Qualcosa è cambiato nel mondo di The Handmaid’s Tale: nei frequenti, primissimi piani a lei dedicati, June prima digrignava i denti, ora sorride. Un sorriso da malata a cui è stata appena fatta una massiccia dose di antidolorifici, ma pur sempre un sorriso.
Sarcasmo a parte, meglio concentrarsi sulla canzone di sottofondo delle prime scene. Somewhere My Love è anche nota come Tema di Lara ed è passata alla storia del cinema come colonna sonora del film Il Dottor Zivago.
June sogna l’amore, magari con Nick, sposato, mentre suo marito è impegnato in prima fila nella rivoluzione. Forse è questo il punto di contatto con le vicende narrate da Boris Pasternak. Anche se la protagonista si trova in Alaska, comunque, non ci sono corse in slitta nella neve.
SERENA JOY E IL CMDR. LAWRENCE
L’ambiguità dei personaggi sembra essere la cifra distintiva di questo punto della storia. L’unica convinta irremovibile appare Serena Joy, se non si vuol contare come deviazione dalla “retta via” la sua strana accettazione di June di cui si parlava in una precedente recensione. La vedova Waterford guarda tutti dall’alto dei suoi dogmi teocratici fondamentalisti.
A questo proposito, merita un applauso il duetto dove una sempre brava Yvonne Strahovski è affiancata da un non meno bravo Bradley Whitford, nel ruolo del Cmdr. Lawrence. Alle preoccupazioni “mondane” e pratiche, di lui che pensa in termini politici e sociali, lei contrappone una dura e pura lezione di catechismo.
Questa scena è più riuscita rispetto a quella in cui Serena e il Comandante presentano alle delegazioni straniere il progetto New Bethlehem. Lì, l’effetto “presepio” di convincere e far sciogliere tutti semplicemente mostrando un bimbo molto piccolo e una donna incinta è troppo frettoloso.
AUNT LYDIA E JANINE
Un merito va tuttavia riconosciuto al momento New Bethlehem: riporta la serie ai suoi parametri originali di “bella distopia”.
Dove invece non c’è nulla di patinato e aggraziato è nelle scene in cui Aunt Lydia ritrova Janine. La povera ragazza è finita a prostituirsi in un bordello Jezebel insieme ad altre ex ancelle (non per questo ha perso il suo spirito combattivo).
Questa sequenza alza da sola il valore dell’episodio. Ann Dowd mostra proprio “quel guazzabuglio del cuore umano” di cui parla il Manzoni nei capitoli dedicati alla Monaca di Monza. Nonostante sia di fatto una carceriera delle ragazze, Aunt Lydia vuole sinceramente migliorare la loro condizione. Non c’è da sperare in ascolto e comprensione da parte dei Comandanti a cui si rivolge, ma il gesto rimane apprezzabile. Le scene presentano anche, come colonna sonora, il brano Capacity dei Big Thief. Altro valore aggiunto al momento.
COME VOLEVASI DIMOSTRARE
Come si diceva in un’altra recensione, lo spettatore poteva attendersi un nuovo capitolo della vicenda di infiniti tira e molla fra Nick e June. Questo puntualmente avviene, in un luna park dismesso. La location scelta, per lo meno, regala suggestive ed inquietanti inquadrature dall’alto.
Altro elemento a favore: gli stessi personaggi, cioè gli sceneggiatori per loro, hanno avuto il buon gusto di riconoscere la realtà dei fatti e di salutarsi dicendo “See you later” invece di “Goodbye“.
THUMBS UP |
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Non si intravedono svolte o innovazioni particolari nel percorso che porterà The Handmaid’s Tale a conclusione. O meglio, a cedere la parola a The Testaments, seguito sempre tratto da un romanzo di Margaret Atwood.
Nel trailer sulle prossime puntate che è stato diffuso, si vede un sontuoso matrimonio a Gilead. Si vede anche Aunt Lydia esortare le Ancelle alla ribellione. Ecco, forse quest’ultima potrebbe essere la variabile impazzita, in grado di dare sapore a quest’ultima stagione dello show. Per il resto, ci si può solo legittimamente augurare di vedere il viaggio lungo la solita strada, ben segnata, impreziosito da momenti di grande recitazione come i duetti della puntata in oggetto. Altrimenti, l’effetto “presepio” rischia di dilagare immobilizzando tutto e tutti.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).