Santa Clarita Diet 1×01 – So Then A Bat Or A MonkeyTEMPO DI LETTURA 4 min

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“I’m not dying honey, I probably just ate something”


Non sempre è facile riuscire a coniugare horror e commedia (soprattutto se è un tipo di horror che vira verso lo splatter) a meno di non cadere nel trash puro (in questo senso una delle serie che c’è riuscita meglio è Ash VS Evil Dead). Come al solito, invece, Netflix raccoglie una sfida altamente improbabile e compie un piccolo miracolo, anche se (bisogna dirlo) supportato da una buona campagna marketing che in questi giorni ha creato una certa aspettativa intorno a questa serie.
Ci sentiamo di consigliarvi di non vedere nessun teaser o trailer ma di lasciarvi guidare dal vostro istinto nella visione (che è poi il tema principale di tutto l’episodio), questo perché la prima parte, che fa da introduzione al mondo della famiglia Hammond, composta dai coniugi Sheila (Drew Barrymore) e Joel (Timothy Olyphant) e dalla figlia Abby (Liv Hewson), potrebbe risultare quasi noiosa e pedante perché rappresenta la parte più “sit-com” dell’episodio e quindi fa perdere molte delle aspettative sopracitate. In realtà, se si ha la pazienza di vedere l’episodio per intero, ci si può accorgere come questa prima parte abbia solo la funzione di enorme MacGuffin per quello che succederà dopo. Enorme MacGuffin che, nonostante tutto, nasconde nei suoi dialoghi, apparentemente banali, il senso di tutta la trama grazie a degli input che poi ritornano nella seconda parte e che saranno colti sicuramente dallo spettatore più attento ai particolari.
Questo piccolo “gioco” interno alla puntata fa sì che l’attenzione non venga meno e sottolinea gli aspetti più significativi, facendo capire tutto della personalità dei due coniugi/agenti immobiliari, per poi far ridere ancora di più quando questa viene completamente ribaltata dopo il primo dei tanti colpi di scena presenti nell’episodio.
Per chi ha già presente il trailer e conosce anche solo un accenno parziale della trama, non sarà una novità quanto verrà detto da qui in poi. Per tutti gli altri comunque non c’è da temere, perché se è vero che il tema principale della serie è il cannibalismo, visto come una misteriosa malattia (che diventa poi una cura in un certo senso) che colpisce la protagonista Sheila, questo viene trattato in una maniera del tutto inedita rispetto ad altre serie tv, una garanzia di originalità e imprevedibilità necessaria per lasciare lo spettatore a bocca aperta dopo la visione del pilot.
Oltre alla famiglia protagonista, il “contorno” della serie (termine adatto in questa occasione) non è di minore qualità: la fotografia è ottima e segue una direzione precisa come ogni comedy di un certo livello che cerca di sperimentare anche a livello visivo (come Scrubs o Modern Family).
Dulcis in fundo (anche qui il termine gastronomico è puramente casuale) bisogna notare come i comprimari siano studiati molto bene e risultino indispensabili per creare gag divertenti a supporto degli stessi protagonisti: il vicino di casa creepy (Skyler Gisondo) e la commessa dal volto e dal tono monocordi Ramona (Ramona Young) su tutti. Senza dimenticare il parrucchino più celebre di tutta la televisione americana, Nathan Fillion, qui nei panni di un collega stalker “leggermente invadente” di Sheila.
Insomma Santa Clarita Diet si presenta, almeno in questo pilot, come conforme alle aspettative che Netflix aveva messo in campo già da qualche giorno. Chi invece non sa ancora di che cosa si stia parlando in questa recensione, troverà una serie fresca e divertente, adatta agli amanti sia dell’horror che delle sit-com, a cui non resta che augurare buona visione (e buon pranzo/cena successivamente).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Drew Barrymore e Timothy Olyphant
  • Cannibalismo e comedy, un amalgama riuscito
  • Gioco di input nascosti nei dialoghi iniziali
  • Nathan Fillion e il suo evidente parrucchino
  • Personaggi comprimari
  • Colpo di scena finale
  • Scena del vomito (bleah)
  • Scena della carne cruda (altro bleah)
  • Introduzione forse troppo lunga

 

Unire due generi come l’horror/splatter e la comedy è un’impresa che solo poche serie sono riuscite a fare. Questa ci riesce benissimo unendo cannibalismo e sit-com familiare. La narrazione procede spedita con dialoghi brillanti e colpi di scena (soprattutto il cliffhanger finale) che danno un quadro generale della situazione e spingono ad andare avanti con gli episodi. Una Drew Barrymore e un Timothy Oliphant, entrambi in stato di grazia, tengono in piedi benissimo lo show circondati da alcuni attori comprimari veramente bravi. Al momento una delle sorprese più piacevoli di Netflix in questo 2017.

 

So Then A Bat Or A Monkey 1×01 ND milioni – ND rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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