Tom Jones, a cui si ispira questa miniserie, è un romanzo scritto da Henry Fielding nel 1749, forse poco noto in Italia. Un po’ romanzo di formazione, un po’ avventura picaresca, racconta le vicissitudini dell’omonimo protagonista.
Per la loro versione composta da quattro puntate, la sceneggiatrice Gwyneth Hughes e la regista Georgia Parris hanno scelto toni tanto solari e luminosi quanto sono stati cupi e drammatici quelli della recente trasposizione di Great Expectations.
C’è sempre il tema della contrapposizione città-campagna, ma qui si vede un vero e proprio idillio rurale, con immagini quasi di un’eterna estate. Merito anche degli splendidi paesaggi irlandesi. Il passo leggero con cui vengono narrate le varie avventure e disavventure dei personaggi fa il resto, pur senza dimenticare di inserire, ogni tanto, gli spunti di critica sociale presenti nel libro.
QUANDO UNO CASCA BENE NELLA VITA
Tom, dunque, è un trovatello. La cameriera Jenny Jones lo ha piazzato nel letto del gentiluomo Allworthy. Quest’ultimo è ricchissimo e generoso, fa proprio onore al suo nome (persona solo degna), adotta il bambino e lo cresce come un figlio. Ciò causa, anni dopo, l’astio e il disappunto di William Blifil, figlio della sorella di Allworthy e del di lei legittimo marito.
Il tema dello status sociale dei figli illegittimi (come si diceva allora) doveva essere davvero sentito all’epoca. Anche Beaumarchais ne parlava profusamente nelle sue opere da cui sono stati tratti Il Barbiere Di Siviglia e Le Nozze Di Figaro.
La tensione di Blifil verso Tom aumenta soltanto con l’entrata in scena di Sophia, ricchissima ereditiera, unica nipote del gentiluomo Western. Secondo William spetta a lui sposarla. La ragazza, comunque, si dimostra determinata e capace di pensare con la propria testa.
Nel ruolo di Sophia c’è Sophie Wilde, attrice molto richiesta in questo periodo. È infatti protagonista della serie Netflix Everything Now.
ALL’AVVENTURA, SENZA PAURA
Essendo un bel ragazzone sano, tuttavia, Tom non si fa grandi crucci, almeno finché non finisce nei guai. Frequenta infatti Molly Seagrim, figlia del suo amico Black George, un po’ bracconiere, un po’ guardacaccia. La ragazza, rimasta incinta, coglie l’occasione per diventare ricca attribuendo la paternità del bambino a Tom. Da qui la necessità, per il protagonista, di andarsene a Londra.
Le varie vicende e gli snodi della trama sono sempre accompagnati da un vivace coro di validi attori. C’é Pearl Mackie, già compagna del Doctor Who, nel ruolo della fidata cameriera di Sophia; c’è Tamzin Merchant, già vista nei Tudors e in Carnival Row, nel ruolo della zia di Sophia, al centro di una piccante girandola di equivoci e imprevisti; nel ruolo di un’altra zia c’è Hannah Waddingham, tra i presentatori dell’ultima edizione dell’Eurovision Song Contest, ma soprattutto Septa Unella nell’indimenticata scena della Walk Of Shame di Game of Thrones e Rebecca Welton in Ted Lasso.
A NICE CUP OF TEA
Sicuramente chi ha letto in modo approfondito il romanzo troverà mille difetti in questa trasposizione. Anche solo avere letto, su un’antologia scolastica, il brano in cui Tom viene punito dal maestro “per amore” permette di notare come, logicamente, tante riflessioni del libro vengano semplificate. Magari proprio questo spingerà qualcuno a leggere l’opera di Henry Fielding e non sarebbe un male.
Secondo un altro punto di vista, fiction come questa sono importanti proprio perché oggi il livello medio dell’istruzione è in calo, quindi sempre più giovani non sono in grado di affrontare la lettura dei grandi classici. Non è comunque il caso di approfondire qui il discorso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Venendo al merito dello show in se stesso, si può solo salutare con gioia un prodotto così solare. In quest’epoca tanto triste ce n’è proprio bisogno.
Viene quindi subito voglia di vedere le puntate successive, con le avventure di Tom a Londra, la metropoli tentacolare che sa fagocitare e corrompere chi vi mette piede. Ovviamente accompagnando la visione con una buona tazza di tè inglese.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).