Cobra Kai 6×06 – Benvinguts a BarcelonaTEMPO DI LETTURA 4 min

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Cobra Kai 6x06 RecensioneÈ arrivata finalmente la seconda parte di questa sesta e ultima stagione di Cobra Kai. Un meccanismo di distribuzione alquanto intricato e, per quanto sia redditizio per Netflix, risulta una vero e proprio fardello che sta appesantendo la visione di quello che dovrebbe essere un prodotto frizzante e ad alto impatto.
A tutto ciò, si aggiungono le notizie sempre meno confortanti riguardo la probabile strategia di Sony che pare abbia deciso di ignorare bellamente il prodotto che ha resuscitato il franchise di Karate Kid per il prossimo film in uscita in estate.
Si prospetta dunque un 2025 molto ricco per la saga di Karate Kid, prima col finale di Cobra Kai (per cui è stata fissata da poco come data d’uscita il 13 febbraio) e poi con il film che non sarebbe mai esistito senza Cobra Kai ma che, probabilmente, non lo richiamerà molto. Un grandissimo autogol visto che la quasi interezza dei fan che si recheranno in sala saranno spettatori del fenomeno Cobra Kai, partito come progetto low profile di YouTube Red e finito con l’essere uno dei prodotti di punta della più grande major dello streaming.

KARATE KID INTERNATIONAL


C’è da dire che mentre i primi cinque episodi sembravano avere un po’ – magari anche volutamente – il freno a mano tirato, stavolta sembra essere tornati ai ritmi di una volta. Il tutto con una grande novità che si sta rivelando una ventata d’aria fresca. Ciò che sta salvando infatti Cobra Kai dall’essere una stantia ripetizione delle precedenti stagioni è questa sua nuova dimensione internazionale, portando i protagonisti al di fuori della Valley (e dagli USA), portandoli a scontrare con una civiltà del tutto diversa.
Un’occasione per nuovi siparietti con Johnny e il suo scarso spagnolo, ma anche la possibilità di espandere l’orizzonte a nuovi dojo e un nuovo karate di cui non si conosceva nemmeno l’esistenza. Per quarant’anni il karate di Karate Kid era solo quello della Valley e di Okinawa. Finalmente adesso si sta iniziando ad espandere questo mondo, includendo i migliori atleti di tutto il mondo per dare una nuova dimensione a uno show altrimenti sempre chiuso in sé stesso.

Johnny:Hello? Uh… necesito nuevo cabeza de… shower. How do you say sh– Did you just call me a douche?
Amanda:This is my new favorite show.

COMBATTIMENTI A SQUADRE


Un’altra grande sterzata rispetto a una prima parte che ha lasciato con l’amaro in bocca i fan è la svolta action. Tornano finalmente i cari vecchi combattimenti di arti marziali che hanno fatto la fortuna di Karate Kid prima e Cobra Kai poi. Se qualcuno poteva sospettare una partenza del Sekai Taikai a marce basse si dovrà subito ricredere con “Benvinguts a Barcelona”. La prima fase del torneo consiste infatti nel suddividere i sedici dojo in gironi da quattro per far competere gli atleti in una nuova disciplina rispetto ai soliti tornei dell’All-Valley.
La novità consiste in un combattimento molto “tamarro” a squadre, in cui i partecipanti delle quattro squadre del girone si affrontano in una sorta di royal rumble di karate, che è una bella dose di adrenalina per una stagione finale finora ancora priva delle scintille che tutti si aspettavano. E invece questa prima prova si rivela l’occasione anche per portare sul tatami le varie difficoltà relazionali dei protagonisti, tra un Robbie sempre più distratto, Tory non convinta fino in fondo della sua scelta e Sam risentita nei confronti di quella che credeva essere sua amica.

SI ALLARGA IL CAST


Questa espansione territoriale si traduce, fortunatamente, anche in un ingrandimento del cast. Cobra Kai è sempre stato uno show corale, in cui proprio la moltitudine di protagonisti e storyline rendeva anche impossibile prevedere con certezza l’esito di un tradizionale cammino dell’eroe. Mentre in qualsiasi altro prodotto di genere sportivo è facile intuire chi vincerà la competizione finale, in Cobra Kai il colpo di scena è sempre dietro l’angolo, e così il Miyagi-Do può perdere contro i suoi rivali di sempre, per poi vedere trionfare un dojo venuto fuori dal nulla come gli Iron Dragons.
Gli autori sembrano infatti aver capito che è anche giunto il momento di smettere di riciclare personaggi secondari dei vecchi film per fare ciò che ha dato il carburante allo show per durare sei stagioni.
Ecco che arrivano finalmente nuovi personaggi, creati e plasmati appositamente per questo nuovo prodotto, distribuiti nei vari dojo, pronti a fare la guerra a Johnny e Danny pur di portarsi a casa l’ambito trofeo. In “Benvinguts a Barcelona” è il turno dei cinici e pragmatici Iron Dragons, ma chissà che tra i vari sedici dojo non ci sia spazio nelle prossime puntate di approfondirne qualcun altro.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La nuova dimensione internazionale del karate nel mondo di Karate Kid
  • Il primo test del Sekai Taikai molto spettacolare
  • Nuovi dojo per arricchire il cast (e dei nuovi villain)
  • La brutta sconfitta del Miyagi-Do al primo turno
  • Non c’è un protagonista principale, pertanto chiunque potrebbe essere effettivamente il vincitore alla fine
  • Chozen troppo sopra le righe persino per i suoi standard

 

Cobra Kai torna facendo ciò che sa fare meglio: colpire duro e forte, dando inizio al torneo più “cazzuto” dell’intera saga di Karate Kid.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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