Supernatural 11×14 – The VesselTEMPO DI LETTURA 3 min

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That’s not Cass!

Quattro semplici parole e “cat’s out“. Incredibilmente Carver e colleghi vari ed eventuali (che in questa puntata rispondono al nome di Robert Berens) compiono un gesto risoluto che va totalmente contro ogni tipo di aspettativa, spiazza tutto e tutti e sorprende positivamente per l’eccesso di carisma che tutto d’un tratto Supernatural dimostra di avere: Castifer/Lustiel dichiara spontaneamente la sua identità ai Winchester. Non si gioca come al solito su un segreto protraendolo il più possibile, non lo si dilata come si è fatto nella decade precedente, non lo si esaspera fino allo sfinimento. Questa arroganza straripante degli sceneggiatori è un fulmine a ciel sereno che piace e convince, probabilmente segno dei tempi che cambiano.
Già con il precedente “Love Hurts” si era rimasti piacevolmente stupiti per l’assenza di filtri e di omissioni nel dialogo finale tra Sam e Dean, dialogo che sanciva di fatto la fine di tutti i segreti non segreti che avevano deteriorato un rapporto decennale. Allo stesso modo, la scelta di evitare al pubblico l’ennesimo filone di stagione in cui un segreto di cui sono tutti a conoscenza non è noto invece ad uno dei due fratelli rappresenta un cambio di marcia sia nei confronti del pubblico sia nel modo di sviluppare una stagione. C’è più audacia nel cambiare che nel rimanere fissi nelle solite logiche e, qualsiasi risultato porti questa scelta strategica, va apprezzato a prescindere perché svia dalle aspettative aprendo nuove strade. Si poteva giocare di più su Castifer/Lustiel, senza dubbio, però al tempo stesso per il carattere del personaggio sarebbe stata una scelta poco coerente visto e considerato che il nemico comune è di un livello superiore a tutti quanti: “You should be cheering. We have a common enemy.“.
“The Vessel” sfrutta due degli elementi migliori e relativamente poco sfruttati della serie: viaggi nel tempo ed il filone Man Of Letters. Se la tematica dei viaggi nel tempo sembra prendere sempre più piede nel piccolo schermo in quest’ultimo periodo (Legends Of Tomorrow o 11.22.63), il filone dei Man Of Letters è rievocato raramente e sfruttato ancora meno. Senza ombra di dubbio è su questo che bisogna puntare per dare ulteriore profondità alla serie perché, e questo è sotto gli occhi di tutti, Supernatural quando sfocia nella ricerca mitologica dà il meglio di sé. Se a questo poi si aggiunge una forte componente nazista, il risultato è un cocktail che difficilmente lascerà impassibili gli spettatori. Ritornare indietro nel tempo per recuperare la “hand of God” (non questa Hand Of God) è un’idea intrigante sin dal principio, specialmente perché, come dice Dean, “This is the ideal scenario. That sub’s a tin can floating in the middle of the ocean, doomed to go down. You can’t really mess with history at 20,000 leagues. So we get in, get the weapon, get out. It’s a milk run.“. A tutto ciò va poi fatto notare come, esattamente come una spirale che si chiude, la storia presente nei libri racconta già la vicenda, come se Dean l’avesse vissuta regalando esattamente quel trip mentale che si brama nel momento in cui si sente parlare di viaggi nel tempo.
In tutto ciò merita qualche riga di commento la recitazione di Misha Collins, decisamente spettacolare nel modulare sia il tono di voce che la mimica facciale a seconda della personalità che deve rappresentare. Se si riesce a percepire lo stacco tra le due differenti facciate di Castiel e Lucifer allora vuol dire che l’attore è riuscito a compiere al meglio ciò che gli è stato richiesto perché, al di là della possibile immedesimazione del pubblico nella storia, è la recitazione che fa la differenza qui. Tanto di cappello e avercene ancora di attori così.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Viaggi nel tempo
  • Nazisti
  • Castifer/Lustiel
  • Trama non scontata
  • Nulla

 

Poteva essere un’ecatombe ed invece è stata una grande vittoria. Supernatural: 11 anni e mezzo e sorprende ancora.

 

Love Hurts 11×13 1.88 milioni – 0.7 rating
The Vessel 11×14 1.98 milioni – 0.8 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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