L’episodio è tutto dedicato alla battaglia dei Fiumi Gemelli.
Protagonista è Perrin, salutato alla fine dai suoi concittadini come Lord Goldeneyes.
Nella precedente recensione, si era tracciato un parallelo tra questo epico momento di scontro e la battaglia dell’Eregion vista in Rings of Power.
Sono due generi di prodotto piuttosto diversi. La Ruota del Tempo tiene presente che si preparano a combattere dei semplici contadini. Emond’s Field, inoltre, non è una ricca terra di importanza strategica, ma, come viene spiegato, l’Oscuro Signore ha deciso di attaccarla per dare un segnale a Rand.
Questo significa la mancanza di scene di rara bellezza, come l’arrivo degli elfi su cavalli meravigliosamente bardati. Anzi, gli unici in divisa qui sono i Manti Bianchi e il rapporto tra loro e Perrin è piuttosto complicato.
DONNE COMBATTENTI
Non per questo mancano gli spunti di riflessione o la vicenda è meno godibile. Ad esempio, fra i personaggi più ansiosi di combattere ci sono le donne. Faile in primis, poi ovviamente le fanciulle Aiel, Bain e Chiad. Per non parlare di Alanna Sedai, ottimamente coadiuvata dalle sorelline di Mat. Tocca a loro tre far vedere le scene che il pubblico si aspetta da una battaglia fantasy, quelle con gli scudi di potere e la grandinata per sterminare i Trolloc nemici. Il tutto per far capire che puntare sulla psicologia e sull’interiorità dei personaggi non è solo questione di risparmio sul budget.
Siccome Illa (Maria Doyle Kennedy) e i suoi Tuatha’an – Calderai passavano di lì, c’è anche spazio per le ragioni del pacifismo. Stavolta se ne mostra una diversa sfumatura: ci si può coinvolgere in un combattimento anche per salvare la vita degli altri.
UN ALTRO GIRO DI RUOTA
A dare il senso di un cerchio che si chiude c’è anche il ritorno di Padan Fain. Il Darkfriend aveva fatto perdere le sue tracce un po’ di tempo fa.
Perrin sta per dargli la mala morte che merita, mentre il pubblico già tifa, quando decide di far qualcosa di meglio. Gli risparmia la vita in cambio della ritirata di tutti i suoi uomini.
Qui si dimostra come il giovane Aybara non sia il suo amico Mat, guidato dalla fortuna e dalla sapienza strategica di innumerevoli generali venuti prima di lui. Lui è un uomo giusto, che ha accettato piano piano di essere ciò che è, compreso il suo lato di amico dei lupi. Non vuole combattere più del necessario. Applica la forza con intelligenza, anzi con saggezza, dandole più valore. Per lui, quindi, raddoppiano gli applausi.
STRAZIANTI ADDII
La puntata, quindi, si rivela luminosa, anche nel senso della fotografia, dove non ci sono scene in notturna. Purtroppo, il passaggio dal materiale cartaceo allo schermo implica una riduzione di personaggi e sotto trame. Stavolta ne fa le spese Loial, l’Ogier. Muore eroicamente lungo le Vie, impedendo ai Trolloc di invadere i Fiumi Gemelli. Sì, non ha molto senso far morire il cantastorie. Il suo ruolo è proprio quello di sopravvivere per tramandare le leggende. Nella spietata economia di una serie tv, però, anche questo ha un suo senso.
Potrebbero essere morte anche Bain e Chiad. Per fortuna, il finale apre alla speranza: il giovane Calderaio Aram, rinnegato dalla sua gente per aver ucciso un Trolloc, viene accolto come nuovo fabbro di Emond’s Field.
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Marcus Rutherford non deve interpretare sette diversi personaggi come Josha Stradowski nell’episodio 3×04, ma è comunque chiamato ad un’impegnativa prova d’attore. Ne esce a testa alta, in un episodio che offre una prospettiva originale su guerra e battaglie. Episodio ben preparato dai precedenti.
Si conferma l’opinione di chi scrive: Rings of Power ha una confezione curatissima, a tratti imbattibile. La Ruota del Tempo, invece, sta curando con amore i personaggi e la loro psicologia, creando un effetto di calore umano e vicinanza al pubblico. Adesso manca solo una puntata per finire la stagione. Si obbliga moralmente ad essere al livello di tutte le altre.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).