Rellik 1×06 – Episode 6TEMPO DI LETTURA 4 min

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Rellik è giunto al capolinea. Per raccontare l’ultima porzione della loro storia, i fratelli Williams hanno scelto di ritornare ad un ordine cronologico “normale”, scelta che può spiazzare lo spettatore che si era ormai abituato alla narrazione “au contrarie” ma che era quasi obbligata, visto come si evolvono le cose nell’arco di questi ultimi cinquanta e passa minuti. Non manca però qualche flashback, fondamentale per approfondire i passati, inaspettatamente legati già vent’anni prima, di Gabriel e di Elaine. O meglio di Gabriel e di Helena Parides, il vero nome della donna di cui Elaine Shepard è l’anagramma.
Come ogni buon finale, “Episode 6” ha il grande pregio di mettere non solo la parola “fine” alla vicenda finora narrata, ma anche di chiarirne i punti rimasti ancora oscuri, evitando così di lasciare qualcosa di non detto o in sospeso: si scoprono la natura del crimine commesso dal padre di Elaine (anche se era ampiamente prevedibile che avesse ucciso proprio la moglie); il motivo per cui la ragazza si è trasformata in un’assassina seriale e ha preso di mira, tra gli altri, proprio Jonas Borner; la verità dietro lo scandalo Salvia Unit e il perché Gabriel Markham fosse così ben informato al riguardo.
Unendo i pezzi e combinando le informazioni fornite dai flashbacks, la vita di Elaine/Helena si dispiega dinanzi agli occhi dello spettatore come un susseguirsi tragico e traumatico di violenze: prima come spettatrice dell’omicidio della madre, poi come vittima degli abusi e delle terapie violente alla Salvia Unit, infine come esecutrice degli omicidi commessi e dell’attacco contro Gabriel. Prima ancora che una carnefice, che sgozza e sfigura con l’acido le sue vittime, il personaggio interpretato da Jodi Balfour è una vittima degli eventi, povera mente squilibrata e disturbata che dialoga continuamente col fantasma della madre e che cerca disperatamente qualcuno che la ami, illudendosi di aver trovare questo qualcuno in Gabriel. E’ impossibile non provare un briciolo di compassione per quest’essere umano divenuto un mostro perché cresciuto in mezzo a mostri pronti a farle del male o che non hanno impedito che gliene venisse fatto anche quando potevano intervenire. A quest’ultima categoria appartiene Isaac Taylor, colpevole di aver chiuso gli occhi di fronte agli abusi sessuali su una ragazzina di appena dieci anni e di averle anzi inflitto continui elettroshock, come se si trattasse solo di disturbi mentali da curare nel modo più crudele e doloroso possibile.
Chi, invece, è riuscito a dare una concreta mano alla piccola Elaine/Helena è stato Gabriel, che ventuno anni prima si era recato alla Salvia Unit per una chiamata del 999 e, casualmente, aveva messo piede nella stanza in cui si stava consumando l’ennesima violenza, ignaro del fatto che avrebbe rivisto quella ragazzina anni dopo, cresciuta e pronta a seminare morte. Nonostante Elaine sia colei che lo ha sfigurato, che ne ha rapito la figlia e che infine gli ha sparato, Gabriel tenta fino all’ultimo di salvare la donna, anche quando lei sta per darsi fuoco dopo essersi cosparsa di benzina: è un gesto che potrebbe essere visto come atto di estrema redenzione di un personaggio che, per quanto si è visto nell’arco dei cinque episodi precedenti, non è mai stato uno stinco di santo. Allo spettatore non è dato sapere se alla fine Elaine si è salvata o se le ustioni sono state fatali; di certo non lo sono state per Gabriel, che ricompare alla fine, ancora una volta in un letto di ospedale, sanguinante e coperto da bende, ustionato ma circondato dall’affetto di una moglie con cui stava cercando di riallacciare i rapporti e una figlia che sente pienamente come sua, pur non essendone il padre biologico, perché è l’uomo che l’ha cresciuta. Gabriel è distrutto nel fisico, ma nello stesso tempo è pronto a rinascere dalle sue stesse ceneri, come la fenice.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutti i nodi vengono al pettine
  • Nulla di rilevante

 

Il thriller sui generis dei fratelli Williams giunge a una conclusione che, per fortuna, non lascia nulla in sospeso e dunque nessuno spazio per un’eventuale seconda stagione, che sarebbe quanto meno inopportuna vista la chiusura della storia. Sono state sei puntate non proprio facili da seguire, ma hanno anche offerto una storia intrigante e piena di depistaggi, prove attoriali di alta qualità (Richard Dormer su tutti), atmosfere degne di un noir scandinavo e una colonna sonora disturbante. E poi non tutte le serie televisive possono essere banali e facili da seguire, altrimenti dove sarebbe il divertimento?

 

Episode 5 1×05 ND milioni – ND rating
Episode 6 1×06 ND milioni – ND rating

 

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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