A volte capita che un tragico evento realmente accaduto sia di colpo riesumato contemporaneamente da diverse trasposizioni.
Di recente era capitato con il caso di Candy Montgomery, la cui storia è stata raccontata su schermo a distanza di mesi sia dalla serie Hulu, Candy, che da Love & Death targata HBO.
Il 2025 invece, si apre con la riesumazione del tragico attentato che il 21 dicembre 1988 ha visto come protagonisti il volo Pan Am 103 e la cittadina scozzese Lockerbie.
Su questa tragedia negli anni si sono susseguiti diversi documentari, fino all’arrivo nel 2021 del libro The Lockerbie Bombing: A Father’s Search For Justice scritto da Peter Biddulph e Jim Swire. Ed è proprio quest’ultimo il protagonista della nuova miniserie prodotta da Sky, padre di una delle vittime dell’attentato sul volo Pan Am 103 che diventa, con la sua storia e il suo libro, fonte di ispirazione per i cinque episodi prodotti da David Harrower e andati appunto in onda su Sky.
Una prima rivisitazione che non rimarrà da sola, dato che è in arrivo un altro approccio con protagonista la stessa tragedia. Sebbene la data d’uscita non sia ancora stata annunciata, la BBC è al lavoro su un’altra serie intitolata Lockerbie che tuttavia seguirà la storia dal punto di vista delle indagini del governo inglese e di quello americano mentre cercano risposte sull’attentato.
APPROCCIO UMANO
La direzione scelta dalla serie di Sky ha un approccio sicuramente più umano, e non poteva essere altrimenti data la portata della tragedia e la storia che racconta. Tuttavia, a livello emozionale si entra molto più nello specifico dato che al centro della narrazione ci sono i parenti delle vittime.
Protagonista assoluto è il già citato Jim Swire, padre della defunta Flora, per l’occasione interpretato da un Colin Firth sempre magnetico. L’attore inglese, infatti, mette in scena un’immensa disperazione trasformata in determinazione per raccontare la battaglia di Jim Swire verso la ricerca della verità.
Il pilot si divide nel mostrare le persone colpite dalla tragedia. Da un lato i parenti delle vittime del volo Pan Am 103, dall’altro i cittadini di Lockerbie, il luogo dove l’aereo (o quel che ne restava) si è schiantato. Una catastrofe che colpisce tutti e segna irrimediabilmente le vite di quanti coinvolti.
La prima parte dell’episodio, subito dopo l’accaduto, pone quindi l’accento sulla cittadina scozzese, trasmettendo l’orrore e il dolore per ciò a cui si è assistito. La seconda parte, invece, segue in maniera progressiva il percorso inarrendevole di Jim Swire nel cercare risposte e colpevoli dell’attentato. Entrambi i punti di vista sono contrassegnati da un livello emotivo altissimo, rendendo l’episodio estremamente profondo per l’accurata trasposizione di sentimenti pronti ad emergere e colpire lo spettatore.
UNA BATTAGLIA LUNGA DECENNI
“Episode 1” inizia con un flashforward che vede protagonista Jim Swire e che riprenderà poi sul finire del pilot. Nel mezzo, si torna indietro al 21 dicembre 1988, giorno della tragedia, per poi costruire insieme la narrazione. Già nel corso del primo episodio, infatti, i salti temporali sono notevoli e ben scanditi sullo schermo. Si tratta, dopotutto, di un’inchiesta che è durata oltre vent’anni e che, in realtà, ad oggi non si è ancora del tutto conclusa.
Tante sono le variabili, le parti in causa e le diverse situazioni politiche nel mezzo che ne hanno contraddistinto lo svolgimento delle indagini. Seguire la strada verso la verità insieme al personaggio di Swire, spalleggiato dal giornalista Murray Guthrie, è dunque un percorso di dolore e di determinazione lungo, complesso e sfaccettato, ma che la serie riesce a mettere in scena in maniera egregia sin dal suo primo episodio.
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Appena cinque episodi per raccontare una tragedia immane e con strascichi ancora durevoli. L’approccio umano sembra essere la carta vincente della serie, mentre cerca di raccontare non solo il dolore, ma anche diverse macchinazioni politiche internazionali.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.