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The Gifted arriva alla conclusione della sua prima stagione confezionando un doppio season finale all’insegna di un mix tra narrazione col fiato corto e narrazione velocizzata frettolosa, per chiudere tutte le trame in attivo in vista della già assicurata seconda stagione.
Cosa non ha funzionato in “eXtraction/X-roads”? Nonostante in questi episodi conclusivi qualche rischio se lo prenda, The Gifted ha sempre vissuto in una rassicurante schematizzazione narrativa che (piano piano) l’ha portato ad avvicinarsi più ai classici prodotti della FOX, piuttosto che agli stimati colleghi del genere cinecomics come Marvel’s Daredevil. Con questo non si vuole dire che ogni prodotto adesso debba per forza osare, ma non si vuole neanche lasciare intendere che bisogna ignorare del tutto gli importanti cambiamenti portati da mostri sacri della tv come Breaking Bad riguardo la concezione, concepimento e messa in scena delle serie tv, ormai generalmente lontane dal modo di narrare di The Gifted che – come un qualsivoglia fumetto Bonelli – ripropone ad ogni episodio le caratteristiche su cui si regge con incessante ripetitività, quasi per un bisogno fisiologico di essere conservatore.
Per fare qualche esempio, le vicissitudini della famiglia Strucker erano inizialmente il modo del serial Marvel/FOX di mostrare da vicino il parere degli umani nella causa mutante. Tuttavia, gli Strucker sono via via diventati scomodi protagonisti che il pubblico ha deliberatamente snobbato e considerato poco come effettivi personaggi principali, in quanto l’attenzione si è spostata sulla squadra che sostituisce gli Uomini X nel serial “degli X-Men senza gli X-Men”.
Forse gli Strucker sono solo la cornice in cui far recitare Amy Acker, ma nella seconda stagione sarebbe bene cercare di riformattare il ruolo di questi “protagonisti” da effettivi personaggi principali, magari a chauffour aventi il compito di spostare l’attenzione sulla squadra ribelle di mutanti.
Tuttavia, anche i personaggi mutanti (soprattutto quelli inventati ex-novo per lo show, che continuano a mancare di identità) mancano di tempismo e quando devono prendere la direzione narrativa che trasformerebbe loro nella degna trasposizione della loro controparte cartacea, arrivano in ritardo, o addirittura non arrivano. Si prende l’esempio emblematico di Polaris – indubbiamente il personaggio più riuscito di The Gifted – che si rende protagonista dell’inaspettata scena in cui fa precipitare l’aereo con a bordo Campbell, mostrando il suo conflitto tra il sogno di Xavier e quello di Magneto.
Nonostante ciò, nella stagione il Signore del Magnetismo non viene nominato neanche una volta e questo non basta per generare un conflitto. Ora, va presa questa cosa e va ripetuta (con le dovute variazioni) per gli altri personaggi, come le Naidi di Stepford o Thunderbird.
Amaris in fundo, un ragionamento fatto a posteriori riguarda il target della serie, sicuramente cambiato rispetto il pilota: a chi è destinata questa serie? Sembra quasi che si sia infatti partiti dalla necessità di ampliare l’universo degli X-Men sul piccolo schermo, piuttosto che lavorare sulla necessità di veicolare tematiche contro segregazione e razzismo, tematiche che sono indubbiamente le colonne portanti di qualsiasi X-prodotto. Non è tendenzialmente giusto leggere un prodotto alla luce del suo target, ma qui è difficile comprendere chi sono i destinatari dello show, lasciando che lo spettatore giudichi The Gifted come una narrazione “generica”, che tocca i punti che deve toccare di un serial supereroistico, ma non quelli di un serial sugli X-Men.
Per fare qualche esempio, le vicissitudini della famiglia Strucker erano inizialmente il modo del serial Marvel/FOX di mostrare da vicino il parere degli umani nella causa mutante. Tuttavia, gli Strucker sono via via diventati scomodi protagonisti che il pubblico ha deliberatamente snobbato e considerato poco come effettivi personaggi principali, in quanto l’attenzione si è spostata sulla squadra che sostituisce gli Uomini X nel serial “degli X-Men senza gli X-Men”.
Forse gli Strucker sono solo la cornice in cui far recitare Amy Acker, ma nella seconda stagione sarebbe bene cercare di riformattare il ruolo di questi “protagonisti” da effettivi personaggi principali, magari a chauffour aventi il compito di spostare l’attenzione sulla squadra ribelle di mutanti.
Tuttavia, anche i personaggi mutanti (soprattutto quelli inventati ex-novo per lo show, che continuano a mancare di identità) mancano di tempismo e quando devono prendere la direzione narrativa che trasformerebbe loro nella degna trasposizione della loro controparte cartacea, arrivano in ritardo, o addirittura non arrivano. Si prende l’esempio emblematico di Polaris – indubbiamente il personaggio più riuscito di The Gifted – che si rende protagonista dell’inaspettata scena in cui fa precipitare l’aereo con a bordo Campbell, mostrando il suo conflitto tra il sogno di Xavier e quello di Magneto.
Nonostante ciò, nella stagione il Signore del Magnetismo non viene nominato neanche una volta e questo non basta per generare un conflitto. Ora, va presa questa cosa e va ripetuta (con le dovute variazioni) per gli altri personaggi, come le Naidi di Stepford o Thunderbird.
Amaris in fundo, un ragionamento fatto a posteriori riguarda il target della serie, sicuramente cambiato rispetto il pilota: a chi è destinata questa serie? Sembra quasi che si sia infatti partiti dalla necessità di ampliare l’universo degli X-Men sul piccolo schermo, piuttosto che lavorare sulla necessità di veicolare tematiche contro segregazione e razzismo, tematiche che sono indubbiamente le colonne portanti di qualsiasi X-prodotto. Non è tendenzialmente giusto leggere un prodotto alla luce del suo target, ma qui è difficile comprendere chi sono i destinatari dello show, lasciando che lo spettatore giudichi The Gifted come una narrazione “generica”, che tocca i punti che deve toccare di un serial supereroistico, ma non quelli di un serial sugli X-Men.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il finale della prima stagione di The Gifted non ha colpito abbastanza nel segno. Mentre ci sono stati alcuni momenti degni di essere visti, la maggior parte del finale in due parti è stata impiegata nel costruire svolte narrative ripetitive e poco interessanti. Lo show è rimasto bloccato in un noioso schema narrativo fatto di operazioni di guerriglia che non è riuscito completamente a conquistare l’interesse dello spettatore. Rimandato a Settembre.
3 X 1 1×11 | 2.54 milioni – 1.0 rating |
eXtraction in 1×12 | 3.42 milioni – 1.1 rating |
X-roads 1×13 | 3.42 milioni – 1.0 rating |
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