“I’m sorry. I need to stay her good girl. I need to stay her good girl.”
Il percorso della miniserie evento di casa HBO è stato sicuramente non semplice e limpido per l’intera sua durata specialmente per una volontà narrativa in cui veniva prediletto il sottotesto a quello che invece si cercava di raccontare in scena. Ecco quindi che “Milk” rappresenta a tutti gli effetti una perla seriale degna conclusione di una serie come Sharp Objects che sì, fondava la propria storia sulla violenta morte di due giovani ragazze e sulla ricerca del colpevole da parte della polizia ma che ha prediletto, via via che i minuti passavano, soffermarsi piuttosto sull’omertà e sulla complicata vita nella cittadina di Wind Gap.
Peculiare il fatto che nei minuti canonici della puntata venga soltanto insinuato il dubbio che Amma si sia resa colpevole di atti così violenti e disumani, lasciando alle silenziose immagini post crediti il compito di lasciare attonito e pietrificato lo spettatore che aveva ormai iniziato ad empatizzare con la giovane ragazza, mostrata così indifesa e vulnerabile in questo finale di serie.
“Guess which Greek goddess I am, Camille. I’m Persephone. Queen of the Underworld. She’s married to that…big dude. Hades. He runs Hell, but she’s in charge of punishment. But I feel sorry for Persephone because even when she’s back with the living, they’re afraid of her because of where she’s been. Kinda funny, huh? How many stories they have where princesses need to get rescued from witches. Wind Gap has one, even. Little girls yanked from the woods by the Woman in White.”
Amma ad inizio puntata si paragona a Persefone, dea minore degli inferi, sposa di Ade, Dio dei morti. Secondo il mito, Persefone venne strappata dalla terra e rapita da Ade stesso che la fece ben presto sua moglie. Alla stessa maniera, il viso contratto in un misto di rabbia e perversa gioia di Amma risulta quasi essere una sua rappresentazione in scena: il suo animo dolce e candido solitamente mostrato (Persefone) viene strappato via davanti ai nostri occhi e ciò che ne rimane altro non è che desolazione e morte (Ade).
Se da un lato Adora risulta essere sicuramente colpevole e malata essendo affetta dalla sindrome di Münchhausen (la morte di Marian è la prova), dall’altro abbiamo Amma ed il suo inestinguibile desiderio di ritrovarsi perennemente al centro dell’attenzione di chiunque in quel momento la renda felice (elemento che viene colto sul finire di puntata quando ammette di stare bene con Camille).
La cattiveria mostrata da Amma risulta essere animalesca in ogni suo singolo aspetto: la brutale azione; la pianificazione; l’omertoso silenzio; il significativo attaccamento alla dollhouse.
Dell’atto (anche se bisognerebbe parlare al plurale) in sé Sharp Objects concede ben poco, qualche veloce scena post crediti giusto per colmare i dubbi e ridipingere completamente il quadro della situazione ed il ritratto della giovane, maliziosa ed ingegnosa Amma. Molte scene passate assumono tutto un altro significato ed un’altra sfumatura a posteriori, valutando cosa l’occhio dello spettatore ha potuto scrutare nel profondo dell’animo di Amma. Basti pensare alla scena in cui si recava nel luogo di lavoro di John, una visita forse inconsueta ma che avrebbe potuto benissimo essere un contatto per poter convincere i colleghi del giovane a piazzare la bicicletta nel laghetto adiacente lo stabilimento.
Anche la scena della recita, quando Amma reagisce in maniera poco lucida e fugge dal palco assume ora tutto un altro peso: Amma, forse più a contatto con la realtà dei fatti e con la propria coscienza per via della droga assunta, si sente investita da un fiume in pieno di sensazioni che credeva sepolte e sparite; ecco il perché del crollo mentale quindi ed il suo nascondersi nel buio della tetra cascina nel bosco.
“Prosecution says my mother is a warrior martyr. If she was guilty, they argued, it was only of a very female sort of rage. Overcare. Killing through kindness. It shouldn’t have surprised me that Adora fell on that sword spectacularly. Of course, she never did explain the teeth or that kind of naked rage a person, man or woman, would need to do something like that. It didn’t fit. So, as with everything in my mother’s world, it didn’t exist, except perhaps in some dark place only she knows about.My mother has many years to consider what she’s done. As for me,I’ve forgiven myself for failing to save my sister and given myself over to raising the other.
Am I good at caring for Amma because of kindness, or do I like caring for Amma because I have Adora’s sickness?
I waver between the two. Especially at night, when my skin begins to pulse. Lately, I’ve been leaning toward kindness.”
Ogni tassello sembra riuscire a ritrovare il proprio posto all’interno del puzzle. Sembra. Ma quello che si ottiene tuttavia è la rappresentazione di una città omertosa fino al midollo: i coetanei di Amma (complici nei due omicidi) e forse anche parte dei colleghi di John, sapevano cosa era accaduto e di cosa stava per accadere (John sarebbe stato giustiziato per un omicidio che non aveva commesso), tuttavia nessuno pareva intenzionato a sollevare la patina di false parole che sormontavano il caso.
Ciò che forse rende più macabro il tutto, oltre al fatto che a compierlo sia una giovane dal viso candido ed innocente come Amma (Eliza Scanlen) è sicuramente il particolare dei denti che avevano già colpito quando il detective Willis aveva tentato di replicare la fase dell’estrazione dalla testa di un maiale: un atto tanto crudo e violento poteva essere compiuto solo da una persona con un profondo odio appresso e sospinta in maniera decisiva da una grande dose di adrenalina. Immaginare quindi Amma in tale azione e vederla successivamente utilizzare quegli stessi denti come pavimento nella propria casa delle bambole è qualcosa che forse nemmeno la mente di Deaver e King avrebbe mai potuto partorire. Eppure così è, quasi come se si volesse sottolineare ulteriormente come la realtà a volte superi la fantasia.
La stagione si conclude con un episodio che lascia forse l’amaro in bocca per la collocazione degli sviluppi (sempre nel finale ed in questo caso addirittura post titoli di coda), ma che non può che lasciare piacevolmente sorpresi in quanto a rabbia e brutalità portata in scena, unitamente ad un distacco dalle emozioni umane che personaggi come Adora ed Amma sono riusciti a rappresentare alla perfezione.
“Don’t tell Mama.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Falling 1×07 | 1.25 milioni – 0.4 rating |
Milk 1×08 | 1.76 milioni – 0.5 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.