma anche una dimostrazione di forza, un messaggio che si riverbera anche su Jimmy, il quale si interroga sul proprio percorso di perdono e sulla possibilità di riconciliarsi non solo con Louis, ma soprattutto con se stesso.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Approfondimento emotivo e conflitto tra perdono e autocondanna
  • Personaggi in grado di suscitare un’empatia incredibile
  • Equilibrio perfetto tra drama e comedy
  • Struttura narrativa molto solida
  • Jimmy e un “finto perdono” che avrà le sue ripercussioni
  • L’ultimo whiskey per Paul in compagnia di Jimmy
  • Brian ogni tanto risulta un po’ eccessivo e caricaturale

 

In definitiva, “Last Drink” non è solo un episodio che esplora con rara sensibilità le sfumature del perdono, ma un capitolo che riesce a intrecciare con straordinaria eleganza i percorsi personali dei suoi personaggi, mostrando come il cammino verso la guarigione non sia mai lineare, ma fatto di esitazioni, cadute e piccoli passi avanti, e ricordando che, prima di poter perdonare gli altri, è necessario innanzitutto imparare a perdonare se stessi.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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