Chi ha detto che il tempismo non è tutto? Di sicuro non Hulu, che si ritrova avvantaggiato dall’attuale esordio della sua nuova produzione, Candy.
Candy si presenta come un crime drama basato sulla vera storia di Candy Montgomery, apparentemente normale casalinga di una cittadina del Texas degli anni ’80, che si ritrova accusata dell’omicidio brutale della sua vicina di casa, Betty Gore. Una rivisitazione già raccontata in passato dal film del 1990, A Killing In A Small Town ispirato alla vicenda.
Creata da Nick Antosca e Robin Veith, l’asticella della serie si alza al nome della protagonista, interpretata da Jessica Biel, che funge anche da produttore esecutivo del progetto.
Ma storia a parte, una delle particolarità con cui Hulu presenta questo nuovo drama sta nella distribuzione della serie, cinque episodi totali rilasciati giornalmente, con l’ultimo previsto per una data ben specifica: venerdì 13. Un richiamo al titolo di questo pilot.
UNA STORIA PER DUE RIVISITAZIONI
Ad inizio recensione si è sottolineata l’importanza del tempismo con cui Hulu ha rilasciato la serie. Questo è dovuto ad un evento particolare. La storia dell’assassina Candy Montgomery, infatti, si ritrova protagonista quasi in contemporanea di due rivisitazioni da parte di network diversi. Da una parte, Hulu con Jessica Biel e con il debutto registrato a maggio 2022, dall’altra, in arrivo nei prossimi mesi su HBO Max, una miniserie intitolata Love And Death con al centro sempre Candy Montgomery e l’assassinio di Betty Gore. Il racconto di una stessa storia nel giro di pochi mesi che, in entrambi i casi, conta una produzione di rilievo. Anche il prodotto di HBO Max, infatti, non parte ovviamente svantaggiato, con David E. Kelley in sala scrittura ed Elizabeth Olsen (attualmente impegnata a primeggiare al cinema con Benedict Cumberbatch in Doctor Strange In The Multiverse Of Madness) nei panni di Candy.
Due rivisitazioni simili che però non sembrano impensierire gli addetti ai lavori. Gli autori di Candy versione Hulu, infatti, hanno già sottolineato l’importanza della diversa scelta con cui ogni produzione viene approcciata, non angustiati da nessuna forma di concorrenza. Di sicuro, ad uscirne avvantaggiati saranno gli spettatori, con la possibilità di guardare due storie simili, frutto di due network e produzioni diverse ma pregevoli. A posteriori, ovviamente, non mancheranno i paragoni e in quel caso forse sì, il vantaggio sarà della prima arrivata.
LA CANDY DI JESSICA BIEL
Tra i primi paragoni svetteranno le interpretazioni delle due protagoniste, e quella di Jessica Biel parte sicuramente nel modo giusto. L’attrice dà subito prova di un’ottima performance, entrando completamente nella parte e dando, almeno per questo primo episodio, una perfetta descrizione della casalinga modello degli anni ’80.
Il pilot svolge un ottimo lavoro nel catalogare il passare delle ore durante la visione, per analizzare ciò che accadde il fatidico giorno dell’omicidio di Betty Gore dal punto di vista della sua killer. La descrizione di una donna apparentemente normale, sempre disponibile, tutta dedita casa, famiglia e comunità, risalta prepotentemente sullo schermo, andando a colpire in maniera ancora maggiore quando l’intera situazione prende una piega imprevista. Nonostante si conosca la vera storia e ciò che è accaduto in casa di Betty Gore (per l’occasione interpretata da Melanie Lynskey), lo show svolge un lavoro a dir poco egregio nel creare la giusta tensione e curiosità riguardo l’evolversi degli eventi. E a spingere la narrazione, infatti, non sarà il “cosa è successo”, quanto il “come è successo” che caratterizzerà sicuramente i prossimi episodi.
Il tutto sempre trainato dall’interpretazione di Jessica Biel, che dopo aver dato una prima versione “normalizzata” della sua Candy dovrà capovolgerne la psicologia. La stessa attrice, infatti, ha voluto sottolineare la profondità con cui si è approcciata a questa interpretazione, evidenziando l’importanza della psiche umana negli eventi. Candy Montgomery passa da casalinga qualunque a donna con segreti coniugali impensabili, per poi trasformarsi, forse in un raptus di follia, in un’assassina senza scrupoli. Il tutto, per finire la sua giornata in una sorta di trans mista ad indifferenza. Un viaggio complesso nella psiche umana che l’attrice può portare al giusto compimento sullo schermo.
I TRUE CRIME DI HULU
Senza scomodare gli altri network e fare un paragone interno, Candy può richiamare un altro prodotto targato Hulu e basato su una storia vera: The Act.
In quel caso come adesso, la produzione mostra tutti i pregi di un lavoro attento e scrupoloso. Candy, infatti, utilizza gli stessi giochi temporali visti in The Act, utili a segmentare gli eventi. A tal proposito, di prim’ordine è come sempre la scelta della regia, aiutata da un’ottima fotografia che ben descrive lo stile che la serie vuole rappresentare, ossia quella di un’ambientazione tipica degli anni ’80.
Ma un altro elemento estremamente simile a The Act è sicuramente la capacità di creare suspense nonostante si conosca già la storia. E Candy riesce a creare una forte tensione, mista a morbosa curiosità, che pervade l’intero episodio. Il pilot si presenta essenzialmente come un lungo prologo, con la presentazione dei personaggi e l’evento culminante che darà vita al nocciolo della serie stessa. Nonostante questo, ogni momento è studiato con estrema attenzione, e neanche le scene troppo descrittive e minuziose che raccontano il ritrovamento del cadavere riescono ad annoiare. Un racconto che sicuramente parte col piede giusto.
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Hulu presenta la prima rivisitazione televisiva del caso Candy Montgomery e lo fa con un pilot ben strutturato e capace di creare una perfetta tensione narrativa. Il vantaggio è già a portata di mano.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.