Comunicazione di servizio
Fear The Walking Dead è una serie nelle cui recensioni scatta da sempre l’inevitabile paragone con la sua serie madre. Questo particolare (e la serie di commenti probabilmente ripetitivi che caratterizzano il resto delle recensioni) ha spinto la redazione di RecenSerie ad un nuovo sistema di stesura. Lo sparuto team di superstiti che ancora persevera nel recensire suddetta serie svolgerà un lavoro cooperativo. I lettori avranno modo di seguire un’interazione spesso negata dalla scrittura distaccata delle restanti recensioni. I tre recensori (Fd, Fb, e Vl) interagiranno tra loro, instaurando una dialettica che, con la forma del dialogo (anzi, del trialogo), punterà a commentare questa terza stagione di Fear The Walking Dead. Ogni settimana uno dei tre recensori assumerà il ruolo di “intervistatore” stuzzicando gli altri due con tematiche e punti di interesse individuati durante la visione. Sarà un’estate molto lunga.
Fb: Cominciamo con una serie di domande che in molti si saranno posti durante la visione di “The Diviner”: un Bazar? In mezzo al nulla? In un’arena per le corride? Con uno che si tatua le palpebre mentre fuori c’è l’apocalisse? Con Victor che si mena con gente? Seriamente? Per di più con la Heisenberg Song in sottofondo?
Vl: Partiamo dalla cosa più importante. “Negro Y Azul” risuona in lontananza nel caotico bazar nonsense. La AMC sta cercando di ricordare ai diffidenti spettatori che sono gli stessi che hanno prodotto Breaking Bad? Non rischiano forse di peggiorare la situazione?
Per il resto, tutto l’interno del bazar è una conferma di una caratteristica dello show che contribuisce a renderlo non tanto brutto quanto mediocre. La situazione caotica, dove all’interno si conducono loschi affari, dove un personaggio astuto e truffaldino viene malmenato: sono questi un insieme di cliché da film western o da qualsiasi altra forma narrativa in cui sia prevista un po’ di azione e peripezie di qualche tipo. Se un’apocalisse zombie dovrebbe rappresentare l’eccezionalità, sebbene ormai un classico della narrativa horror, questi stratagemmi scenici – oltretutto fuori contesto con lo scenario descritto – conducono soltanto ad un appiattimento del tutto.
Fd: Il realismo non è mai stato il lato forte dello show, di questo bisogna dargliene atto, e così trovate di questo genere ormai non dovrebbero più sorprendere. Era già stato mostrato una sorta di bazar nella scorsa stagione ma questo è decisamente molto più evoluto e, purtroppo, anche molto più irrealistico visto e considerato il non-sense della situazione. Ormai non ci si dovrebbe nemmeno fare troppe domande sui conglomerati umani che lo show presenta.
Fb: Come giudicate la propensione da parte degli autori di porre in posizione di comando figure femminili divenute “badass” da un giorno all’altro (Madison, Ofelia e la stessa Alicia nominata vice, così, perché lei è la figlia forte) e credibili quanto Fabrizio Corona ad un simposio sulla propagazione delle onde gravitazionali nello spazio?
Vl: A tutto questo ho una teoria meta-televisiva. Praticamente i personaggi principali, sebbene persone totalmente anonime e senza carisma, presentandosi in mezzo ad una mandria di energumeni, riescono ad imporsi e a sovvertire il potere costituito. In che modo? Semplice. Tutti ne riconoscono l’importanza in quanto protagonisti dello show.
Fd: Al contrario del mio collega credo che il lavoro di Dave Erickson sullo show sia quello di sottrarre elementi dallo show originale (The Walking Dead) per usarli a proprio vantaggio. Per sottrazione ovviamente si intende il mero utilizzo di tutte quelle situazioni che la serie madre non ha ancora messo in onda e che pertanto rendono dovrebbero rendere “originale” lo spin-off. Dovrebbero…
Fb: Quanto è insensata la sequenza del salvataggio di Victor da parte di Madison e del capo indiano di cui non ricordo il nome? Perché nessuno li insegue? Perché l’indiano aiuta Madison senza manco sapere chi diavolo sia Victor? Ma non stavano parlando di acqua con l’orientale?
Vl: E soprattutto: dove vanno? Che è quello scantinato? A onor del vero poi l’indiano (Walker) tradisce tutti ma viene a sua volta infinocchiato da Madison che gli frega i danari. A questo punto sorge un dubbio: perché Walker, fallito l’affare con l’orientale, si trova comunque appoggiato ad un’autocisterna? Le persone che, giustamente, seguono la serie facendo altro e non ascoltando i dialoghi non ne potrebbero risultare un po’ spaesate?
Fd: Non si può rispondere a domande così scomode.
Fb: Cosa ne pensate della strategia autoriale pensata per far convergere le storyline del ranch e della diga utilizzando il pretesto della siccità?
Vl: La via più semplice e forse razionale nella ragnatela di forzature che lo show sta mettendo in atto.
Fd: Siamo in Messico, in una zona abbastanza arida in cui fino ad ora nessuno si è mai posto troppe domande circa la fruizione dell’acqua potabile. In qualche modo bisognava far ricongiungere Salazar, Victor e la storyline del ranch, quindi le opzioni erano due: spostare Salazar verso il ranch o il ranch verso Salazar. E come si sa bene grazie alla cultura musulmana dei luoghi comuni: se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Si, il detto andrebbe al contrario ma volevo enfatizzare la similitudine diga/montagna.
Fb: Quanto è stucchevole il finale a tarallucci e vino grazie al grande miracolo dello scavo collettivo? Ma davvero non abbiamo niente di meglio da fare che guardare sta serie di merda?
Vl: Pur avendo abbassato di molto la qualità, la AMC cerca lo stesso di mantenere le atmosfere silenziose e i finali anticlimatici tipici dei canali via cavo e delle serie di qualità. Oltre al danno la beffa, verrebbe da dire.
Fd: Dove posso comprare quel bastoncino in legno per trovare l’acqua? Ne vendono uno anche per il petrolio?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Minotaur 3×09 | 2.14 milioni – 0.8 rating |
The Diviner 3×10 | 2.14 milioni – 0.8 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.