Nella precedente recensione si cercava di porre all’attenzione dei lettori la vastità del potenziale inespresso della serie, mantenendo sempre e comunque un occhio di riguardo per lo show in virtù dell’indubbia qualità attoriale messa in scena e del difficile contesto entro cui i personaggi sono costretti a muoversi. Questa settimana il giudizio complessivo rimane pressoché invariato, sebbene costruito su basi leggermente discrepanti rispetto quanto detto in merito a “Short Squeeze“.
Iniziamo parlando dei due protagonisti. Accantonando per un attimo l’aspetto strettamente legato alle interpretazioni di Lewis e Giamatti, ineccepibili, e spostando l’attenzione sulla scrittura dei loro personaggi, è impossibile non storcere il naso in merito a quanto visto in questo quinto episodio.
La prima problematica che salta all’occhio è la sostanziale ridondanza per quanto concerne lo sviluppo delle due personalità, perfettamente chiare agli occhi dello spettatore – quantomeno nei loro tratti caratteristici – eppure costantemente rimarcate, nel caso di Bobby con l’abuso di scontate metafore volte a sottolineare il suo desiderio di libertà, come ad esempio la parentesi sul base jumping in compagnia di Lara – dopo l’ennesima scena di sesso utilizzata essenzialmente per ostentare quel sensazionalismo visivo non facile da trovare in uno show ambientato nel mondo della finanza – e nel caso di Chuck con la reiterazione del suo lato sadomasochista, in questa occasione assolutamente immotivata fin quasi all’inutilità.
Muovendo da un’immagine tutt’altro che chiara, anzi, molto spesso ambigua e delimitata da foschi confini narrativi, la serie comincia finalmente a delineare una struttura solida e tangibile. Questo quantomeno per ciò che concerne lo sviluppo legato alle personalità dei personaggi e alle motivazioni celate dietro le loro azioni. Se invece spostiamo l’attenzione verso l’intreccio, notiamo fin da subito una certa compartimentazione diegetica che porta inevitabilmente alla stagnazione di alcune storyline, in particolar modo quelle secondarie (per dirne una, il probabile triangolo amoroso con Bryan al suo vertice), problematica che induce noi tutti a confidare nella capacità degli autori nel creare una maggior comunicabilità tra i diversi piani narrativi nell’immediato futuro.
Il piano ideato da Axe, seppur costruito dagli autori in maniera un po’ raffazzonata, porta a un bel finale di puntata. Un finale che risulta migliore di quanto sia realmente, forse perché arrivato dopo quaranta minuti giocati a ritmi non certo arrembanti, ma comunque reso bene dall’ottima interpretazione di Lewis che in questo episodio ruba la scena a tutti i suoi colleghi. Ciò che adesso occorre augurarsi è che questa eccellenza a livello recitativo non si trasformi in alibi per lesinare in termini di originalità nella scrittura, trincerati dietro una serie di nomi che costituiscono una garanzia in termini di presenza scenica ma che fino ad ora appaiono incatenati, artisticamente parlando, da una scrittura ben al di sotto delle aspettative maturate in seguito alla visione del pilot.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Short Squeeze 1×04 | 0.85 milioni – 0.3 rating |
The Good Life 1×05 | 1.01 milioni – 0.3 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.