Constantine 1×06 – Rage Of CalibanTEMPO DI LETTURA 8 min

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Dopo due episodi molto scorrevoli e di grande intrattenimento (“Feast Of Friends” e “Danse Vaudou“), era chiaro che lo show avrebbe messo la prima e sfornato una puntata dove avrebbe ripreso il fiato, per poi ripartire nell’episodio successivo, con tutta probabilità, nuovamente a correre; quello che, però, non ci si aspettava, era una puntata così tanto transitoria da toccare i fasti di  “The Darkness Beneath“. Il problema principale con la puntata, è che la produzione ha voluto confezionare un episodio semplice e senza troppo pretese, cercando, tuttavia, nella sua semplicità, di provare a soddisfare dei requisiti alquanto difficili da portare a casa: sfornare il massimo risultato, con il minimo sforzo.
In questo obiettivo, il massimo risultato era quello di creare una puntata di collegamento tra le precedenti e la successiva, evitando di sviluppare ulteriormente la trama principale (Constantine VS l’Oscurità Nascente); il minimo sforzo, invece, era quello di riuscirci senza dover scomodare gli “assi nella manica” quali: trame prese dall’opera originale, dettagli importanti sul passato dei protagonisti e l’apparizione di un villain di grande calibro (questi, giusto per citarne qualcuno).
Di sicuro, uno dei punti di forza di “Rage Of Caliban”, è la trama, la cui non troppo originale storia del bambino posseduto, presenta momenti analoghi all’incidente che ha condannato la piccola Astra; ma anche qui, della giovane vittima non sappiamo ancora nulla, lasciandoci in balia di scene e frasi che già conosciamo, e che inoltre, sembrano essere le uniche che il serial demoniaco voglia far conoscere ai suoi spettatori. Se il risultato finale a cui mirava la puntata era vedere John Constantine affrontare il passato, purtroppo fallisce, perché quello che viene fuori è solo un momento analogo, buono per il deja vù personale del protagonista, e per occupare lo spettatore ricordargli cose che già sa; è troppo pretendere una certa evoluzione caratteriale, quando non viene messo davanti al trauma per eccellenza che ha formato il bastardo inglese. Ma anche davanti ad una narrativa trita e ritrita, Constantine riesce a trovare il modo il renderla quanto meno alternativa, capovolgendo l’identità del colpevole: non un fantasma tormentato, ma l’anima di un vivente che non trova pace.
E’ indubbiamente un ottimo colpo di scena, capace di rivalutare l’intera puntata, impreziosito da altri due momenti soddisfacenti; John che prende a pugni il manichino zombie, è si un momento fine a sé stesso, ma soddisfacente per tutti quelli che hanno sempre sognato di dare il benservito a quei pupazzi a grandezza naturale che sbucano fuori dalle Case dell’Orrore dei Luna Park; il secondo è quando John si accende tranquillamente una paglia. Se nell’episodio scorso lo si vedeva già intento a spippettare una sigaretta, in barba a tutti i divieti della NBC, qui lo si vede addirittura compiere l’intero procedimento di accensione; non sembra, ma è una grande vittoria per lo show, conquista che gli permetterà di sfornare grandi momenti e rendere ancor più fiera il media di provenienza originale.
Tutto ciò, però, non basta a soddisfare l’obiettivo che si era imposto la produzione con questo episodio di Halloween in ritardo; pur con la sua guardabilità, non ce la fa a sfornare una puntata stand-alone degna di questo nome, dando vita quindi, alla sua “cugina”: la filler. Dove sta la differenza, tra la tipologia “stand-alone” di puntata, e quella “filler”? Che la stand-alone è costruita in maniera che possa vivere così com’è, come eterno episodio pilota: potrebbe anche esistenza senza essere collegata ad un telefilm preciso; il filler, invece, lo dice il nome, è solo a scopo riempitivo: una parentesi senza troppe pretese dedita solamente a tenere occupato lo spettatore, parentesi, che all’economia di tutta la trama generale, non è necessaria. Purtroppo il serial decide di rendere questo filler qualcosa di più, tentando questa strada senza accedere agli elementi per rendere possibile il loro desiderio, rendendolo ancor più filler. La loro decisione è stata come quella del pescatore che decide di prendere dei pesci, senza l’uso di canne da pesca ed esche, pretendendo che i pesci escano dal torrente al semplice grido: “Ehi pesce! Vieni fuori, che devo mangiare!”; magari non sembra, ma ad una più attenta visione, vi sarà chiaro.
Basti vedere tutti i vari riferimenti all’Oscurità Nascente, che non sono altro che i soliti criptici messaggi che volano da inizio stagione, quando la puntata invece, voleva spacciarlo come una sorta di avanzamento di trama e far capire che, episodi come quello del bambino posseduto, sono sempre più frequenti a causa di questo intangibile e sfuggevole nemico; il fatto è che la produzione dona l’effetto contrario: un continuo suggerirsi di previsioni criptiche e minacciose di quello che verrà, senza però darci in pasto qualcosa di concreto. La cosa è ulteriormente sottolineata grazie al punto più debole non solo della puntata, ma anche della serie: i personaggio di supporto. Quando Chas e Zed ci sono, poche volte s’incastrano bene tra di loro, apparendo sopratutto sbilanciati e, a volte, anche di peso; paradossalmente, quando non ci sono (o solo uno dei due è assente) si avverte una certa mancanza, come se mancasse una gamba. Zed in questo episodio si prende una pausa, spostando tutto il peso su Chas, peso che non riesce a sopportare perché non caratterizzato a dovere, finendo per fare le solite figuracce solo per menomarlo e portare a casa un po’ di splatter; un tentativo di risollevarlo c’è stato, quando si è accennato alla moglie, ma la cosa è andata a fare a pugni con la decisione della puntata di non svelare troppo, trasformando il tentativo di caratterizzazione in un coito interrotto. Questa è la conferma ultima di quanto si è detto finora.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action del maghetto inglese? (intendo Constantine eh, non quell’altro quattrocchi sfregiato). Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents OfS.H.I.E.L.D.The Flash e Gotham eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata
  1. Alle fine dell’episodio, si può vedere un bambino vestito da Robin.
  2. La Spada della Notte non è solamente un liedetector in formato World Of Warcraft. Oltre a svolgere la funzione di, beh, spada, la Spada della Notte è l’arma per eccellenza del supereroe Nightmaster, nonché uno degli oggetti di potere più celebri dell’Universo DC; oltre a costringere il suo possessore a dire tutta la verità e nient’altro che la verità, l’arma può costringere anche altri a fare la stessa cosa ed essere estremamente sinceri. Inoltre, può avvertire il possessore dei pericoli imminenti tramite illuminazione della lama e impedire a chi la brandisce di invecchiare.
  3. La Renee di cui parla Chas non scopriamo solo che è sua moglie, ma che i due si sono anche lasciati. Comparsa per la prima volta su Hellblazer #49 del 1992, Renee è la scorbutica e misantropa (ma a volte adorabile) consorte di Chas Chandler; prova, da sempre, un odio profondo e sconfinato per John Constantine e ha sempre maledetto, in tutti i modi, l’amicizia tra lui e il marito, intimando ogni volta che le era possibile il consorte di troncarla al più presto. I due hanno una figlia, Geraldine Chandler, che a sua volta, ha dato alla luce una nipotina: Tricia Chandler.
  4. La scuola dell’episodio si chiama “Veitch High School”. E’ un omaggio allo scrittore Rick Veitch, artefice degli numeri #76-77 (1988) della testata Swamp Thing, numeri in cui compare John Constantine come comprimario e che hanno convinto la DC Comics a dedicarli un mensile tutto suo tramite l’etichetta Vertigo; sono considerati una sorta di “preludio” al primo arco narrativo del personaggio: Original Sins (Hellblazer #1-9, 1988).
  5. La mappa che Constantine consulta è stata creata da Ken Ondaate, conosciuto anche con il soprannome di “Map”; Ken è un mago potentissimo e dai poteri magici immensi, che ha rifiutato il ruolo di mago supremo e re di ogni creatura/individuo collegato alla magia, preferendo la tranquilla vita di spazzino delle ferrovie; compare per la prima volta su Hellbalzer #135 del 1999 e sparirà dalle scene su Hellblazer #238 del 2008, inghiottito dal un portale di sua creazione.
  6. Sempre sulla mappa, compare il nome di un certo “Alex Holland”: celebre alter-ego di Swamp Thing. Al secolo, scienziato che lavorava nelle paludi della Louisiana su una formula chimica atta a “creare le foreste dal deserto”, Holland fu fatto esplodere assieme al suo laboratorio dal misterioso Mr. E. Fuggendo, contaminato dalle sostanze liberate dalle fiamme; Holland finì nell’acquitrino, da cui, poco tempo dopo, emerse una ibrido uomo-pianta. Inizialmente, la creatura credeva di essere lo stesso Holland mutato, ma in verità si scoprì che la vegetazione circostante aveva assorbito la memoria dell’uomo nei suoi ultimi attimi di vita, e che adesso era, di fatto, una pianta che credeva di essere Alex Holland. Pur con difficoltà, Swamp Thing accettò la cosa e venne aiutato da diverse persone a imparare come controllare i propri poteri; una di queste persone, fu John Constantine.
  7. E visto che Swamp Thing si è citato più volte, è il caso di dire che John Constantine nasce come personaggio secondario proprio nella serie regolare dell’alter-ego di Alex Holland, iniziando ad apparire costantemente durante l’arco narrativo American Gothic (Swamp Thing #37-50, 1985-1986)  nelle vesti di “consulente soprannaturale”del protagonista. Nei numeri successivi, riapparirà solo saltuariamente e per sporadiche apparizioni speciali. 

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’identità del colpevole
  • John contro i fantasmi (di gomma)
  • Constantine fuma
  • Poco sviluppo della trama generale
  • Manca Zed
  • Tentativo di rendere l’episodio meno filler fallito
  • Chas

 

L’obiettivo che la produzione si era prefissata con “Rage Of Caliban”, era quello di creare una puntata piacevole da ricordare, pur rimanendo nella sua modesta godibilità. Il risultato non è malvagio e non ha trasformato “Rage Of Caliban” in una puntata pietosa. Ma d’altro canto, certi aspetti risultano alla fine un po’ ambigui, forse perché ha voluto strafare per i motivi spiegati qui sopra, creando il capitano degli episodi filler.

 

Danse Vaudou 1×05 3.54 milioni – 0.8 rating
Rage Of Caliban 1×06 3.22 milioni – 0.9 rating

 

 

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