The Act 1×01 – La Maison Du Bon ReveTEMPO DI LETTURA 4 min

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Reporter: “And are you excited to be here and make new friends, Gypsy?”
Gypsy: “Well, um, my mom already is my best friend.”

 

Ormai sempre più sulla cresta dell’onda per la qualità dei suoi prodotti, Hulu presenta una nuova serie antologica destinata a far parlare di sé sia per la storia che si appresta a raccontare che per i protagonisti coinvolti.
The Act è un true crime drama che per questa prima stagione, composta da otto episodi, prende in considerazione una storia realmente accaduta che ha recentemente sconvolto l’opinione pubblica americana; al centro di tale avvenimento la figura di Dee Dee, una madre apparentemente e semplicemente preoccupata nell’accudire la figlia malata, che invece si scopre essere lei stessa affetta dalla sindrome di Munchause (stando a wikipedia, disturbo psichiatrico in cui si fingono malattie o traumi per attirare l’attenzione), condannando la figlia ad una vita di malattie immaginarie e di abusi medici messi in atto dalla sua stessa madre. Con una presentazione del genere, non sorprende di certo che l’intera vicenda sia finita in tragedia. I fatti di cronaca attraverso i quali l’opinione pubblica è venuta a conoscenza della vicenda risalgono infatti allo scorso 2015, quando la signora Dee Dee Blanchard viene trovata morta nella sua stessa casa. Da lì, le indagini che ne seguiranno metteranno finalmente in luce la crude situazione nella quale la figlia, Gypsy, si era ritrovata a vivere per lunghi anni.
“La Maison Du Bon Reve” inizia il suo racconto proprio dal ritrovamento del cadavere, presentando sin da subito due differenti archi temporali, uno nel presente che segue l’omicidio appena compiuto e l’altro ambientato ben sette anni prima, quando Dee Dee e Gypsy si sono trasferite nella nuova casa. L’utilizzo delle due fasce temporali è utile per presentare i protagonisti e trasportare lo spettatore nelle loro vicende e nei loro modi di fare, essenziale per far capire sin dai primi attimi, con piccoli gesti o dialoghi apparentemente innocui, che c’è ben altro nascosto sotto questo rapporto madre-figlia. A tutto ciò, va aggiunto come la diverse linee temporali riescano a mantenere alto l’interesse e la curiosità nei confronti degli avvenimenti, rendendo anche più accattivante una narrazione che appare lenta, seppur senza minimamente farlo pesare, ma che trae linfa vitale dalla parte crime, dato che le domande su ciò che sia realmente accaduto in quella casa e come si sia arrivati all’omicidio balzano senza dubbio subito in primo piano.

“Did you look at the sky tonight, sweet girl? And what did you see?
I saw all of the stars hanging up there.
You remember that night all those years ago?
The way the Spanish moss was whispered in the trees. I thought it was a couple of ghosts.
And I told you, look at those stars, not the ghosts. Because the stars are angels and the angels protect us. And you’re my angel. And you protect me, and I protect you.” 

Ma una storia ben narrata necessita inevitabilmente di ottimi protagonisti e The Act copre in maniera assolutamente egregia anche questo fronte. Innanzitutto, nei panni della madre spicca Patricia Arquette, che quest’anno ha fatto incetta di premi per il suo ruolo in Escape At Dannemora, e che qui riesce a portare perfettamente sullo schermo la figura di una donna ambigua sotto svariati punti di vista e capace di far trasparire sia l’attaccamento morboso nei confronti della figlia (e del colore rosa), sia piccoli input di chi nasconde qualcosa. Ottima nella sua rappresentazione anche Joey King, interprete di Gypsy ed eccellente nel mostrare una ragazza costretta ad una vita di privazioni a causa di non ben definite problematiche mediche ma che, allo stesso tempo, lascia emergere quei desideri e quella voglia di lasciarsi andare propri di ogni adolescente. Va menzionata, poi, la figura di Mel, interpretata da Chloe Sevigny, vicina di casa essenziale ai fini della narrazione in quanto utile soprattutto a mostrare le due facce del personaggio di Dee Dee e della sua assoluta capacità di portare le persone ad empatizzare con lei.
Seppur l’episodio scorra in maniera soddisfacente per quasi tutta la sua durata, è con i minuti finale che si raggiunge davvero l’apice. Tutti i piccoli indizi fin qui solo percepiti e le frasi non dette, culminano negli istanti finali dove da una parte è lo spettatore che inizia a vedere davvero la menzogna che si cela dietro la storia apparecchiata da Dee Dee e, a sua discolpa, portata avanti anche da Gypsy; dall’altra invece è la stessa Gypsy che inizia a raccogliere elementi utili a farle comprendere sempre più la falsità della madre. Tutti elementi che, a lungo andare, portano dritti a quanto successo a casa Blanchard nel giugno del 2015.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ottima Patricia Arquette nei panni della madre morbosa
  • Il personaggio di Gypsy con tutte le sue sfumature, alcune già in evidenza, altre pronte a manifestarsi
  • Storia ben presentata e narrata già attraverso il drama quotidiano famigliare ma che ottiene ancora più mordente grazie all’elemento crime
  • L’omicidio più efferato di tutti: frullare la pizza

 

Hulu presenta una nuova serie che ha già tutte le caratteristiche per far parlare di sé. La storia sarà pure di dominio pubblico ma il modo in cui viene portata in scena e la presenza di protagonisti ben immedesimati nei propri ruoli rendono il prodotto già degno di continuare ad essere seguito.

 

La Maison Du Bon Reve 1×01 ND milioni – ND rating

 

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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