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Recensione The Sadness
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The Sadness

The Sadness, esordio alla regia del regista canadese Rob Jabbaz, è un thriller horror a tema pandemia decisamente non adatta ai più deboli di stomaco, ma un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del gore.

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Jim (Berant Zhu) e Kat (Regina Lei), coppia di fidanzati residente a Taipei, cerca di riunirsi dopo che un misterioso virus chiamato “Alvin” comincia a seminare il panico in città, infettando gran parte della popolazione della capitale taiwanese e portando i contagiati a commettere atti casuali di omicidio, tortura e violenza sessuale nei confronti delle persone ancora sane.

 

The Sadness è un thriller horror taiwanese del 2021, scritto e diretto dal regista canadese Rob Jabbaz, qui al suo esordio sul grande schermo, che racconta la storia di una coppia taiwanese che cerca di riunirsi dopo che un’inarrestabile epidemia virale ha trasformato gran parte della popolazione di Taipei in sadici maniaci omicidi mossi solo ed esclusivamente dal desiderio di fare del male agli individui ancora non contagiati. Il film, rilasciato nelle sale taiwanesi il 22 gennaio del 2021, è stato poi presentato al 74esimo Film Festival di Locarno il 12 agosto dello stesso anno, per poi essere distribuito nel resto del mondo nel maggio del 2022. La pellicola ha ricevuto un’accoglienza straordinariamente positiva da parte della critica al momento del rilascio, aggiudicandosi anche diversi riconoscimenti in alcuni festival oltreoceano, nonostante la coraggiosa decisione di affrontare un tema così caldo – in maniera così cruda – in piena pandemia Covid-19.

Pensiamo che gli esseri umani siano organismi intelligenti che ragionano e prendono decisioni logiche, ma la realtà è che siamo solo schiavi del nostro sistema limbico. Il cervello esiste solo per servirlo.

ECCO IL NOSTRO MALATO IMMAGINARIO!


Sebbene nel corso della pandemia molti cineasti abbiano utilizzato la crisi internazionale come pretesto narrativo per la creazione di pellicole horror, la maggior parte di esse ha cercato di fare leva principalmente sull’iniziale terrore della popolazione di fronte ad una minaccia fino a quel momento del tutto sconosciuta. A prescindere dal giudizio di valore, che ha marchiato molti di loro con l’etichetta di opportunisti, la maggior parte di questi film ha fatto della paura dell’ignoto l’elemento cardine per la necessaria costruzione della tensione fondamentale per la concretizzazione di un racconto horror che risulti efficace.
In The Sadness, seguendo quello che è stato un po’ l’andazzo reale nel corso dei primi anni della pandemia, lo spettatore viene subito messo di fronte alla più classica delle situazioni nel corso della quale l’esperto cerca di avvertire invano la popolazione, la quale però decide deliberatamente di ignorarlo bollandolo come esagerato o addirittura melodrammatico. Nel frattempo le istituzioni pubbliche, fortemente scosse dall’accaduto e impotenti di fronte all’imminente catastrofe, vengono immediatamente travolte da un’ondata di sfiducia e le teorie del complotto proliferano tra i membri della società evidenziando così i forti limiti culturali ed etici, e la paura dilaga rivelando la vera natura dell’uomo nei momenti di panico collettivo.
Ed è proprio in questo particolare contesto, caratterizzato da paranoia e terrore incontrollabile, che il regista/sceneggiatore Rob Jabbaz decide di calare i due protagonisti del film. Gli esperti invitano alla cautela, sottolinenando come questo “innocuo” agente patogeno contenga in realtà dei particolari enzimi simili a quelli presenti nel virus della rabbia e che una potenziale mutazione dello stesso potrebbe portare ad un disastro di dimensioni catastrofiche. È solo quando un’anziana signora in camicia da notte comincia a friggere la faccia di un ignaro ristoratore con un cestello ancora sfrigolante che Jim, insieme a tutti i vari commensali presenti, comincia a rendersi conto che forse gli esperti potrebbero avere ragione.

C’È UN PO’ DI FILM IN QUESTO SANGUE


Ancora più impressionante del virus stesso, è il contesto estremamente violento in cui Jim e Kat si trovano a dover lottare per le proprie vite. La componente gore, portata qui all’estremo, funge così da contorno ad un intreccio che non guarda soltanto al male causato dall’infezione, ma bensì alla natura epidemica della crudeltà dell’essere umano quando privato delle limitazioni imposte dalla società e dalle sue regole di pacifica convivenza. Gli infetti di The Sadness non solo corrono, saltano, imprecano e minacciano verbalmente le proprie vittime, ma con la loro violenza esagerata evidenziano, indirettamente, la natura amorale dell’essere umano che emerge in seguito al desiderio di lotta e di autopreservazione in momenti di estremo pericolo.
Se altri film possono vantare effetti speciali molto più realistici rispetto a quelli mostrati in The Sadness, ben pochi potranno competere dal punto di vista dei litri di sangue finto versati in questa ora e mezza e soprattutto da quello della cattiveria e della crudezza dei dialoghi, in grado di indignare anche il più sadico dei maniaci. Ogni sequenza è un ostentazione scioccante di crudeltà e sadismo, tanto terrificante nelle intenzioni quanto nell’esecuzione. Descrivere nel dettaglio ciò che avviene all’interno della pellicola potrebbe di per sé offendere o scioccare i più deboli di stomaco, ma se siete amanti del gore e della violenza indiscriminata, allora questo è decisamente il film che fa per voi.

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Gli infetti presentati in questo film non sono i classici zombie lenti e senza cervello alla The Walking Dead, ma si avvicinano invece di più ai “runner” visti nel recente The Last Of Us, con la differenza che in questo caso gli infetti sono del tutto coscienti e in grado di maneggiare armi, coalizzarsi e addirittura tendere imboscate alle proprie vittime, elemento in grado di aumentare ulteriormente la crudeltà degli stessi.
Emblematico, in tal senso, il pendolare molestatore che importuna Kat sulla metropolitana, interpretato da Tzu-Chiang Wang che, una volta contagiato, da viscido uomo di mezza età si trasforma in sadico maniaco sessuale omicida armato di ascia e intenzionato a stuprare violentemente la ragazza per poi farla a pezzettini. Particolarmente scioccante la scena in ospedale durante la quale – cercando di evitare spoiler – l’uomo si trova a tu per tu con una ragazza a cui, poco prima, ha cavato un occhio con un ombrello e con la quale si diletterà in pratiche sessuali di dubbio gusto perfino per un sadico maniaco omicida.
Ci sono momenti in cui la violenza sessuale risulterà eccessiva per gran parte del pubblico, ma ci sono anche momenti talmente assurdi da suscitare perfino ilarità. Uno su tutti il discorso alla nazione da parte dei funzionari del governo taiwanese, un’esibizione di brutalità con cui Jabbaz esprime tutte le sue frustrazioni nei confronti dei poteri costituiti e che trova nella sua conclusione uno dei momenti trash più memorabili di sempre.


Con una caratterizzazione dei personaggi volutamente superficiale e dei ritmi narrativi estremamente vertiginosi, la pellicola regala al pubblico quante più scene scioccanti possibili nella sua durata relativamente contenuta, insistendo sui primi piani e sull’abuso di sangue finto allo scopo di colpire lo spettatore nel modo più duro possibile. The Sadness non è certo un film per tutti, anzi, è senza dubbio una pellicola fatta esclusivamente per gli amanti del trash e dello splatter più estremo. Se però fate parte di quest’ultima categoria, allora si tratta di un film che non potete assolutamente perdervi.

 

TITOLO ORIGINALE: Kū Bēi
REGIA: Rob Jabbaz
SCENEGGIATURA: Rob Jabbaz

INTERPRETI: Berant Zhu, Regina Lei, Tzu-Chiang Wang, Emerson Tsai, Wei-Hua Lan, Ralf Chiu, Lue-Keng Huang, Ying-Ru Chen
DISTRIBUZIONE: Raven Banner Entertainment
DURATA: 99′
ORIGINE: TAIWAN, 2021
DATA DI USCITA: 22/01/2021 (Taiwan), 12/05/2022 (Internazionale)

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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