Sharp Objects 1×06 – CherryTEMPO DI LETTURA 4 min

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“We were so shiny. Luscious on the outside. But on the inside there’s that dark, hard pit.”

Una città, per quanto campagnola o lontana dalla mondanità delle grandi metropoli, agli occhi di una semplice ragazza adolescente acquista un significato tutto particolare. E’ in questa città, così piccola ed a tratti miserabile, che il suo carattere viene forgiato ed il suo essere donna prende forma: la prima cotta adolescenziale, le prime amicizie, le prime diatribe ed i primi problemi di carattere sociale. E’ così per Amma nella sperduta e desolata Wind Gap e lo spettatore assapora queste sensazioni di distaccamento dalla percezione della realtà nella scena in conclusione di trama in cui anche Camille girovaga in pattini. Questa sensazione coglie in pieno anche il personaggio di Camille per tre semplici motivi: il primo è sicuramente l’effetto dell’acido/pasticca che poco prima della festa la giovane reporter si era calata; il secondo motivo è la sensazione di libertà che il girare per pattini in una città vuota concede alla donna; il terzo è il ricordo del passato e la vicinanza di Amma che le stanno rendendo più lieve il ritorno a Wind Gap (a fasi alterne) e più facile sopportare le ingrate parole di odio ed intolleranza che Adora sembra riservarle in ogni singola occasione.
Tuttavia, la libertà che Camille ed Amma assaporano mentre girovagano in pattini è un qualcosa di apparente, fugace e determinato ad infrangersi con la dura realtà: una città come Wind Gap potrebbe non “incatenarti” costringendoti a rimanere, tuttavia ti logora la mente e la psiche con le sue antiquate abitudini ed il suo strano modo di concepire le problematiche.
Basti pensare, per esempio, al ruolo di Adora all’interno della città: prima di avvisare il detective Willis, lo sceriffo avverte la donna del ritrovamento in fondo al laghetto vicino al luogo di lavoro di John Keene (primo indiziato del brutale omicidio).
Un ritrovamento che sembra voler porre fine ad un caso che a conti fatti sembrava non aver mai preso piede, vuoi perché il focus della narrazione era più incentrato sulla città e sulla problematiche sociali della stessa che sul semplice e banale drama poliziesco, vuoi anche perché proprio il carattere omertoso e chiuso della città sembrava aver spento in chiunque il desiderio di trovare un colpevole: spesso e volentieri si incolpava un fantomatico camionista, d’altra parte è sempre più facile incolpare l’Altro, piuttosto che ragionare con raziocinio ed andare a ricercare il “cattivo” nelle proprie fila, all’interno del Noi. E se proprio bisogna cercarlo, questo (John) deve essere giudicato sommariamente ed incolpato in pubblica piazza senza dar adito a dubbi che possa essere stato qualcuno di diverso.

“It’s safer to be feared than loved.”

Sharp Objects appare a tutti gli effetti una moderna e funzionale rappresentazione della società sotto svariati aspetti. L’analisi psicologica ha la meglio in ogni singola puntata, a discapito della narrazione del caso che, come è stato più volte evidenziato nelle passate recensioni, è stata abbandonata a sé stesso ed inquadrata a tutti gli effetti come misero elemento di sfondo narrativo.
La puntata analizza sotto altri aspetti sempre quell’elemento che sopra si è andato a presentare, ossia l’effetto magnete della città di Wind Gap sui propri cittadini. Forse anche per questo Camille risulta così strana (sia ai personaggi in scena, sia a tratti pure allo spettatore): la giornalista è una che “ce l’ha fatta”, si è lasciata tutta alle spalle (e marchiato sulla propria pelle), ha fatto le valigie e se ne andata da una cittadina che mai le ha concesso nulla e sempre le ha chiesto di pagare il conto più salato. Sia da un punto di vista affettivo con la morte della sorella e l’involuzione sentimentale della madre, sia da un punto di vista sociale con quella che forse sarebbe riduttivo inquadrare come semplice cattiveria adolescenziale. Camille viene vista con distacco e con occhi rancorosi da quasi tutte le ex compagne ed amiche proprio per questo ed anche perché vedono in lei qualcosa che loro non sono riuscite ad essere e che mai saranno. Invidia, sì, ma che si tramuta in rabbia animale.
Con il caso ormai in dirittura d’arrivo e solo due puntate alla conclusione, la serie sembra aver giocato alcune delle migliori carte in questa puntata, sia da un punto di vista di analisi dei personaggi, sia per quanto concerne l’evolversi del caso. Resta da capire, quindi, quanto ancora Sharp Objects abbia da raccontare e quali segreti voglia portare alla luce.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ambiguità del personaggio di Alan
  • Indagini di Willis su Camille
  • Camille e la rimpatriatà
  • Scene di Camille ed Amma
  • Il ritrovamento della bicicletta
  • “Can I quote you on that?”
  • Nulla, ma alcuni dettagli sono migliorabili

 

L’episodio forse migliore della serie fino a questo punto. E non è sicuramente un caso che coincida con l’evoluzione forse più importante relativa al caso di omicidio sul quale la serie si basa.

 

Closer 1×05 1.17 milioni – 0.3 rating
Cherry 1×06 1.13 milioni – 0.3 rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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