Personaggi sull’orlo di una crisi di nervi ed autori sull’orlo di una crisi artistica. Grey’s Anatomy continua nella sua infinita litania di non eventi e, ben oltre la metà della dodicesima stagione, continua a collezionare serie di puntate prive di qualsiasi idea e sostanza. Le storie e i personaggi sono ormai logori, mossi solo da quel che sembra un continuo trascinarsi senza né scopo né meta e, nel caso in cui ci si imbatta in qualche storyline, questa assume i contorni di un infinito circolo già visto e rivisto.
“I Am Not Waiting Anymore” mantiene alta la degradante tradizione delle ultime puntate, regalando pochi movimenti degni di nota e lasciando sempre più sconcertati dall’assoluta mancanza di una vera e propria trama orizzontale di sottofondo per la maggior parte dei protagonisti.
Tra i pochi personaggi impegnati a seguire una sottospecie di trama continua, per quanto deteriorata e già usata allo sfinimento, ci sono April e Jackson; i due ex coniugi si ritrovano per la terza volta nella loro storia, dopo il falso allarme nella nona stagione e la perdita di Samuel nell’undicesima, ad attraversare il “drama bambino”. Una trama appunto, vista e rivista, che ripropone April e Jackson in un continuo darsi addosso facendo a gara a chi snerva maggiormente, imbattendosi, dopo il divorzio, in un’altra infinita diatriba pronta a consumare fino allo sfinimento quel che resta della loro storia attraverso comportamenti infantili e dimostrando ancora una volta le immense differenze che li contraddistinguono e che, dopo anni passati insieme, non sembrano ancora aver imparato a conoscere: come fa Jackson, neanche così sottilmente, a parlare ad April di aborto, quando ormai dovrebbe essere al corrente dell’importanza della fede e del pensiero della ex moglie al riguardo?
Ma se un drama consumato non crea interesse, è il “nulla” a destabilizzare maggiormente. Dopo quindici episodi non è tollerabile ritrovarsi con una stagione vuota e priva di qualsiasi incisività, con gli autori che sembrano aver perso totale interesse per i loro stessi personaggi; guardando indietro sin dall’inizio della stagione, ci si ritrova ad osservare i personaggi principali dello show spaesati che vagano per i corridoi senza nessunissima idea di cosa stiano facendo o quale direzione stiano prendendo: così ci ritroviamo Arizona nei panni della “spifferatrice di segreti”, Owen e Amelia impegnati ad organizzare la stessa cena per svariati episodi di fila, senza neanche riuscirci, Alex da ben due stagioni ormai rilegato al ruolo di guru del Grey-Sloan Memorial, alle prese con i problemi di tutti tranne che i suoi, senza la minima traccia di uno sviluppo di trama personale.
O ancora, Maggie e Andrew alle prese con una logorante e super ripetitiva storyline che in passato ha condizionato, chi più chi meno, già tutte le coppie durante i primi anni della serie (ma nella decima stagione il consiglio non aveva vietato le relazioni tra strutturati e specializzandi? Beata continuità). Unica storyline che sembrava poter avere del potenziale invece, era quella tra il nuovo arrivato Riggs ed Owen, ma anche qui, la perdita delle capacità artistiche degli scrittori ha avuto la meglio, distruggendo l’intera costruzione prima con la super “fantasiosa” causa della scomparsa della sorella di Hunt – un aereo scomparso, seriously? Dopo aver passato stagioni con Owen e i suoi sensi di colpa per l’incidente aereo dell’ottava stagione? – e poi con i continui litigi tra i due che non accennano a fermarsi, non portando ancora da nessuna parte nello sviluppo della storyline.
L’unico personaggio a cui gli autori sembra vogliano regalare un certo movimento, rimane Meredith. Sembra iniziata la ricostruzione della vita della Grey anche in campo sentimentale con il dottor Thorp nei panni di precursore che, dopo l’insistenza dimostrata nella scorsa puntata, in questa dimostra di avere anche un’inesauribile pazienza nel non arrendersi dopo i continui tira e molla di Meredith. La presenza di Thorp sembra voler essere una prima prova per Meredith nel campo delle relazioni, anche perché da quanto visto finora il dottore non sembra essere un personaggio che lascia il segno e, come primo approccio non impressiona neanche tanto la chemistry tra i due. Dopotutto mica tutti i giorni si ha la fortuna di incontrare alla prima occasione “just a guy in a bar”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Odd Man Out 12×14 | 7.89 milioni – 2.1 rating |
I Am Not Waiting Anymore 12×15 | 7.91 milioni – 2.1 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.