Call My Agent 1×01 – PaolaTEMPO DI LETTURA 4 min

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Call My Agent 1x01 recensioneSe il cinema francese è ancora un’istituzione in Europa, raramente si sente invece parlare di serie tv francesi, tranne in rarissimi casi.
Uno di questi è Chiama il Mio Agente (titolo originale, Diex Pour Cent) serie tv che affronta le storie di un’agenzia dello spettacolo alle prese con attori e registi e che svela, in chiave comica, il mondo del cinema e della televisione dal punto di vista di chi ci lavora dietro le quinte. Non a caso Diex Pour Cent, ovvero dieci per cento, è la percentuale che gli agenti prendono dal contratto di un artista.
Questa serie diventata poi un format è stata un vero successo in tutto il mondo, premiata sia dalla critica che dal favore del pubblico con cameo arrivati perfino da Hollywood (un esempio è Sigourney Weaver).
Finalmente la versione italiana Call My Agent è approdata su Sky con sei episodi di cui i primi due usciti insieme il 20 gennaio.
La regia è firmata da Luca Ribuoli e la sceneggiatura è di Lisa Nur Sultan, entrambi fuoriclasse della serialità e del cinema nostrano, mentre al timone si trova una produzione di grande esperienza come la Palomar (gli stessi produttori del Commissario Montalbano). Il cast tra volti noti e meno noti, ha la peculiarità di avere delle guest star che interpretano sé stesse, come in questo primo episodio dove la protagonista è Paola Cortellesi.

A CIASCUNO IL SUO


Il primo episodio della serie gioca sulle diversità degli agenti che compongono la CMA, la Claudio Maiorana Agency.
Se da una parte si trovano schierati i due veterani, Vittorio ed Elvira, dall’altra ci sono i due quasi quarantenni Lea e Gabriele. I quattro protagonisti non potrebbero essere più diversi, anche se ognuno di loro ha dentro di sé almeno una delle qualità indispensabili per sopravvivere nel mondo del cinema, un mondo complicato e cinico, dove vi puoi lavorare solo se sei veramente innamorato di quello che fai. La serie seppur con qualche licenza poetica, descrive bene e senza mezze misure quello che veramente succede dentro un’agenzia che gestisce le star.
Gabriele, al secolo Maurizio Lastrico, è l’agente che il pubblico conosce sin dai primi minuti perché è una delle star della sua scuderia la protagonista del pilot, ovvero Paola Cortellesi. Gabriele è il classico “buono”, la persona che ci mette davvero il cuore, quello che diventa amico dei sui clienti, quello che c’è sempre. Lontanissimo da lui è invece Vittorio, cinico e pragmatico, è la classica persona che chiunque chiamerebbe se in difficoltà, i due nel pilot vengono costantemente messi a confronto, in una sfida divertente tra due modi diversi di essere e lavorare.
Una menzione speciale va sia alla Cortellesi, in parte anche quando interpreta sé stessa, sia ad Emanuela Fanelli, che invece interpreta un’attrice mitomane e senza speranze e che con pochissime pose riesce a regalare un ottimo interludio comico.
I personaggi sono scritti e presentati bene, l’autrice ha giocato con astuzia sulla loro caratterizzazione che risulta infatti credibile e ben approfondita nonostante la difficoltà del contesto dove sono inseriti. Non è scontato infatti che il pubblico conosca come funziona un’agenzia dello spettacolo e che riesca a seguirne le vicende.

EFFETTO NOTTE


Come in ogni dietro le quinte che si rispetti (si pensi a Boris), non possono mancare gli assistenti. Gli outsider, coloro che hanno un punto di vista senza pregiudizi, hanno la funzione di mettere in luce agli occhi del pubblico tutte le storture e le assurdità del mondo dei “grandi”, di quelli che ce l’hanno apparentemente fatta.
Nel primo episodio vengono presentati gli assistenti Pierpaolo, Monica e Camilla: i primi due sono alla CMA da un po’ di tempo e sono dei trentenni scaltri e paraculi anche se più teneri dei loro capi, mentre Camilla, più giovane, si presenta all’agenzia in cerca di fortuna e diventa inaspettatamente l’assistente della spietata Lea. Camilla avrà un ruolo centrale in questo pilot e come il più classico “viaggio dell’eroe” dovrà affrontare non pochi ostacoli per arrivare a fine giornata e conquistare la fiducia di Lea.
Sembra evidente che la serie voglia mostrare uno scontro generazionale che si consuma sul campo di battaglia dello showbiz. Anche in questo caso, le dinamiche tra capi e assistenti sono scritte e girate con cura e ritmo, nessuna battuta o inquadratura è sprecata ed è così che l’episodio vola via in un attimo con piena soddisfazione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il cast
  • La regia
  • La sceneggiatura
  • Giusta modulazione della comicità
  • Sara Drago che interpreta Lea è leggermente più debole nella recitazione dei suoi colleghi
  • Il rischio di rimanere troppo settoriali

 

Call My Agent rischia di essere divertente o comprensibile fino in fondo solo agli addetti ai lavori e di rimanere un cult per pochi. Questo nonostante le dinamiche e le categorie umane descritte sono universali e quindi godibili anche per chi non ha idea di come funzioni il mondo dello spettacolo.
La serie ha comunque il pregio di non fare spiegoni inutili e lenti, ma anzi di andare dritta al centro delle situazioni. La speranza è che Call My Agent possa crescere di puntata in puntata visto che al momento sia regia che sceneggiatura si sono rivelate di ottima qualità. Il primo episodio è un buonissimo esordio a cui si fa fede ne seguiranno altri al pari o superiori.

 

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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
Mi piacciono molto i cani e amo le mezze stagioni, anche se non ci sono più.

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