“Perdiana, queste feci non escono.”
-flashback di merda
Dopo sei puntate di esperimenti generici, Gianfelice Spagnagatti si tinge di Noir e diventa il detective alcolizzato Eddie Giacchetta. Per la prima volta il protagonista decide di lasciarsi trasportare dal personaggio e il risultato è uno degli episodi più deliranti e metatestuali finora realizzati. Mimmo.
Il motore della narrazione, ovviamente, non poteva che essere un’indagine, in questo caso specifico la ricerca di Gianfelice, scandita dalle tappe classiche dell’investigazione in stile noir: l’incontro con la famiglia della persona scomparsa, la ricerca di informazioni nel bar più malfamato della città, la tappa in redazione e il colloquio col direttore del giornale locale, fino ad arrivare all’immancabile alterco col cattivone subdolo e corrotto. Insomma, il consueto viaggio alla scoperta del genere di puntata, questa volta però maggiormente nelle mani del nostro protagonista, in grado addirittura di plasmare il normale corso degli avvenimenti arrivando anche ad utilizzare lo stratagemma del flashback (dimmerda) a suo piacimento. Mimmo.
Parte prima di quella che sarà la conclusione in due atti di questa prima stagione, Maccio trova nel noir un genere perfetto per dare sfogo alla sua particolare comicità: tornano i nomi improbabili, i giochi di parole idioti, le battute senza senso e tutto ciò che da sempre caratterizza l’umorismo di Macchia. Abbiamo quindi il Falso Quotidiano, l’Onorevole Marrapo, il luogo in cui è tenuto prigioniero Gianfelice sito in via Vai 12, il grande ritorno di Anna Pannocchia (vera guest star di puntata nonostante l’anziana presenza di Max Pisu) e la componente metatestuale messa in risalto soprattutto nell’utilizzo del flashback da parte di Gianfelice/detective Giacchetta (“Ricordi adesso?“/ “Sì, ma solo perché ho visto il flashback.”), tutti elementi che in qualche modo richiamano i lavori storici del maestro Capatonda, senza che comunque la puntata ricordi troppo qualcosa di già visto in passato. Mimmo.
Nonostante i voluti anacronismi, quali ad esempio la presenza di smartphone e MacBook, il genere viene esplorato con estrema dovizia di particolari, ricalcandone alla perfezione i cliché e gli sviluppi tradizionali, dal diffuso alcolismo dei detective all’onnipresente voce off, passando, come già detto in avvio di recensione, per tutte le tappe classiche dell’indagine tipica del cinema investigativo anni ’40-’50. Il risultato è un ottimo episodio, in grado di scherzare sul genere preso in esame in maniera intelligente ma sempre attraverso un umorismo becero fatto di feci dal diametro spaventevole, onorevoli a cui piace prenderlo nel didietro, cattiverie, delinquenze, criminalità, cattivenzie, delinquità, detective che sono in un vicolo cieco perché potrebbero essere detective del cazzo, parrucche e botte forti. Mimmo.
Abbiamo anche il colpo di scena e scopriamo che Gianfelice, che in realtà è Giacchetta, è uno stronzo. Così Gianfelice, quello buono, non Giancattivo, va a denunciare il suo più caro suo suo informatore di sempre, ma nel mentre Giancattivo diventa ancora più cattivo. Così il cattivo cattivissimo, Gianstronzo, ride a tutta bocca fino alla transizione finale a cerchio.
Scusate ma devo uscire che ho finito la birra e devo bere. Ciao.
Mimmo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Quiz 1×06 | MIMMO milioni – 0.MIMMO rating |
Noir 1×07 | MIMMO milioni – 0.MIMMO rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.