Dato l’immenso successo di visualizzazioni ottenuto da Suits col suo sbarco sulle piattaforme streaming, lo showrunner Aaron Korsh ha deciso di riprovarci.
Archiviato dunque il malriuscito tentativo di spin-off chiamato Pearson, si è buttato in questo nuovo Suits L.A. Lo ha fatto prendendo e riadattando un’idea che già aveva, non ambientata nell’universo della serie madre, come egli stesso ha ammesso in un’intervista. Ha comunque colto l’occasione per riproporre alcuni temi e situazioni già viste in Suits, aggiornandole al 2025.
Le differenze, invece, sono due: una piccola, perché dai filtri sul blu per le immagini si passa ai filtri sul giallo; una grande, perché c’è un uso massiccio di flashback.
Quanto al passaggio da New York a Los Angeles, non guasta per niente l’apertura con inquadrature di luoghi iconici della città californiana, come il planetario dove fu girata una memorabile sequenza di Gioventù Bruciata.
TED CONTRO STUART
Al centro della trama c’è, ancora una volta, uno studio legale. Meglio non affannarsi a memorizzarne il nome, tanto lo cambierà spesso. Questo lo ha dichiarato lo stesso Korsh, considerandolo un divertente richiamo alla serie originale.
I senior partners sono Ted, che si occupa della sezione “civilista“, alle prese ad esempio con i contratti delle stelle del cinema e della tv, e Stuart, il penalista.
Fra i due, amici cari da molti anni, scoppia un grave dissidio, perché Stuart (Josh McDermitt) progetta una fusione dello studio con quello di Samantha, la ex di Ted e, nel mezzo, c’è da difendere Lester. Lester è sospettato di aver ucciso il partner e i due non sono d’accordo sulla sua innocenza.
Nessuno dei personaggi, va detto, risulta particolarmente buono e simpatico, a cominciare dal protagonista Ted, con tutti i suoi tormenti, di cui si parlerà fra poco.
ERICA CONTRO RICK
Casomai il clima fosse troppo pacifico, nello studio legale ci sono anche le tensioni fra Erica e Rick, che sgomitano per una promozione.
A questo proposito, lo showrunner ha dichiarato di aver voluto mostrare, rispetto alla serie madre, un momento diverso della storia evolutiva dei rapporti fra colleghi.
Certo, però, è che si sente la mancanza dei “buoni sentimenti”, della simpatia di Harvey per Mike o dell’inimitabile Louis Litt. Non c’è nemmeno una Jessica, pronta a rimettere in riga i suoi sottoposti quando litigano come bambini delle elementari.
Dopo la visione di questo primo episodio, resta una forte impressione di work in progress, di prodotto che deve cuocere ancora un pochino nel suo brodo prima di raggiungere un livello di spicco. Il problema, però, è sempre il solito: il tempo per arrivare a risultati soddisfacenti è limitato.
Per fortuna, nei prossimi episodi si prevedono sviluppi che potrebbero far svoltare tutta la situazione.
E ALLA FINE ARRIVA HARVEY
Stephen Amell, che interpreta Ted, è noto soprattutto per essere stato il supereroe della serie Arrow. Josh McDermitt, invece, ha una lunga esperienza nella serie The Walking Dead. Tra i due non c’è una chimica particolare.
Ted però, viene da New York, ha lasciato la città nel 2010. Alla base della sua decisione ci sono la morte del fratello down e l’atteggiamento stronzo del padre nei confronti di quest’ultimo. I flashback e il fatto che Ted veda il fratello come se fosse sempre presente, un po’ per buona coscienza, un po’ per allucinazione, non rendono la visione particolarmente leggera e spensierata.
Alla fine, dato che, anche per ripicca verso Stuart, Ted accetta la difesa di Lester, arriverà qualcuno da New York ad aiutarlo. Questo qualcuno sarà Harvey Specter. I due si erano conosciuti lavorando negli uffici del Procuratore.
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Gabriel Macht ha confermato la sua presenza. Se non altro, sarebbe l’occasione perfetta per elevare la qualità delle battute da “Pididiot. Stu Pididiot” a “Il bravo avvocato conosce le leggi. Il vero grande avvocato conosce i giudici“.
Porte aperte, eventualmente, anche per Meghan Markle. La duchessa, d’altronde, ha recentemente varato un proprio programma di lifestyle. Voto sufficiente, dunque, in attesa di vedere altri episodi. Dopo si potrà capire se la serie camminerà da sola o sarà decisamente condannata.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).