per uscire da una crisi di risultati consecutivi ed infrangere la superstizione ci si debba fare la ragazza più brutta che si riesca a trovare. Ecco, Charlie si è fatto Mel. Invidiosi? Almeno ha funzionato ed ha rotto la sua serie negativa, peccato che ora se la sia ritrovata come paziente in cura. In realtà non ha alcun problema di controllo della rabbia ma “solo” uno problema ossessivo nei confronti di Charlie che si chiama stalkeraggio.
E’ su questo che si basa l’intera puntata, una serie di situazioni poco credibili che dovrebbero risultare divertenti ed irriverenti. Certo non nego che alcune siano state carine ma dopo un po’ la presenza di questa stalker comincia a dare sui nervi, per non parlare dell’atteggiamento di sfida tenuto dall’ex moglie e dalla figlia: completamente fuori luogo.
C’è un netto calo di potenza narrativa rispetto al primo episodio che, come ogni pilot, deve rispecchiare tutte le potenzialità dello show per essere approvato e dare il via ad una stagione, tuttavia anche Anger Management non riesce ad evitare di cadere nella trappola della seconda puntata che come spesso accade è di qualità di contenuti consistentemente più bassa per poi assestarsi su un livello intermedio dalla terza o quarta puntata in poi. Speriamo sia così perchè altre 88 puntate simili rischiano di stare sul groppone anche ai fan più sfegatati dello psichiatra.
- Mel nuda con le gambe aperte in cucina
- Citazione di Lilli e il Vagabondo
- Manca il vicino di casa
- Troppo poco spazio ai pazienti
- Scene che non fanno ridere
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.