Il 21 maggio 1991 è una data che potrebbe non dire niente a chi sta leggendo, tuttavia è una data storica per il basket italiano. Una bellissima pagina di cui purtroppo non molti conoscono la storia, e che Scugnizzi Per Sempre si propone di raccontare grazie alla collaborazione con Rai Documentari. Una sorta di The Last Dance tutta italiana, che sceglie di ripercorrere una pagina sportiva figlia di un’epoca che non esiste più. Un’epoca in cui i bambini giocavano per strada, coltivando il talento sportivo sul cemento, per poi farlo sbocciare nei settori giovanili.
La docuserie è anche un racconto sulla storia del basket e della sua diffusione nel sud Italia. Sì, perché la pallacanestro era un gioco già ampiamente diffuso negli anni ’30 tra le piazze storiche di Milano, Bologna e Venezia, mentre solo nel secondo dopoguerra iniziò a diffondersi anche nel mezzogiorno. In particolare qui si parla della JuveCaserta, storica squadra campana che detiene il primato di unica squadra del sud ad aver mai vinto un campionato di Serie A di basket. Vittoria che arrivò proprio quel 21 maggio 1991, a Milano, e che Scugnizzi Per Sempre ha scelto di raccontare, partendo dall’analisi dei vari presupposti che hanno permesso a questa favola di accadere.
SCUGNIZZI E BASKET
Il regista Gianni Costantino, casertano di nascita non a caso, sceglie di raccontare una storia che, tra gli appassionati della palla a spicchi, è sempre stata ritenuta meritevole di essere trasposta su schermo. In effetti, la parabola della JuveCaserta è un vero e proprio viaggio dell’eroe, che in Scugnizzi per Sempre viene raccontata sin dagli albori fino alla sua ascesa, con annessa ricaduta conseguente. Il viaggio dell’eroe accompagna soprattutto i due “scugnizzi” che danno il titolo al documentario: Ferdinando Gentile e Vincenzo Esposito (primo cestista italiano a segnare in NBA). Due giocatori casertani, prodotti del settore giovanile, che finiranno per prendere in mano le redini della squadra e trascinarla alla vittoria dell’agognato scudetto.
Della favola, tuttavia, c’è solo la retorica, in quanto i nomi chiamati in ballo sono di prim’ordine. A partire da coach “Boscia” Tanjević (futuro commissario tecnico dell’Italia vincitrice dell’Europeo 1999) e del suo grande colpo di genio: Oscar. Il giocatore brasiliano ruba sempre la scena e può essere forse considerato come vero protagonista della docuserie, anche in vista del commovente finale che fa anche velatamente riferimento alle sua storia recente. “Un giocatore che segna e piange” dice Tanjević per convincere il patron Maggiò a portare il detentore del record mondiale di punti segnati all’ombra della Reggia nella piccola Caserta. Una scelta che pagherà e trasformerà una piccola squadra del sud in una squadra con cittadinanza sulla cartina del basket, oltre a favorire la crescita tecnica degli scugnizzi locali.
Gentile: “Uagliò ma che è ‘st’aniello ccà, famme vedè.”
Oscar: “Questo è NBA Hall of Fame.”
Gentile: “Hall of Fame… a’ facc’ ro c***!“
UN PROGETTO IMPRENDITORIALE
Oltre a nomi di prim’ordine, nel panorama cestistico mondiale c’era bisogno anche di un imprenditore forte e di un progetto concreto e solido. Caratteristiche che di solito non appartengono all’imprenditoria meridionale, soprattutto negli anni ’70, ma che con Giovanni Maggiò diventa realtà. Il nome Maggiò è indissolubilmente legato al nome della JuveCaserta, anche e soprattutto per il palazzetto costruito. Un palasport nato per aumentare la capienza del pubblico e garantire allo staff tecnico strutture adeguate per allenamenti e partite casalinghe, in modo da riuscire a fare un ulteriore step verso la riduzione del gap con le grandi squadre del nord.
Con il PalaMaggiò e la promozione in A1 Caserta inizia sin dalla prima stagione a competere ai livelli più alti, arrivando in finale di Coppa Italia dove rimedierà una sconfitta. Scugnizzi per Sempre, infatti, parla molto anche delle sconfitte, dei secondi posti, della narrativa dell’epoca che ruotava attorno alla squadra campana che arrivava sempre vicino al traguardo per poi perdersi negli ultimi 100 metri.
Un grande merito è quello di dare parola anche agli storici rivali dell’epoca, l’Olimpia Milano, con coach Peterson, Dino Meneghin e Antonello Riva. Un bel contraddittorio che mantiene alto il ritmo e diverte lo spettatore, senza tirarsi indietro davanti alle questioni arbitrali di sudditanza psicologica e alle presunte ingiustizie, tra cui la storica finale di Coppa delle Coppe contro il Real Madrid di Dražen Petrović.
MIRACOLO A CASERTA
Tante delusioni per giocarsi tutto nel ’91, nella terza (e ultima) finale scudetto per la JuveCaserta. Un’ultima chance per un gruppo maturo e sulla via del tramonto per problematiche finanziarie che quindi ha vissuto la serie con Milano come una sorta di “The Last Dance“. Il racconto della decisiva Gara 5 lascia molto spazio al campo e alle immagini della partita per accompagnarle con i racconti dei protagonisti. Una soluzione intelligente che dà il giusto spazio ad un evento portato in grembo per sei episodi. Risulta azzeccata anche la scelta di alternare i racconti e le immagini d’archivio a segmenti di girato ex novo, con giovani attori presi a interpretare i vari Gentile e Esposito, per rendere più agevole e comodo il susseguirsi della vicenda.
Infine, è doveroso sottolineare tra i pregi di Scugnizzi per Sempre un finale emozionante, che riunisce i protagonisti del famoso “Miracolo a Caserta” in una reunion che, grazie alla giusta dose di furbizia durante le interviste, riesce a risultare anche interessante per fini narrativi. Un vero e proprio terzo atto divenuto tale solo in fase di montaggio, dando un giusto epilogo alla storia di un gruppo di ragazzi casertani, un brasiliano e uno “slavo”.
… THEM ALL!
Palla a Due 1×01 | |
La Reggia del Basket 1×02 | |
Gli Eterni Bonsai 1×03 | |
Il Profumo della Vittoria 1×04 | |
La Grande Scommessa 1×05 | |
L’Ultimo Canestro 1×06 |
Una mosca bianca nel panorama Rai che racconta una storia che riesce ad essere accattivante per un appassionato sportivo e non solo. Un buon segnale per il futuro, sperando che operazioni come Scugnizzi Per Sempre possano ripetersi sempre più spesso, andando a ripescare, non solo nello sport, storie interessanti nostrane senza il bisogno di andare a guardare necessariamente oltreoceano.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.