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Shrinking 1×03 – 1×04 – Fifteen Minutes – PotatoesTEMPO DI LETTURA 6 min

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Recensione Shrinking 1x03Dopo un inizio molto incoraggiante, Shrinking continua per la sua strada a testa bassa, macinando altri due episodi tanto divertenti quanto toccanti, nel corso dei quali finalmente viene detto qualcosa in più in merito ai protagonisti della serie. Vengono inoltre poste le basi per tutta una serie di sviluppi futuri molto interessanti, tra i quali spicca il rapporto tra Sean e Alice e l’evidente cotta che quest’ultima ha sviluppato nei confronti del suo nuovo inquilino.

PSYCHOLOGICAL VIGILANTE


Listen, trickiest part about therapy is that sometimes a patient can be an unreliable narrator, so I started to wonder maybe you’re completely full of shit. Now I know. You’re full of shit Alan.

Anche in questa doppietta di episodi la serie sembra seguire il medesimo schema già evidenziato nella precedente recensione. Sebbene questa volta lo spazio dedicato ai pazienti di Jimmy venga ridotto in favore di un maggior approfondimento dei personaggi principali e delle loro vicende, sullo sfondo c’è comunque tempo per Alan e Wally, il primo aiutato durante il suo primo appuntamento disastroso con una ragazza appena conosciuta e la seconda invece intenta a provare a limonare duro con il suo terapista, il quale ovviamente non può far altro che darsi alla fuga molto educatamente e senza le scarpe.
C’è anche spazio per il ritorno di Grace, intenta a incontrarsi clandestinamente con l’ex marito e sorpresa con le mani nel sacco proprio da Jimmy, che si limita soltanto ad imprecare con gli occhi al cielo. La storia per il momento resta aperta ma sicuramente si tornerà a battere quel sentiero a partire dal quinto episodio.
Si tratta comunque di brevi comparsate rispetto a quello che, chiaramente, è il paziente più importante ai fini della trama: Sean. L’esperienza militare in Afghanistan del ragazzo, nonché il probabile PTSD alla base dei suoi comportamenti violenti, diventa una vera e propria ossessione per Jimmy che, sopraffatto dallo stress e dalla visione del figlio di Liz intento a copulare con sua figlia, finirà per commettere l’errore di pretendere una maggiore apertura da parte di Sean per risollevarsi il morale. Ennesima mossa non esattamente etica dal punto di vista lavorativo ed espediente narrativo per mostrare ancora una volta allo spettatore la fragilità del protagonista. Un costante processo di umanizzazione della figura del terapeuta che si concluderà con le scuse di quest’ultimo e che porterà poi alla scioccante (almeno per Jimmy) rivelazione circa la cotta presa da Alice nei confronti del suo paziente.

IL PERCORSO DI ELABORAZIONE DEL LUTTO


Superato il momento prettamente introduttivo e finalmente presentati in maniera quasi esaustiva tutti i personaggi principali, l’intenzione della serie sembra essere quella di affrontare, anche tramite le storie dei pazienti e dei comprimari di Jimmy, il lungo percorso di elaborazione del lutto del protagonista.
Non troppo tempo fa il buon Ricky Gervais, con il suo AfterLife, ha deciso di affrontare la medesima questione, certo con un tono molto più cupo e nichilistico, partendo dallo stesso pretesto narrativo, la morte della compagna, per raccontare il lento processo di guarigione dal dolore provocato dalla perdita della persona amata. Sebbene nella serie Netflix sia molto più centrale, a partire da questo quarto episodio sembra esserci qualche indizio circa una futura preminenza di questo tema anche in Shrinking. Tema che però sembra voler essere trattato, almeno per il momento, in modo indiretto, utilizzando le vicende dei vari comprimari sempre in funzione della lezione che Jimmy potrebbe trarre da quella singola esperienza. Un altra delle cifre stilistiche di Bill Lawrence, che fin dai tempi di Scrubs ha fatto di questa tecnica un vero e proprio mantra.
Sul versante Paul, esplorato maggiormente in questa seconda doppietta di episodi, fa il suo ingresso in scena la figlia Meg (interpretata da Lily Rabe, vecchia conoscenza dei fan di American Horror Story), alla quale il personaggio interpretato da Harrison Ford avrebbe dovuto finalmente rivelare di essere malato di Parkinson. Naturalmente la visione della figlia e della foto del nipote sono sufficienti per farlo tornare indietro sui suoi passi, facendolo tentennare nel momento della verità.
Brian, in un momento incredibilmente divertente nonostante le circostanze, cerca di convincere Paul a fare la cosa giusta, sostenendo giustamente che per la figlia la cosa migliore sarebbe quella di essere messa al corrente della faccenda, ma ciò che l’uomo sembra nascondere, dietro a quella spessa armatura fatta di sarcasmo e insofferenza nei confronti del genere umano, è la paura di lasciare un’immagine pietosa di se stesso negli ultimi momenti passati – lucidamente – in compagnia dei suoi cari. Prima o poi Paul dovrà comunque venire a patti con l’inevitabilità della cosa, e per il momento questo sembra essere il tema preminente per quanto concerne la scrittura del personaggio.

SPAZIO AI COMPRIMARI


Sullo sfondo delle due storyline principali appena citate, gli altri personaggi cominciano a prendere forma, e piano piano la storia comincia a svelarne i retroscena.
Il personaggio secondario maggiormente al centro di questi due episodi è sicuramente Gaby, interpretata da una Jessica Williams sempre più convincente. La questione del divorzio, debole dal punto di vista empatico perché per il momento appena accennata, porta però ad una rivelazione ben più importante: la moglie di Jimmy era la migliore amica di Gaby. Questo naturalmente pone Gaby in una nuova posizione rispetto alla narrazione, diventando qui la confidente – senza troppi peli sulla lingua – di Alice. Elemento che porterà poi all’esaurimento nervoso di Jimmy, sconvolto dalla notizia del flirt tra Alice e il figlio di Liz, Connor, e che innescherà una reazione a catena in grado di ribaltare la situazione portando alla naturale riconciliazione dei vari personaggi. E in particolare alle scuse del protagonista rivolte a Liz, un chiaro esempio di come tutte le discussioni tra amici dovrebbero concludersi: con delle scuse sincere e sentite accettate senza problemi dall’altra persona, cosciente del fatto che a volte dietro una sfuriata sopra le righe possano esserci altre ragioni che esulano dal rapporto d’amicizia in sé.
A chiudere il tutto, e a fungere da cliffhanger che distrugge l’equilibrio faticosamente raggiunto da Jimmy, arriva – neanche troppo a sorpresa – la rivelazione circa l’infatuazione di Alice nei confronti di Sean. Rivelazione che sicuramente influenzerà in qualche modo la permanenza del ragazzo nella casetta in piscina del protagonista e che, chissà, potrebbe portare a un conflitto tra i due personaggi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Storytelling sempre perfetto nel suo mix tra comicità e malinconia
  • Jason Segel perfetto sotto ogni aspetto, soprattutto quando sclera male
  • Paul, il Parkinson e il rapporto con Meg
  • Più spazio al personaggio di Jessica Williams
  • Le scuse di Jimmy a Liz
  • Il cliffhanger del quarto episodio
  • Per il momento ancora nulla da segnalare

 

Shrinking non sbaglia un colpo e mette in scena altri due episodi praticamente perfetti. È ancora presto per dare giudizi definitivi, ma se la serie continua su questa strada, Apple+ avrà presto un’altra comedy pronta a competere insieme al già pluripremiato Ted Lasso nell’annuale caccia agli Awards.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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