Una quarta stagione non è stata ancora confermata né smentita. Intanto, però, La Ruota del Tempo presenta un finale degno di un ciclo decisamente all’insegna della qualità.
Lo show ha fatto tanta strada dalle prime puntate. Quasi quanta ne hanno fatta i ragazzi di Emond’s Field, non solo in termini di puri chilometri.
Si può cominciare da Rand: anche questa stagione si conclude con una sua potente affermazione. Stavolta come Car’a’carn, Colui Che Viene con l’Alba (He Who Comes with the Dawn).
Certamente, il successo da una parte apre nuovi problemi e contenziosi dall’altra. Rand, non essendo cresciuto fra gli Aiel, senza problemi rompe uno dei loro più sacri tabù: racconta quel che ha visto nel Rhuidean.
Non tutti sono pronti ad accettarlo, quindi con Couladin e gli Shaido non finisce qui.
NYNAEVE
La bellissima scena in cui gli Shaido, vestiti di nero, si separano dagli altri clan Aiel, favorevoli a riconoscere il Car’a’carn, forma quasi un parallelo con quella in cui Nynaeve si libera dalla trappola di Liandrin.
Ci sono emozione e gioia non solo nel vedere la ragazza che impara a superare i propri blocchi interiori e a incanalare con grande potenza.
Gli effetti speciali della sua uscita dalle acque non sono forse della più alta qualità, ma richiamano una scena mitica della storia del cinema.
Quella del film I Dieci Comandamenti, dove Charlton Heston, nei panni di Mosé, separa le acque del Mar Rosso per portare il popolo ebraico fuori dall’Egitto.
D’altronde, Robert Jordan ha dichiarato di avere pensato gli Aiel come un misto di zulu, tribù native americane e beduini. Però ricordano innegabilmente anche il popolo d’Israele, per cui il tutto s’ammanta di biblica epicità.
MAT
Su un altro fronte, si avvera la visione di Min. Mat varca per caso una strana soglia e si trova di fronte ad un Eelfin, potentissima creatura aliena.
Gli vengono concessi i fatidici tre desideri e lui chiede, fra l’altro, di non essere più sballottato fra le varie forze dell’universo in lotta fra di loro.
Gli viene dunque regalato un medaglione che lo protegge dalla magia. Altra fonte di sviluppi potenzialmente interessanti per una continuazione.
Con il “salto di qualità” arrivano ovviamente rischio e sofferenza, come accade almeno dai tempi in cui Wotan – Odino stette appeso all’Albero del Mondo per imparare le rune.
Nei panni dell’Eelfin c’è Robert Strange. Ha lavorato in diverse importanti produzioni come Rings of Power e Doctor Who, ma è scarsamente riconoscibile. Caso raro, egli infatti ama particolarmente i ruoli dove si richiedono lunghe ore di trucco e accorgimenti prostetici.
COLPO DI SCENA A TAR VALON
Non si può, infine, non citare un grande colpo di scena, che lascia aperti parecchi sviluppi per un eventuale proseguimento della serie.
Elaida Sedai prende il potere, con un vero colpo di stato. Siuan Sanche viene uccisa. La seconda morte dolorosa e inaspettata dopo quella di Loial.
Precisazione importante: Elaida non è una Reietta, né un’Amica dell’Oscurità, è stronza narcisista psicopatica di suo.
Chi ha letto i libri ha appena il tempo di chinare il capo, davanti all’impossibilità di tenere bloccata una brava attrice come Sophie Okonedo. Dal male nasce un effetto positivo. Moiraine, infatti, sconvolta dalla morte dell’amata, riesce a catalizzare tutte le sue energie e a sconfiggere Lanfear, almeno per il momento. Fra l’altro, Rand sta imparando sempre meglio a tenere testa alla Reietta e alle sue avances, quindi doppio smacco per lei e ulteriore crescita per il Drago Rinato.
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Lo show conclude una stagione nettamente superiore alle precedenti.
Rispetto al materiale cartaceo, si sono rese necessarie alcune dolorose potature, ma si cerca di conservare lo spirito e il significato delle vicende.
Ad esempio, la scena sulla difficoltà del mangiare con le bacchette c’è nei libri e rientra in quel discorso di cui fa parte anche il Popolo del Mare, quello sulla difficoltà di andare d’accordo fra genti di cultura e usanze diverse.
Ora la decisione spetta a Sony e Amazon: se non rinnovassero la serie, dandole la possibilità di continuare così, sarebbe un vero peccato.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).