La Ruota del Tempo, si sa, fila e intesse senza chiedere permesso né spiegare perché. Chi è maggiormente coinvolto e ha un posto centrale nel suo imperscrutabile disegno non è certo un privilegiato. Anzi, ai cosiddetti Taveren, eletti come i cinque amici di Emond’s Field, vengono riservate prove e sofferenze forse in misura maggiore rispetto agli altri.
Non si sa di chi siano gli eyes without pity, gli occhi senza pietà di cui si parla nel titolo, ma un’ottima candidata è Renna, la Seanchan diventata suldan, cioè padrona di Egwene, diventata a sua volta damane, cioè schiava.
C’è chi vizia e coccola i suoi animali da compagnia, cani o gatti che siano. Renna, purtroppo, non appartiene alla categoria. Preferisce usare le maniere forti e mira in modo diretto e brutale a spezzare la volontà di Egwene, per asservirla e approfittare della sua abilità di incanalatrice.
UNO SCONTRO TERRIFICANTE
Nel parlare di questa vicenda, a cui è dedicata buona parte del minutaggio della puntata, sarà opportuno cercare di scindere il merito tecnico dal risultato emotivo.
Tecnicamente non c’è nulla da dire: Madeleine Madden e Xelia Mendes – Jones sono da sole, in una stanzetta buia e disadorna in cui i soli oggetti presenti sono una brocca e un bicchiere, entrambi di coccio. Riescono comunque a non perdere un istante dell’attenzione dello spettatore e, anzi, fanno diventare anche brocca e bicchiere potenti mezzi espressivi.
Quando, alla fine, Egwene riesce a versare l’acqua, sembrano quasi Dio e Adamo che si toccano negli affreschi della Cappella Sistina. Purtroppo, l’evento è di segno negativo, perché significa che la volontà della ragazza è stata spezzata.
Gli sceneggiatori, dal canto loro, sono riusciti ad aggirare brillantemente un duro ostacolo: queste scene, nel romanzo La Grande Caccia, sono ricche di monologhi interiori, difficili da trasporre sullo schermo.
EMOZIONI A DURA PROVA
Il problema emotivo è un altro paio di maniche. Nel vedere, per esempio, il film La Passione di Cristo, regia di Mel Gibson, una parte del pubblico è andata in estasi, ritenendola l’unica possibile rappresentazione della vera fede. Altri sono usciti dal cinema profondamente rattristati dall’aver visto, in buona sostanza, un uomo massacrato per un paio d’ore.
Nell’episodio in oggetto, molto più modestamente, ci sono gli arti di Egwene che si storcono, i suoi occhi che si iniettano di sangue a causa di capillari rotti. Il tutto mentre Renna non mostra il minimo briciolo di pietà. Si limita a far capire alla sua vittima gli opinabili vantaggi di una collaborazione.
La visione, quindi, si dimostra una dura prova anche per tutta una fascia di pubblico e a poco serve avere la ragionevole certezza di vedere Egwene presto liberata e salvata dai suoi amici.
PICCOLE LUCI
In attesa di tempi migliori, meglio seguire il consiglio di Italo Calvino nel libro Le Città Invisibili: cercare ciò che inferno non è e dargli spazio.
Per prima cosa, c’è il gioioso ritrovarsi tra Mat e Rand. Fa davvero piacere vedere come l’eroe non sia più solo con i suoi tormenti ma abbia qualcuno pronto a sostenerlo, per di più una persona positiva come l’amico risanato. Meglio ancora, c’è la scena in cui Loial canta e fa crescere l’alberello nel vaso e, seppur lo fa costretto da Lady Suroth, resta comunque un momento di meraviglia. Con un sapiente gioco di sceneggiatura, inoltre, la scena si contrappone a quella successiva, in cui la “collaborazione” tra Renna ed Egwene porta all’incendio di un albero. Così, tanto per dimostrare cosa si può fare con maggior potere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio impeccabilmente realizzato ma difficile e non per tutti. Ora mancano due puntate alla fine di questa seconda stagione (con la terza già in cantiere). Si dovrebbe arrivare alla conclusione del libro La Grande Caccia. Lo show ha dimostrato di avere le potenzialità per trasporre in maniera adeguata sullo schermo quelle pagine meravigliose, per cui i fans attendono speranzosi di vedere il risultato.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).