Quando scegliamo le immagini di recap lo facciamo sempre con un occhio di riguardo. Generalmente, addirittura, si può perfino passare l’intero episodio alla ricerca di quell’istante perfetto atto a simboleggiare l’intera visione e le sensazioni trasmesse. La scelta di catturare il Queensboro Bridge non è infatti casuale, sia perchè è il luogo dove tutto è cominciato 5 anni fa tra Harold e John, sia perchè rappresenta il punto di riunificazione del Team Machine. Piccole, ma importantissime, all’ombra del Queensboro Bridge emergono 5 figure, le figure: John, Harold, Root, Lionel e Sameen Shaw. Ebbene si, è accaduto quello che non accadeva da “If-Then-Else“. D’altronde i tempi per una reunion erano più che maturi se si considera che mancano solo 4 episodi alla fine (oltre a “Sotto Voce”) e che il prossimo “The Day The World Went Away” è l’episodio n°100.
Reese: “Those questions you’ve been asking? You deserve answers.
These days, even the precinct’s not safe. So maybe the best we can do is… trust each other.
There’s a system listening through every microphone, watching through every camera…”
“Sotto Voce” ha la sfortuna di capitare esattamente prima del centesimo episodio che, come da tradizione, ricoprirà sicuramente un ruolo importante nell’economia della serie. Partendo da questo presupposto, tuttavia, si è trovato il modo di “guadagnare tempo” lavorando su una missione secondaria (The Voice) e completare la tanto agognata riunificazione del Team Machine. Insomma, si è fatto esattamente tutto ciò che era nelle proprie possibilità, anche integrare finalmente Fusco nel team, informandolo della vera situazione reale.
Per l’occasione infatti si scomoda addirittura un nemico, ormai dimenticato, che aveva fatto la sua prima ed unica apparizione in “Last Call” (3×15) e che qui ritorna prepotentemente protagonista in puro stile Person Of Interest. The Voice, il nome del villain, viene infatti presentato come riesce meglio agli sceneggiatori della serie, ovvero in maniera totalmente inaspettata come “victim” del giorno, salvo poi palesarsi per la sua vera natura da “perpetrator”. Si, la tecnica è sempre la stessa, quella usata agli albori per introdurre Elias (guarda caso protagonista dell’episodio) ed in seguito usata sempre con successo per presentare DoMINIc in “Brotherhood“. I più attenti potrebbero anche risentirsi di questa tecnica ormai abusata ma, anche se è impossibile dargli torto, questa volta tutto si è fatto più complicato a livello di trama e grazie a ciò è stato possibile preservare la doppia identità di Terry Easton e anche la bontà della strategia. Per tutto l’episodio Terry Easton ha recitato la parte della vittima e l’ha fatto dannatamente bene tanto da riuscire a depistare tutti anche grazie ad una chiamata (poi scopertasi registrata) di sè stesso mentre era interrogato da Reese: senza di quella l’intero gioco avrebbe potuto risentirne pesantemente smascherandolo in anticipo.
L’intera trama verticale è interessante anche se tocca vette di inverosimilità (Reese esce sempre e costantemente illeso nonostante una signora sparatoria; Shaw che in mezzo al deserto messicano decide di proseguire a piedi) di cui si poteva fare a meno, tuttavia si può riconoscerne lo scopo finale in una delle ultime scene: Finch ed Elias che guardano la macchina di The Voice esplodere. Che lo voglia ammettere a sè stesso o no, Harold Finch è un uomo diverso rispetto all’inizio della serie e lo è anche rispetto alla scorsa stagione. L’integrità morale che lo ha sempre accompagnato e che lo ha portato in “Death Benefit” a scegliere tra la vita di un uomo e la creazione di Samaritan, ora sta venendo lentamente meno. Non si può sempre venire a patti con il Diavolo, non tutti hanno l’etica di un Elias e, soprattutto, non si può andare avanti sempre a compromessi con ogni player del crimine. C’è molto da riflettere nell’assenza di commento di Finch mentre assiste alla morte di Terry Easton, un silenzio quasi di approvazione a conferma del mutamento di un personaggio che, stanco di andare avanti a compromessi con i nemici, probabilmente ha deciso di venire a patti con la sua anima e la sua morale. D’altronde, come dimostrano le simulazioni Machine VS Samaritan, non c’è alcuna possibilità di vittoria con le attuali regole del gioco.
Root: “Okay, Shaw. What the hell are you doing? We’ll play it your way here. You can’t live with me… I can’t live without you. So if you die, I die too. I really don’t know what’s gonna happen when we pull the trigger. Never been much of a believer, but hey… You never know. Guess we’re about to find out, aren’t we?”
Non si può infine non spendere due parole su un momento puramente fan-service che però dà il via all’effettiva riunificazione di Shaw nel mondo reale. La relazione tra le due non è mai stata molto chiara ma i sentimenti palesati da entrambe in più di un’occasione sono sempre stati un grande motore secondario per la narrazione, motivo per il quale non si può non apprezzare il dialogo straniante riportato qui di sopra.
Shaw is back. The Team is back.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Reassortment 5×08 | 4.91 milioni – 0.9 rating |
Sotto Voce 5×09 | 5.49 milioni – 0.8 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.
Eh che dire? Sono un fan di poi, ma voglio anche essere obbiettivo. Sinceramente l´inverosimilita sta raggiungendo livelli troppo elevati, a parte le sparatorie continuo a notare cose che fanno acqua da tutte le parti. The Voice, ad esempio, perché non e´ stato identificato da Samaritan? E Shawn in tutto questo tempo, possibile che non sia stata vista neppure da una telecamera? E, sapendo la sua pericolosità, perché mandano un´infermiera da sola a farle l´iniezione, invece di mandarla scortata da uno o due agenti? Boh??
Hai ragione su certe cose, infatti parte di queste le facciamo notare anche noi. Ovviamente queste mancanze sono frutto di necessità di sceneggiatura:
– Shaw doveva essere "riportata a casa" e ovviamente è difficile credere che non abbia mai incrociato una telecamera nel mentre, specialmente a NY. Bisogna sospendere la credibilità in certi momenti…
– The Voice segue lo stesso filo logico ed è quindi stato risparmiato da Samaritan per poter essere usato in questo episodio per fini di trama verticale, niente di più e niente di meno