Come già era successo nella precedente stagione, il cold opening dell’ultimo episodio è ambientato 3000 anni prima delle vicende in corso. Si rivede così Lews Therin Telamon, l’antico Drago, nel momento in cui sigillò Ishamael. La scena è di grande impatto anche perché, a quanto pare, Lews Therin, Ishamael e Lanfear, all’epoca, erano grandi amici. Poi si torna a dove si era rimasti, con tutti i personaggi principali a Falma, pronti ad una battaglia decisiva.
Se qualche puntata fa, con la prova d’iniziazione di Nynaeve, c’era quello che poteva essere, what might be, adesso le profezie si avverano magari dandogli una bottarella e c’è quello che doveva essere, what was meant to be.
Le vicende sono quindi narrate attraverso molteplici punti di vista, saltando spesso dall’uno all’altro, così il movimento e l’adrenalina non mancano.
EGWENE E RENNA, LA RESA DEI CONTI
Ci sono, tanto per cominciare, gli scontri in città fra i Manti Bianchi e i Seanchan. I primi arrivano preceduti da chierichetti con i turiboli d’incenso. In pieno deserto non ha alcun senso, ma è molto suggestivo da vedere.
Il popolo venuto da oltre oceano, invece, schiera i suoi migliori binomi suldan – damane, tra cui ci sono anche Egwene e Renna.
Dato il tempo dedicato loro in un precedente episodio e la resa eccellente di quelle sequenze, non si poteva non provvedere ad un’adeguata resa dei conti fra le due. In effetti, ne risulta un altro grande ed emozionante momento di tv.
Il problema è un altro: espandere così materiale a cui sui libri sono dedicate poche righe comporta il non avanzare più tempo per alcuni snodi molto importanti, o doverli liquidare troppo in fretta.
Per fortuna, Rand ci mette esattamente il tempo che ci vuole ad incanalare Potere e a sbarazzarsi di Lord Turok e dei suoi scagnozzi, ovvero pochi istanti.
PROBLEMI DI RITMO
Non così però accade, per esempio, nelle vicende riguardanti il Corno di Valere.
Loial arriva bello bello all’incontro, più o meno casuale, con gli amici dei Fiumi Gemelli tenendo sotto braccio la scatola che lo contiene. Mat lo suona e in un momento capisce tutto delle sue vite precedenti, si mette a parlare in Lingua Antica e guida la carica degli eroi leggendari. Nei libri il procedimento è più lento.
A parziale consolazione dei lettori, comunque, fra gli eletti (privilegio raro) c’è Uno Nomesta, eliminato dalla serie ad inizio stagione in modo assai poco cerimonioso. Una cosa tuttavia è chiara: Donal Finn si è rivelato un ottimo rimpiazzo, anche se è entrato in corsa. Si attende quindi con piacere di vederlo proseguire l’avventura, col suo personaggio, nelle prossime puntate.
Anche la storyline di Lan e Moiraine, stavolta molto concisa e ben a fuoco, paga purtroppo le divagazioni delle puntate precedenti.
L’INTELLIGENZA DEL FANTASY
Culmine dell’episodio è certamente la scena in cui il Drago Rinato si rivela al mondo in tutto il suo fulgore.
Nei libri, il popolo vede la sua battaglia contro il Male nei cieli, un po’ come gli antichi Romani videro nei cieli Castore e Polluce ai tempi della battaglia di Lago Regillo. Questo è solo uno dei punti in cui Robert Jordan intesse con sapienza, nella sua storia, spunti presi da diversi miti e religioni.
Nello show c’è un drago di fuoco attorcigliato intorno ad una torre. Tipica immagine da copertina di svariati romanzi fantasy, quindi una citazione un po’ meno colta ed elevata.
Bisogna certo stare nei limiti delle attuali tecnologie e soprattutto del budget. Questo, comunque, potrebbe dare spunto per una riflessione su caratteristiche e possibilità dell’intelligenza umana, contrapposte a quelle dell’intelligenza artificiale. Tutto sommato, però, la scena rende bene.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La Ruota del Tempo conclude questa sua seconda stagione con una sequenza ancor più mozzafiato.
Ishamael è morto. Una morte definitiva, non un passaggio all’altra dimensione come quello del povero Hopper. Morendo, ha liberato gli altri Reietti, la prima dei quali si rivela subito: è Moghedien. Considera Ishamael e Lanfear due smidollati, troppo amici del Drago, quindi promette solo bene per il futuro.
Voto dunque molto positivo a questo secondo ciclo di puntate. Voto meno buono, invece, all’episodio in oggetto: snodi cruciali sono stati sbrigati troppo in fretta (tipo il marchio dell’airone su Rand).
Si spera ora in una terza stagione migliore della seconda tanto quanto la seconda è stata migliore della prima.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).