Billions 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 5 min

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What we do has consequences, intended and, uh… unintended. The decisions we make, the actions we bring, have weight. I’ll have to carry this one. 
So… would I have given a break to some drug dealer? No. 
So, why would I give one to a businessman? None of this should change your mission. 
Come to work every day and be just and strong in the actions you bring, and don’t waver.

È in casi come questo che si spiega l’esistenza e la giusta fama di Netflix, Amazon, Hulu et similia. D’altronde un po’ lo si poteva e doveva prevedere vista la qualità dei due attori principali perché quei due nomi, messi insieme e collocati agli antipodi del medesimo ring, non possono che fungere da enormi calamite attira spettatori. Si poteva quindi sbagliare “solo” sulla trama e sulla resa scenica, anche qui fortunatamente Showtime non ha fallito, anzi, e quindi eccoci qua a commentare uno dei migliori pilot di questa stagione 2015/16, il migliore del 2016 senza ombra di dubbio, è solo il 4 Gennaio, in fondo.
Billions fin dai primi istanti si palesa con quelle caratteristiche tipiche da film hollywoodiano di spessore, con le sue inquadrature studiate al dettaglio, scene all’apparenza eccessive abbandonate a se stesse, per poi essere riprese quando meno lo si aspetta (prima sequenza bondage e sadomaso), budget e location di tutto rispetto. Si, Billions possiede tutti i crismi per essere riprodotto sul grande schermo, tuttavia è da qualche anno che il piccolo schermo sovrasta per fama le produzioni cinematografiche, quindi quale miglior modo di raccontare una storia intrigante (ma in parte già vista) sfruttando al massimo le potenzialità offerte dai network via cavo?
Showtime ha visto nello show di Brian Koppelman, David Levien e Andrew Ross Sorkin quella scintilla che probabilmente già alcuni di voi hanno scorto durante i 59 minuti di questo “Pilot”, e l’ha colta al volo. Il trio di showrunner e creatori è altamente poliedrico: da un lato abbiamo Koppelman e Levien che lavorano insieme come produttori, registi e sceneggiatori sin dal 1998 (loro Ocean’s Thirteen, Rounders ed un’altra manciata di film non molto apprezzati da pubblico e critica), dall’altro il vincitore del Gerald Loeb Award (paragonabile all’Oscar del giornalismo finanziario/economico) che è anche l’autore del libro “Too Big Too Fail” da cui HBO ha tratto il film ed in cui, “fatalità”, recita anche Paul Giamatti. Le competenze tecniche inerenti il lato economico e finanziario sono ampiamente coperte da Sorkin, quelle narrative dall’affiatamento del duo Koppelman-Levien: senza Sorkin non ci sarebbe profondità, senza Koppelman e Levien non ci sarebbe una sceneggiatura. Noi ringraziamo.
Billions si fregia di due pesi massimi, Giamatti e Lewis, e li mette ai lati opposti di una realtà che è estremamente attuale. La serie porta infatti in auge le tematiche della speculazione finanziaria, della finanza fraudolenta e della difficoltà delle istituzioni (o chi per esse) di trovare e punire gli eventuali “furbetti” di Wall Street e dintorni. I character di Giamatti e Lewis ricoprono dei ruoli di potere diametralmente opposti che possono coesistere pacificamente fintanto che nessun dei due si interessi delle attività dell’altro o, per meglio dire, finchè il personaggio di Giamatti non si incazza a bestia decida di aprire un fascicolo sulle azioni dell’Axe Capital. Chuck Rhoades è un integerrimo U.S Attorney (l’equivalente del Pubblico Ministero italiano) per il Southern District di New York, Bobby “Axe” Axelrod è il proprietario delle Axe Capital ed è riconosciuto per essere uno dei più importanti “player” degli hedge funds del mercato internazionale. Implicitamente, ma soprattutto in assenza di corruzione, i due non dovrebbero mai avere a che fare vicendevolmente, è però la presunta (fino a prova contraria) violazione della regolamentazione finanziaria che costringe i due ad incrociare le loro carriere e a dare il via alla serie.
Il “Pilot”, oltre a risplendere per le performance recitative di Giamatti e Lewis, funziona ottimamente non solo per le tematiche presentate, ma anche per il modo in cui presenta tutti i diversi aspetti delle vite dei due pesi massimi: se il lato familiare assume sfumature differenti identificabili sia dai rapporti con i figli sia da quello con le mogli, anche il lato lavorativo presenta dei contorni completamente diversi per l’approccio spavaldo (Axe) e riflessivo (Rhoades). Rhoades e Axelrod in comune hanno solo un carisma enorme ed una carriera professionale a cui non vogliono rinunciare per nulla al mondo, due elementi che da soli fungono da motore dell’intero show. L’impronta data dalle due interpretazioni di Giamatti e Lewis è memorabile, cinematografica al massimo, ed estremamente vivida tanto da permettere fin da subito l’empatizzazione dello spettatore pur trattando temi distanti anni luce da chiunque. La potenza di Billions è infatti tutta qui: se l’incipit iniziale ad una prima fugace visione è lo scontro per il rispetto della legge, ad una più attenta visione lo si identifica come battaglia per l’imposizione del proprio “Io”. Il rispetto della Legge poco centra con Billions, la trama è esplicabile serenamente tramite la frase “You just saved me from making a huge mistake for dick-measuring purposes“, perché è proprio in questo che alla fine consiste la nuova serie di Showtime: una guerra a chi ce l’ha più lungo nella propria giurisdizione, mascherata da professionalità e arrivismo.

But then again, what’s the point of having f*ck you money if you never say f*ck you?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interpretazione di Lewis e Giamatti
  • Contrapposizione dei ruoli
  • Trama intrigante e ben realizzata
  • Ottima la resa scenica e i doppi e tripli giochi dei protagonisti
  • Conflitto d’interessi possibile visto il lavoro alla Axe Capital

 

Forse per alcuni il vocabolario potrà sembrare ostico, in fin dei conti quando si parla di swap o hedge funds non è che venga spiegato alcunché (nel caso fosse stato fatto sarebbe risultato forzato), anzi, tuttavia ogni serie che si specializza in un settore specifico, sia esso medicina (Grey’s Anatomy) o “cultura nerd” (il The Big Bang Theory dell’epoca d’oro) o informatico (Mr. Robot), utilizza un linguaggio contenente termini settoriali, elemento che per i più non è mai risultato un ostacolo. Il nostro consiglio è di fare in modo che non lo sia neanche per Billions, qualora continuasse su questa scia non si meriterebbe un trattamento diverso.

 

Pilot 1×01 0.9 milioni – 0.2 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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