In contemporanea con il debutto dei primi due episodi di “L’amica geniale: storia della bambina perduta” su mamma Rai, l’11 novembre HBO ha trasmesso l’ultimo episodio della serie, dal titolo “The Restitution”.
Cinquantacinque minuti che sanciscono la conclusione definitiva dell’intera saga di Elena Ferrante. La puntata finale aveva con sé una responsabilità grandissima, quella di soddisfare milioni di lettori oltre che di spettatori. Si deve considerare, infatti, che la serie è tratta dal miglior libro, come scrive il New York Times, degli ultimi 25 anni: praticamente il libro del secolo. L’impresa quindi di accontentare un pubblico così esigente era ardua, ma la regista Laura Bispuri e tutta la sua squadra, sembra siano riusciti nell’impossibile.
La conclusione di My Brillant Friend “is brilliant” citando il New York Times. La forza di tutte le stagioni è sempre stata una qualità di regia e di scrittura molto alta (è la stessa Elena Ferrante a firmare tutte le sceneggiature).
Una menzione speciale va fatta anche per la scelta del cast. Era complesso scegliere le nuove Elena e Lila, ma Alba Rohrwacher e Irene Maiorino sono state due protagoniste intense e talentuose.
La lacrima che scende sull’ultimo frame di questo episodio, è d’obbligo.
LA SMARGINATURA
Per gli affezionati del libro, ma anche della serie, questo termine dovrebbe suonare famigliare. La smarginatura è descritta da Lila come una perdita dei propri confini e dei confini della realtà. Come se le cose e le persone perdessero lentamente i loro bordi per smarginarsi e fondersi in un accumulo unico.
Lila usa questo termine per la prima volta durante l’episodio del terremoto di Napoli, quando è dentro la macchina con Elena e ha una crisi dovuta proprio al sentirsi lei stessa smarginata. Le era già successo in altri due momenti chiave della sua vita: il capodanno dai Solara e il matrimonio con Stefano Carracci. La sensazione di perdere i propri confini è un qualcosa che la protagonista ha espresso sin dalla giovane età, quasi come un presentimento che prima o poi sarebbe definitivamente scomparsa.
È come se Lila avesse sin dal principio fatto fatica a contenere i suoi argini e, nei momenti più significativi e tragici della sua esistenza, le sue dighe si fossero lentamente aperte per smarginare. Arrivando all’ultimo episodio, dove accade l’evento più rilevante della vita di Lila, un fatto di sangue che sancisce definitivamente la sua esistenza, come qualcosa di inevitabile si giunge al completamento della sua smarginatura. Il cerchio si chiude e la fine dell’episodio si aggancia direttamente all’inizio della prima stagione, con la chiamata di Gennaro che ormai adulto avvisa Elena che Lila è scomparsa. Una sorpresa finale, però, molto commuovente per chi ha amato la saga, colpirà Elena e lo spettatore.
UN AFFARE DI FAMIGLIA
Con il suo ritorno nel rione, Elena mischia senza soluzione di continuità la sua vita con quella di Lila. Le due erano tornate una cosa sola come da bambine, ma senza contare che adesso da adulte si sarebbero portate appresso anche le loro famiglie.
Sono tante le persone importanti che gravitano intorno al duo di amiche geniali, tra figli, fratelli, partner e personaggi del rione. Mentre gli anni scorrono, gli intrecci tra Gennaro, Elsa, Dede, Imma, Tina si dipano, interrompono, spezzano: i due nuclei che Lila ed Elena hanno creato sono adesso come l’impasto di una torta. Ovviamente tutto cambia con la scomparsa di Tina, gli equilibri vengono ristabiliti e il micro universo che le due amiche avevano a fatica creato si sovverte.
Infine, un plauso va fatto alla regia che ha seguito con stile e accuratezza il cambiare del tempo, delle mode, degli spazi e delle epoche. Non un elemento risulta essere fuori posto e questo dona credibilità al prodotto finale.
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Quando il libro è un gran libro, amato e di altissimo valore, quando una storia è entrata nei cuori di milioni di persone, pretendere di emozionare o stimolare il pubblico con una serie audiovisiva è cosa ardita. Però, in questa stagione e in questo episodio finale, il lavoro di una grande squadra di professionisti ha premiato. Se la conclusione di My Brilliant Friend: The Story Of The Lost Child era già nota a molti, la serie ha il merito di aver raccontato altro fuori dalle pagine. Un episodio quindi degno di una grande storia, privo di inutili banalità o sensazionalismi in cui facilmente si poteva scadere. La lacrima scende, ma va quasi da sola.
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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
Mi piacciono molto i cani e amo le mezze stagioni, anche se non ci sono più.