“There are things that are worth knowing and things worth not knowing, because you can’t change them anyway.”
Dopo la breve parentesi nella scorsa puntata, Dark mette in sospensione la narrazione odierna per concentrarsi su quella trasversale nel passato e tirare quindi un attimo le fila della trama in conclusione di puntata. Mikkel trascina lo spettatore con sé catapultando l’ignaro osservatore nella Germania del 1986, pochi mesi dopo il disastro nucleare avvenuto a Černobyl’.
Attraverso gli occhi confusi e spaventati del giovanissimo Mikkel si può osservare l’ottimo lavoro di ricostruzione scenografica che Dark ha deciso di mettere in piedi.
Sono da evidenziare due fattori in particolare che vengono portati all’attenzione dello spettatore dal contrasto narrativo tra 1986 e 2019. Il primo è relativo alla centrale nucleare, il secondo riguarda la caverna. Non è un caso che proprio i due elementi horror della serie vedano in “Past And Present” una diversa declinazione a seconda che si prenda in esame un diverso arco temporale.
La centrale nucleare, considerato l’anno di approdo di Mikkel, rappresenta una scelta narrativa furba ed intelligente perché permette agli sceneggiatori di continuare a tenere alto il livello del mistero (i barili radioattivi nascosti sottoterra), ma anche di poter giocare con la storia e sfruttare una tematica di sociale importanza quale fu il disastro nucleare della centrale di Černobyl’. Tale elemento, infatti, serve ad introdurre le versioni passate dei personaggi già apparsi e di portare in scena i cambiamenti occorsi nel tempo (Ulrich rappresenta l’esempio più lampante): non si parla di mutazioni ma di un fattore storico di portata enorme che va a rimodellare meccanismi, modi di fare e comportamenti. Ed è qui che Dark, furbescamente, trova un modo intelligente per potersi ricollegare ed al quale appoggiarsi.
“What we know is a drop, what we don’t know is an ocean.”
La caverna, invece, ci viene mostrata in questo episodio come un luogo dove il tempo è inesistente. O meglio: la caverna sembra porsi come un luogo esterno al tempo inteso come dimensione (almeno in determinati punti e non nella sua totalità) e quindi punto di passaggio tra un arco temporale e l’altro. Questo spiegherebbe quanto accaduto a Mikkel, anche se l’interrogativo più pregnante e grosso rimane il come il tutto avvenga e cosa possa aver scatenato questa alterazione fisica-temporale in quel determinato luogo. Il complicato marchingegno, già apparso nella scorsa puntata, ed i due uomini che si sono visti in suo possesso potrebbero portare una spiegazione a questo interrogativo. Come introdotto nella scorsa recensione, quindi, continua la permanenza dell’elemento della sincronicità quale chiave di lettura della narrazione della trama. Ma in che modo tale chiave deve essere interpretata esattamente?
C’è poi da considerare che il passato rappresenta un punto fermo per chiunque ed essendo tale non è possibile modificarlo. Tuttavia, Dark potrebbe appoggiarsi alla teoria della simmetria temporale (time reversal symmetry) nel suo districarsi relativamente alla storia: per esemplificare, è come se osservassimo un sistema che, dopo essersi sviluppato da un ipotetico passato verso un determinato futuro, invertisse il suo moto e ritornasse nello stato passato dal quale era partito.
Dopo aver citato uno psicanalista nella scorsa recensione, in questa ci si sofferma sulla fisica: insomma, può apparire chiaro che la narrazione di Dark non si poggi sugli elementi più banali ed elementari di questo mondo, considerate le tematiche richiamate in campo.
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Lügen 1×02 | ND milioni – ND rating |
Gestern und Heute 1×03 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.