In un episodio che esplora con attenzione la sfida costante tra nemici storici e alleanze inaspettate, questa settima stagione di Billions si decide finalmente a regalare al suo pubblico cinquanta minuti di intrattenimento effettivamente degni di nota, ricchi di intensità, colpi di scena e – nella speranza non si tratti di un caso isolato – momenti che riportano alla mente le origini dello show.
TRIPLE H EROE NAZIONALE
L’episodio si apre con un incontro quasi surreale tra Chuck Rhoades e Bobby Axelrod su una pista d’atterraggio isolata in Islanda, ambientato sullo sfondo spettacolare dell’aurora boreale. Ma, contrariamente a ciò che ci si potrebbe aspettare, il loro incontro non si trasforma in uno scontro frontale, bensì si svela come una danza cautamente orchestrata di tattiche e negoziati tra gentiluomini. Mossa effettivamente interessante rispetto alla consueta competizione a chi ce l’ha più lungo.
La trama principale ruota attorno al desiderio di Grigor Andolov di rientrare negli Stati Uniti. L’oligarca russo interpretato da John Malkovich ha con Axe un debito di gratitudine legato ai suoi affari con l’Ucraina; tuttavia, le sue azioni lo hanno reso un traditore agli occhi del suo paese. E qui entra in gioco Chuck, l’uomo che può fornire ad Andolov un ritorno sicuro, sebbene le loro precedenti interazioni fossero tutto tranne che amichevoli.
Mentre Axelrod e Andolov si trovano su lati opposti riguardo molte questioni, c’è comunque un’intesa strategica tra di loro. La stessa che porta Chuck ad aiutare, contro ogni pronostico, il suo nemico giurato, allo scopo di riscattare il favore nell’immediato futuro probabilmente per dare il colpo di grazia al suo attuale bersaglio Michael Prince. Ed è proprio questo tipo di dinamica, oramai sempre più rara, tra intricate reti di alleanze e velate ostilità, ciò che un tempo distingueva Billions dalle altre serie del medesimo genere.
In parallelo a questa trama principale, c’è l’ascesa politica di Mike Prince. Il magnate dell’hedge fund viene raffigurato come una figura carismatica, ma con un ego che spesso oscilla tra l’insicurezza e la narcisistica autostima. La sua decisione di cercare un feedback onesto dai suoi dipendenti rispecchia la sua sete di approvazione, ma anche la sua convinzione nella propria infallibilità. E quando queste critiche arrivano, sono sia un colpo al suo orgoglio che una lezione di umiltà.
L’amore di Chuck per il wrestling professionistico viene utilizzato poi come metafora per le lotte di potere in corso. La consulenza di Paul Levesque, aka Triple H, sulla gestione delle percezioni pubbliche diventa un elemento chiave per risolvere il dilemma di Andolov. Oltre che essere un momento di estrema ignoranza televisiva e profonda nostalgia per tutti quelli oramai entrati negli “-enta” Questi riferimenti al wrestling, però, non sono solo omaggi nostalgici, bensì strumenti narrativi – senza dubbio al limite del surreale – che arricchiscono la storia.
La soluzione finale, che vede Andolov prima entrare negli Stati Uniti come testimone, per poi essere immediatamente arrestato per guadagnare punti agli occhi della madre Russia, è un esempio perfetto del tipo di manovre astute che sono erano il marchio di fabbrica dello show. E anche se alla fine sembra che tutti ne escano vincitori, le tensioni sottostanti suggeriscono che ci saranno ulteriori confronti all’orizzonte.
DIALOGHI REALI COME UNA RANA TORO SUI PATTINI A ROTELLE
Si era già parlato nelle precedenti recensioni dei dialoghi totalmente irreali farciti di metafore e riferimenti che NESSUNO al mondo utilizzerebbe mai in una conversazione normale, pecca forse maggiore all’interno dello show e ragione per cui molti episodi hanno finito col diventare estremamente macchiettistici e, in ultima analisi, una parodia dello show che Billions era un tempo. In questa occasione, quindi, si è deciso di prendere in esame alcuni dei suddetti riferimenti nel tentativo di capire di cosa minchia stanno parlando cosa si nasconde dietro questi riferimenti incomprensibili alla maggior parte del pubblico non americano.
- “I’m the one defying my government during a purge that makes Joe Stalin look like Joan fucking Baez.” Sebbene non servano introduzioni per la figura di Joseph Stalin, magari alcuni non conosceranno Joan Baez, attivista e cantautrice americana famosa per le sue canzoni di protesta e giustizia sociale;
- “Yeah, it’s all more perplexing than the betrayal of Johnny Caspar.” Nel caso il nome Johnny Caspar non facesse suonare nessun campanello, questa citazione fa riferimento al personaggio interpretato da Jon Polito nel film dei fratelli Cohen “Crocevia Della Morte”;
- “It may kill you big papa, like Dirty Harry in ’71“. Questa citazione, invece, fa riferimento al celebre Ispettore Callaghan di Clint Eastwood, poliziotto dal pugno di ferro protagonista della saga in cinque episodi iniziata nel 1971 e terminata nel 1988;
- “You’re like a combination of Benjamin Graham and fuckin’ Hal from Space Odyssey.” Qui invece si fa riferimento all’economista statunitense celebre per aver sviluppato la teoria del value investing e ad Hal 9000, il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery nel film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick;
- “Fuck yeah we do, the greatest televised meltdown since Howard Beale.” Howard Beale è un personaggio fittizio tra i protagonisti del film Network (1976) interpretato da Peter Finch, al centro, appunto, di un meltdown in diretta tv;
- “Loves the smells of his own farts, like the “smug alert” episode of South Park.” Gli amanti di South Park ricorderanno bene l’episodio in questione, ma nel caso eccovi il video inerente alla suddetta citazione;
- “Well, that is more old school than Sammy Davis Jr. tapping with the Will Mastin Trio.” Questa è forse la citazione più a stelle e strisce tra quelle presenti in questa lista. Il Will Mastin Trio fu un trio di ballerini e cantanti, formato da Will Mastin, Sammy Davis Sr. e Sammy Davis Jr., attivo negli USA dagli anni venti fino agli anni sessanta. Will Mastin era il capoballerino della compagnia cui faceva parte Sammy Davis Senior. Il piccolo Sammy Davis Jr. andava spesso in tournée con loro, e considerava Mastin come uno zio. Ben presto il bambino si unì a loro negli spettacoli, e i tre divennero così il Will Mastin Trio;
- “This look like Ruby fuckin’ Tuesday to you?” Qui Rhodes Senior ammonisce suo figlio per le sue “cattive maniere” a tavola citando il celebre brano dei Rolling Stones del ’67, ispirato a una groupie conosciuta da Keith descritta come uno “spirito libero”, e in pratica dandogli dell’hippie;
- “You ready to do the turn? Like Andre in ’87.” Infine, Andolov chiude la lunga serie di riferimenti citando Andre The Giant che, nel 1987, durante una puntata del programma Piper’s Pit, voltò le spalle all’amico Hulk Hogan, lanciandogli una sfida per l’edizione di WrestleMania III.
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In questo sesto episodio, la serie di Showtime mostra nuovamente la sua capacità di poter catturare l’attenzione dello spettatore attraverso intricati intrecci e figure carismatiche. Nonostante la sensazione continua che la serie abbia già oltrepassato da tempo il culmine del racconto, la trama continua ad avanzare a testa bassa, mantenendo alta l’aspettativa. In un contesto dove le distinzioni tra alleati e avversari diventano sempre più labili, Billions persiste nell’analizzare le ambigue dinamiche di ambizione, dominio e fedeltà.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.