Marvel’s Jessica Jones 3×01 – AKA The Perfect BurgerTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Half of my job is about waiting. For a clue. For the truth. For a clear sign that I’m not wasting my goddamn time. I’m not really sure what I’m waiting for now.”
(AKA la stessa sensazione dello spettatore)

Marvel’s Jessica Jones torna sugli schermi con la consapevolezza che questa potrebbe essere (forse) la sua ultima stagione.
Con tale consapevolezza “AKA The Perfect Burger” cerca un difficile equilibrio tra il presentare una puntata “tipica” dello show e il proseguimento delle varie storylines lasciate in sospeso dalla precedente stagione.
Così, dopo un inizio sicuramente d’effetto, in cui i toni da hard boiled tipici della serie si mescolano all’ironia e ad una sottile satira sui video virali, subito e senza troppi giri di parole si passa al cuore pulsante dello show.
Proseguendo la storyline principale di “AKA Playland”, la narrazione si concentra sul “affaire-Trish Walker”. Lo spettatore ricorderà certamente come tra il personaggio, interpretato da una sempre ottima Rachel Taylor, e Jessica ormai i rapporti non fossero più idilliaci come un tempo e di come Trish stia compiendo sempre di più quel percorso evolutivo che la porterà (se non l’ha già portata) a diventare Hellcat.
Normale, dunque, che la puntata parta proprio da qui. E si può dire che lo fa nel modo migliore possibile, ricalcando tutti i cliché di un noir esistenzialista e crudo, com’è nello stile di questa serie. L’indagine sulla scomparsa di Trish è il fattore che porta avanti, di fatto, tutto l’episodio, altrimenti meramente introduttivo e con quella lentezza intrinseca che caratterizza tutti i primi episodi delle serie Marvel/Netflix. Nei 50 minuti di puntata, infatti, il personaggio di Jessica non fa altro che rincontrare tutti gli altri personaggi principali della serie, quasi come una sorta di enorme “recap introduttivo”. Il che si rifà certamente a quella consapevolezza di cui si parlava prima che si ricollega, a sua volta, alla necessità di avere tutte le storyline a portata di mano, forse per concluderle tutte il prima possibile.
Fino all’ottimo cliffhanger finale, infatti, non ci sono particolari plot twist o spunti di trama veramente interessanti, solo la conferma di trovarsi di fronte all’atmosfera solita e a quei personaggi a cui lo spettatore è ormai affezionato, quasi per inezia però (nonostante tutti i passi falsi fatti nella seconda stagione).
Anche l’ “affaire Trish Walker”, in effetti, si conclude abbastanza rapidamente con il suo ritrovamento da parte di Jessica, e senza che tale scoperta produca qualcosa di diverso da quello che lo spettatore si era immaginato (anche se in questa storyline va menzionato l’omaggio ad Alfred Hitchcock, inaspettato e, per questo motivo, molto apprezzato).
Di questa lunga carrellata introduttiva che è questo primo episodio stagionale, si salvano giusto le scene riguardanti il personaggio di Malcolm (Eka Darville), la cui evoluzione caratteriale lo porta ad essere sempre più tridimensionale e sfaccettato (forse l’unico personaggio della serie, oltre alla protagonista naturalmente, ad aver avuto un’evoluzione simile) e la scena di dialogo tra Jessica e l’avvocatessa Jeryn Hogarth (la sempre ottima Carrie-Anne Moss), carica di tensione e di dilemmi morali non da poco, forse l’unico scossone narrativo veramente d’effetto in questo primo episodio, proprio per il suo valore empatico.
Per il resto, la serie deve fare uno sforzo non da poco per riconquistare la fiducia nei confronti dello spettatore, soprattutto dopo una seconda stagione che non ha avuto grandissimi consensi né da parte del pubblico né dalla critica. Per il momento, l’episodio sembra indicare il ritorno di Jessica Jones sui suoi soliti binari (con più cinismo e meno sentimenti buonisti) e questo è sicuramente un bene anche se sicuramente ancora non è abbastanza, dato che di fatto, tralasciando il cliffhanger finale (comunque ottimo e stimolante per proseguire la visione), non è poi successo nient’altro degno di nota.
Il potenziale per fare bene comunque c’è e i vari autori e showrunners dimostrano di avere ancora molte cose da dire. Questo soprattutto per quanto riguarda i personaggi già rodati, mentre per le new entry finora non si è visto nulla di che, a cominciare dalla nuova segretaria di Jessica (che si spera venga licenziata immediatamente) fino ad arrivare a Carlo Cracco dei poveri Erik (Benjamin Walker), un misterioso latin lover esperto di hamburger la cui natura e reale intenzione non si comprendono ancora bene e che, per questo, potrebbe anche diventare fondamentale per i prossimi episodi (altrimenti riceverà il premio come “Personaggio più insulso di sempre in una serie tv”).
Non resta quindi che proseguire la visione e considerare questo primo episodio della terza stagione solo come un “ponte” tra quello che è stato prima e il vero “cuore” della vicenda che si dipanerà solo dalla prossima puntata in poi. Il Save finale è dunque solo da considerarsi come una “riserva” nei confronti di uno show che era partito bene per poi inabissarsi su sé stesso, e che ora ha una sola chance di dimostrare il suo vero valore.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Krysten Ritter (as usually)
  • Evoluzione di Trish e Malcolm
  • Dialogo Jessica-Hogarth
  • Citazione da Rear Window di Hitchcock!
  • Cliffhanger finale
  • Segretaria di Jessica
  • Puntata meramente introduttiva
  • Carlo Cracco levate, è arrivato… il paninaro Erik

 

Episodio che funge da puntata meramente introduttiva e che non aggiunge nulla a quanto già visto fino al cliffhanger finale. Non un capolavoro, dunque, ma il suo ruolo lo svolge egregiamente. Nel frattempo, Erik è già stato scelto come nuovo giudice di Masterchef.

 

AKA Playland 2×13 ND milioni – ND rating
AKA The Perfect Burger 3×01 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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