Shrinking 1×01 – 1×02 – Coin Flip – Fortress Of SolitudeTEMPO DI LETTURA 7 min

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Disponibile in streaming dal 26 di Gennaio, Shrinking è la nuova serie dramedy di casa Apple con protagonisti Jason Segel (How I Met Your Mother, Dispatches From Elsewhere) e Harrison Ford (1923).
James “Jimmy” Laird (Segel) è un terapista in lutto per la morte della moglie che, in un momento di debolezza, decide di infrangere le regole interferendo attivamente nella vita dei suoi pazienti, dicendo loro ciò che pensa nel modo più diretto possibile, nella speranza di portarli ad un miglioramento più immediato.
Districandosi tra problemi personali che vanno dal freddo rapporto con la figlia all’allontanamento inaspettato dal suo migliore amico Brian, dovuti entrambi a un suo improvviso distacco fisico ed emotivo, Jimmy porterà avanti le sue convinzioni a discapito delle possibili conseguenze lavorative, augurando a se stesso il medesimo cambiamento auspicato per i suoi pazienti.

BILL LAWRENCE, DA SEMPRE UNA CERTEZZA


Jimmy:Look, we know what they should do. You know why? Because it’s pretty fucking simple. “I get sad when I do this thing”, maybe don’t do that fucking thing! We know the answer. Don’t you ever want to just make ‘em do it?
Paul:Great idea! We just rob them from their autonomy and any chance they have to help themselves, right? And we become what? Psychological vigilantes?

La trama di Shrinking prende il via proprio dall’espediente narrativo sopracitato: un terapista che decide di intraprendere un percorso differente rispetto al metodo tradizionale, interferendo attivamente nelle decisioni dei suoi pazienti. Un incipit che, esposto in questo modo, potrebbe essere perfettamente adattato ad una storia dalle tinte horror in cui un dottore manipola i suoi pazienti al fine di aiutare soltanto se stesso – e che probabilmente finirebbe per trucidarli senza pietà – ma che, in questa sede, trova nella dimensione comedy che permea la narrazione, l’equilibrio giusto che lo rende un prodotto in grado di far ridere e riflettere allo stesso momento.
Un prodotto molto simile nello stile a serie televisive coeve quali Ted Lasso o, volendo scomodare mostri sacri giustamente intoccabili, Scrubs. Tre show completamente diversi, eppure accomunati da un unico nome: Bill Lawrence (nome che, tra l’altro, spiega anche la presenza di Christa Miller aka Jordan aka moglie di Lawrence all’interno del cast).
Si tratta comunque, fatta eccezione per Scrubs, di un’altra serie creata con la collaborazione di altri autori. Nell’altro prodotto Apple TV+ c’erano Sudeikis, Hunt e Kelly, questa volta invece ad affiancare Lawrence ci sono Brett Goldstein (il capitano Roy Kent proprio in Ted Lasso) e lo stesso Jason Segel nel ruolo di co-creatori.

SAI CHE SEI TE? SEI ‘NA ZOCCOLA


Il pilot, dopo una breve sequenza a base di pretzels, Adderall e (solo apparentemente) prostitute, parte proprio a partire dal primo consiglio spassionato dato da Jimmy ad una delle sue pazienti, ovvero quello di lasciare il marito allontanandosi dalla relazione tossica che la tiene ormai prigioniera da anni. Sequenza che immediatamente setta il tono della serie e che trova, nell’estrema schiettezza delle verità vomitate dal protagonista sui suoi pazienti, il punto di forza della puntata.
Chiunque, almeno una volta nella vita, si sarà trovato di fronte al classico amico al quale avrebbe voluto dire “ok che nella vita bisogna sbagliare per imparare, ma questa era proprio facile da evitare” e invece si è optato per l’approccio ben più terapeutico dell’ascoltare senza giudicare. In tal senso la serie vuole mettere questo potere in mano ad un esperto, a qualcuno che, su stessa ammissioni di Jimmy, sa quali sono le risposte corrette e che, almeno in via teorica, potrebbe realmente aiutare qualcuno spronandolo a fare la cosa giusta. Questo, naturalmente, con tutte le conseguenze legate ad un rapporto medico/paziente fondato su basi ben più traballanti rispetto a quello tradizionale. Conseguenze che, tra l’altro, finiscono per colpire il protagonista molto prima – e molto più forte sul naso – di quanto ci si potesse aspettare.
Nel corso della prima parte della puntata non si spende molto tempo ad approfondire le dinamiche che legano i personaggi o le motivazioni dietro alle proprie azioni, bensì viene presentato Jimmy per quello che è: un omaccione di buon cuore che vuole, nonostante la metodologia controversa, aiutare effettivamente i suoi pazienti. Memore del Marshall di How I Met Your Mother – complice anche l’innata apparenza da bravo ragazzo dell’attore – lo spettatore non tarda ad empatizzare col simpatico Jimmy, che naturalmente nasconde qualcosa dietro a questo bisogno improvviso di cambiare le regole del gioco in ambito lavorativo.

WHERE’S THE POOP JIMMY?


Tanti sorrisi, grandi risate ma, alla fine, la puzza di drama è troppo forte per essere nascosta ed ecco che, puntuale come sempre, arriva la rivelazione chiave in grado di diradare la nebbia che avvolge il protagonista: la moglie di Jimmy è infatti rimasta uccisa in seguito ad un incidente d’auto e, chiuso nella sua tristezza, ha finito per trascurare la figlia e il dolore che naturalmente ha colpito anche lei.
Ora si spiegano molte cose.
Questa sicuramente la frase nella mente dello spettatore al momento della rivelazione, sulla quale comunque, per il momento, non vengono fatti ulteriori approfondimenti.
Un modus operandi, quello di centellinare le informazioni sul background dei personaggi principali, che sicuramente riesce a creare fin da subito un maggior coinvolgimento da parte del pubblico, astutamente stuzzicato dagli autori grazie ad uno storytelling a tratti ermetico.
L’incontro con Sean (Luke Tennie), seconda “cavia” dei nuovi metodi di Jimmy, porterà il protagonista ad intervenire ancor più attivamente, portando il rapporto medico/paziente su tutt’altro livello, pericolosamente vicino all’amicizia.
Una volta stabilita l’importanza di Sean per lo show rispetto agli altri pazienti, il secondo episodio procede nella stessa direzione, dedicando la prima parte a quello che si potrebbe chiamare “il paziente di puntata”, per poi virare verso questioni più personali, in questo caso specifico il rapporto con la figlia e l’estrema intrusività di Liz nella vita della ragazzina. Una modalità che probabilmente verrà seguita anche dagli episodi successivi e che, almeno per il momento, sembra funzionare alla perfezione.

TIPO IL DOTTOR COX, MA PIÙ VECCHIO E COL PARKINSON


Parlando ora dell’ottimo parco personaggi che circonda il protagonista, ancora poco si conosce in merito alle varie personalità ma, grazie a dei dialoghi sempre frizzanti e, in generale, a una scrittura in grado di tenere incollato lo spettatore per 40 minuti nonostante il tono comedy di fondo, questa situazione di stallo in fase di caratterizzazione contribuisce sicuramente a tenere vivo l’interesse.
Il Paul Rhoades di Harrison Ford, figura paterna distaccata alla Perry Cox – ma senza le sfuriate di dieci minuti in apnea – occupa qui il ruolo di mentore di Jimmy – un altro protagonista in cerca di abbracci – la cosiddetta voce della ragione in questo momento un po’ turbolento della sua vita. È affetto dal morbo di Parkinson e sembra avere un rapporto speciale con la figlia di Jimmy, che sembra quasi guardare a lui come un nonno.
Accanto a loro troviamo Gaby, altra terapeuta collega e amica di entrambi e interpretata da un’ottima Jessica Williams, forse la sorpresa più grande insieme al Brian di Michael Urie (già visto in The Good Wife e The Good Fight), entrambi perfettamente calati nei reciproci ruoli e aggiunta sicuramente determinante anche dal punto di vista del lato comico della serie.
A chiudere il quadro la già citata Christa Miller, Jordan Sullivan di Scrubs e la Ellie di Cougar Town (altra creazione del marito Bill Lawrence), attrice che non ha mai brillato per quanto concerne le sue doti recitative, ma che comunque riesce, nel poco tempo a sua disposizione, a tirare i remi in barca e a regalare un’interpretazione quantomeno dignitosa. Probabilmente dovuta alla scrittura del suo personaggio, per una volta distante dal classico stereotipo della donna alpha mangia-uomini da lei spesso interpretato in passato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Jason Segel perfetto nel ruolo di protagonista
  • Bill Lawrence sempre una sicurezza
  • Comprimari all’altezza della situazione
  • Dinamica Jimmy/Paul che ricorda un po’ quella JD/Cox
  • Dialoghi divertenti e scrittura astutamente centellinata
  • Perfino Christa Miller regala una buona performance
  • Comedy dolceamara fin da subito molto coinvolgente
  • Per il momento nulla da segnalare

 

Un ottimo inizio per Shrinking, altro prodotto comedy di Apple TV+ dalle grandissime potenzialità. Jason Segel è perfetto nel suo ruolo e riesce a farsi amare dallo spettatore fin dal primo secondo, aiutato anche da un’ottima schiera di comprimari che hanno tutte le carte in regola per restare nel cuore del loro pubblico. Il modo migliore per inaugurare questo 2023 e senza dubbio un altro bel colpo in casa Apple.

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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