“What might be”, quello che potrebbe essere, è un tema centrale dell’episodio e non solo perché è l’essenza della prova di iniziazione di Nynaeve per diventare Ammessa alla Torre Bianca (sottotrama che prende una bella fetta del minutaggio complessivo).
C’è spazio però anche per Rand, con Selene che lo porta alle feste più esclusive dei nobili di Cairhien. Gli vuol far capire quali privilegi possa portare con se il titolo di Drago Rinato. Lui, per ora, non sembra essersi convinto, anzi, sembra sempre ribellarsi, anche involontariamente, al suo destino.
Il reparto trucco e parrucco e il reparto costumi meritano comunque una lode per la raffinatezza della messa in scena. Fra l’altro, il personaggio di nobile dama, non più giovanissima, interpretato da Lindsay Duncan dovrebbe essere la sorella di Moiraine. L’arrivo dell’Aes Sedai blu nella sua città natale è previsto nelle prossime puntate.
NYNAEVE
La prova di iniziazione Aes Sedai consiste nel passare sotto tre archi. Come molti altri oggetti e manufatti nel mondo della Ruota del Tempo, sono costruzioni di epoca leggendaria che nessuno sa chi li ha costruiti o per quale uso fossero precisamente intesi. Non si sa nemmeno se la dimensione in cui viene trasportato chi li attraversa sia o meno reale.
Alcune cose però emergono chiaramente. Prima fra tutte, una vera Aes Sedai deve saper affrontare e gestire i dolori del suo passato e i timori per il futuro. Seconda: l’amore di Nynaeve per Lan è vero e profondo, non solo una notte e via.
Le emozioni date da questa parte dell’episodio sono molte e sono forti. Mentre si rimane in ansia per vedere se la ragazza riuscirà a superare il test, si rischia quasi di non godere appieno di tutto il resto. Forse, però, questo aiuta a delineare meglio il personaggio. Nynaeve ha una testa di adamantio foderata in titanio con il nucleo in porfido. Se è adeguatamente infuriata e spaventata può sparare Potere e costringere la porta che si apre una volta sola a riaprirsi. Questo la rende un giocatore di tutto rispetto sullo scacchiere.
TO OBEY, TO ATTEND AND TO SERVE
Ovvero, il ritorno dei Seanchan dopo molto tempo, da oltreoceano, dove si erano rifugiati. Questi si dichiarano discendenti di Arthur Hawkwing (re Artù) e di Luther Paendrag (Uther Pendragon, suo padre) e per questo si sentono autorizzati a “ripigliarsi tutto quello che è loro“, conquistando terre e riducendo le persone in schiavitù. Continua quindi il tema arturiano presente nella serie fin dall’inizio.
Anche qui trucco, parrucco e costumi meritano una citazione per come sono virati all’inquietante. Si va dalle maschere ghignanti dei soldati, alla placca di metallo tenuta davanti alla bocca dalla ragazza che sceglie chi schiavizzare. I malcapitati, di cui fanno parte Perrin, Loial e Inktar, provano a reagire, con il povero Uno Nomesta a farne le spese. Vista la mala parata, dunque, decidono di giurare fedeltà a Lady Suroth, almeno per il momento. In futuro si vedrà.
MAT E MIN
In un episodio così ricco di momenti drammatici e ansiogeni, la sottotrama riguardante Mat e la sua nuova socia Min funge quasi da momento di sollievo.
Innanzitutto, i due riescono ad uscire dalla Torre Bianca, dove erano confinati. Nello show si vedono trucchi che ricordano il film Le Ali della Libertà, nel libro, invece, c’è un escamotage preso di peso dai Tre Moschettieri di Dumas.
Certo, l’uscita è subordinata ad una missione, ma apre comunque nuove possibilità. Intanto, a proposito di gente che si mette in cammino, ci sono molti poveri abitanti di Cairhien pronti a partire alla ricerca del magico Corno di Valere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Per quanto i nobili di Cairhien siano esperti e appassionati del Gioco delle Casate, a cui sarà intitolato uno dei prossimi episodi, questo show non è il nuovo Game of Thrones. C’è tutto un lato soprannaturale a plasmare i destini dei personaggi, con questi ultimi pronti ad ascoltare l’invisibile, del tutto assente nell’opera di George Martin.
Comunque, arriva il ringraziamento, per la dimostrazione lampante di come una serie possa progredire e migliorare da una stagione all’altra. Lo showrunner Rafe Lee Judkins ha detto che ha voluto puntate di qualche minuto più lunghe per procedere col giusto passo e chiudere bene i vari “capitoli” della narrazione filmata. Il giovamento si sente. Gli showrunners di Lotr – The Rings Of Power potrebbero prendere un po’ di appunti in vista della loro seconda stagione. Così, per imparare come, accanto alla parvenza, ci possa stare anche un bel po’ di sostanza.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).