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Prima di iniziare la recensione una doverosa domanda andrebbe posta: al giorno d’oggi, quando anche il più squinternato ed ebete individuo dotato di super poteri ottiene la possibilità di avere un film tutto suo sponsorizzato da mamma Marvel o DC, c’è ancora spazio per prodotti validi tratti dai comics? O meglio ancora, se il fondo del barile è stato (ed è) raschiato a due mani pur di far contenta quella fetta di pubblico che ancora sembra andare in visibilio per questo tipo di prodotti, non è forse perché storie vere, ben costruite e narrativamente impeccabili risultano difficili, se non addirittura impossibili, da portare in scena?
Ed è proprio in quest’ultima frase che Krypton cade: assenza di una vera storia (accennata, sì, ma presentata a tentoni e forzata su più punti); personaggi piatti, insipidi e che sembrano gettati nella mischia solo per stuzzicare un poco lo spettatore (le scene di sesso risultano eccessive, non per pudismo ma per banale coerenza narrativa); deus ex machina veri e propri; scene talmente ridicole ed idiote da far rabbrividire anche il più solido fan della DC.
Il riassunto della puntata, nonché probabilmente la parte migliore della stessa, giunge all’inizio, quando la voce fuori campo cerca di spiegare allo spettatore che la serie non vedrà come protagonista il bellissimo Tom Welling, né tanto meno le sue avventure terrestri: la serie verte sul passato del pianeta natio di Superman, approssimativamente 200 anni prima della nascita dello stesso. La serie è intenzionata, quindi, a portare in scena tutti quei concatenamenti di fatti ed eventi che hanno fatto sì che Kal-El giungesse sulla Terra, unitamente a ciò che ha portato alla disintegrazione (sociale e non) proprio del pianeta da cui la serie sviluppata da David S. Goyer trae nome.
A conti fatti, qui termina ciò che viene presentato dalla serie. L’iniziale minutaggio che verte sul passato, la giovinezza di Seg-El, viene completamente accantonato e solamente ripreso in mano quando appare in scena la Fortezza degli El. Ma la cosa peggiore è che ogni scena iniziale tende a far percepire allo spettatore quanto il giovane Seg ripudi le persone che hanno fatto giustiziare suo nonno; la scena cambia e paradossalmente, dato che avrebbe riottenuto un Rango, la morte del nonno viene messa in secondo piano.
Due però sono le scene migliori e che davvero fanno percepire l’infimo lavoro dietro Krypton.
La prima è rappresentata dalla comparsa di Adam Strange che appare senza che nessuno abbia notato il suo vestiario completamente fuori luogo, ma che soprattutto incontra Seg ed in tempo zero gli rivela ogni singolo fattore che gli sarebbe servito di lì a poco. Poi, come ogni deus ex machina che si rispetti, svanisce letteralmente nel nulla. Quando ricompare? Ovviamente nel finale di puntata, ma era anche fin troppo scontata come cosa.
La seconda scena, ilare e triste al tempo stesso, è la “sparatoria” in cui il padre e la madre di Seg rimangono uccisi. Allora, posta così la frase verrebbe da chiedersi dove si nasconde l’ilarità della scena, ma la modalità, la gestualità e la velocità del tutto sono la risposta.
Dopo che il padre viene gravemente ferito, Charys-El (la madre di Seg), raccoglie l’arma in un cambio sequenza e scena che non può che ricordare gli attempati ma sempre attuali trailer parodia di Maccio Capatonda.
Se per un momento ci si dimenticasse dell’ambientazione aliena delle riprese, la serie potrebbe benissimo essere spacciata come banale teen drama, uno di quei programmi riempitivi che danno il pomeriggio su Italia 1 giusto per riempire il momento della merenda dei bambini. Per quel collocamento temporale, Krypton sarebbe eccellente.
Dietro la macchina da regia per questa prima puntata incontriamo la strana coppia formata da Ciaran Donnelly (Vikings) e Colm McCarthy (Black Mirror 3×06 – Black Museum).
Una cosa è sicura dopo la visione di Krypton: David S. Goyer (sviluppatore e sceneggiatore) continuerà ad essere ricordato per il poderoso pilot di Flashforwad e non per questa indefinibile cloaca di scene, magnificamente incollate da una colonna sonora che risulta essere l’unico effettivo elemento di pregevole fattura in questo pilot.
Ed è proprio in quest’ultima frase che Krypton cade: assenza di una vera storia (accennata, sì, ma presentata a tentoni e forzata su più punti); personaggi piatti, insipidi e che sembrano gettati nella mischia solo per stuzzicare un poco lo spettatore (le scene di sesso risultano eccessive, non per pudismo ma per banale coerenza narrativa); deus ex machina veri e propri; scene talmente ridicole ed idiote da far rabbrividire anche il più solido fan della DC.
Il riassunto della puntata, nonché probabilmente la parte migliore della stessa, giunge all’inizio, quando la voce fuori campo cerca di spiegare allo spettatore che la serie non vedrà come protagonista il bellissimo Tom Welling, né tanto meno le sue avventure terrestri: la serie verte sul passato del pianeta natio di Superman, approssimativamente 200 anni prima della nascita dello stesso. La serie è intenzionata, quindi, a portare in scena tutti quei concatenamenti di fatti ed eventi che hanno fatto sì che Kal-El giungesse sulla Terra, unitamente a ciò che ha portato alla disintegrazione (sociale e non) proprio del pianeta da cui la serie sviluppata da David S. Goyer trae nome.
A conti fatti, qui termina ciò che viene presentato dalla serie. L’iniziale minutaggio che verte sul passato, la giovinezza di Seg-El, viene completamente accantonato e solamente ripreso in mano quando appare in scena la Fortezza degli El. Ma la cosa peggiore è che ogni scena iniziale tende a far percepire allo spettatore quanto il giovane Seg ripudi le persone che hanno fatto giustiziare suo nonno; la scena cambia e paradossalmente, dato che avrebbe riottenuto un Rango, la morte del nonno viene messa in secondo piano.
Due però sono le scene migliori e che davvero fanno percepire l’infimo lavoro dietro Krypton.
La prima è rappresentata dalla comparsa di Adam Strange che appare senza che nessuno abbia notato il suo vestiario completamente fuori luogo, ma che soprattutto incontra Seg ed in tempo zero gli rivela ogni singolo fattore che gli sarebbe servito di lì a poco. Poi, come ogni deus ex machina che si rispetti, svanisce letteralmente nel nulla. Quando ricompare? Ovviamente nel finale di puntata, ma era anche fin troppo scontata come cosa.
La seconda scena, ilare e triste al tempo stesso, è la “sparatoria” in cui il padre e la madre di Seg rimangono uccisi. Allora, posta così la frase verrebbe da chiedersi dove si nasconde l’ilarità della scena, ma la modalità, la gestualità e la velocità del tutto sono la risposta.
Dopo che il padre viene gravemente ferito, Charys-El (la madre di Seg), raccoglie l’arma in un cambio sequenza e scena che non può che ricordare gli attempati ma sempre attuali trailer parodia di Maccio Capatonda.
Se per un momento ci si dimenticasse dell’ambientazione aliena delle riprese, la serie potrebbe benissimo essere spacciata come banale teen drama, uno di quei programmi riempitivi che danno il pomeriggio su Italia 1 giusto per riempire il momento della merenda dei bambini. Per quel collocamento temporale, Krypton sarebbe eccellente.
Dietro la macchina da regia per questa prima puntata incontriamo la strana coppia formata da Ciaran Donnelly (Vikings) e Colm McCarthy (Black Mirror 3×06 – Black Museum).
Una cosa è sicura dopo la visione di Krypton: David S. Goyer (sviluppatore e sceneggiatore) continuerà ad essere ricordato per il poderoso pilot di Flashforwad e non per questa indefinibile cloaca di scene, magnificamente incollate da una colonna sonora che risulta essere l’unico effettivo elemento di pregevole fattura in questo pilot.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Che dire? Se dopo questa recensione siete ancora convinti di guardare Krypton, non saremo certo noi a fermarvi. Abbiamo solo voluto prepararvi a ciò che state andando incontro.
Pilot 1×01 | 1.32 milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.