“We live in a darkness of our own making… blind to a habitant world all but unseen by us. A world of beings traveling through time and space imaginable to us only as flights of fancy. Who are these beings we dare to imagine but fear to accept? What dark work goes on inside their impossible machines… cloaked from us by invisible forces? If they know our secrets, why can’t we know theirs?” (The X-Files 8×02 – Without)
Il 13 febbraio 2000, in America andava in onda uno degli episodi collegati alla mitologia di The X-Files forse più famoso nel panorama seriale dei fan della serie FOX. In tale puntata, infatti, uno degli interrogativi più longevi della serie riusciva a trovare risposta ponendo fine ad un percorso narrativo che vedeva proprio tale interrogativo come fulcro centrale: la scomparsa di Samantha Fox, sorella di Mulder. “Closure”, undicesimo episodio della settima stagione pone proprio l’accento sulla scoperta definitiva relativamente al presunto rapimento da parte degli alieni di Samantha. Molte discussioni e critiche si sono sollevate dopo questo episodio, specialmente ponendo l’attenzione sul fatto che questa chiusura cozzasse in maniera evidente con accenni e passati sviluppi del caso che avevano posto presupposti diversi per quanto concerne lo sviluppo. Tuttavia, il merito di “Closure” è di progredire, anche attraverso questa chiusura di trama, nella caratterizzazione di Fox Mulder: si tratta di un uomo la cui vita è profondamente caratterizzata e definita molto più da ciò che ha perso, rispetto a ciò che ha trovato. Che quindi il plot twist del ritrovamento di una Samantha viva e vegeta sia stato lasciato nel cassetto dei progetti è sintomatico di un lavoro di sceneggiatura deciso a portare a termine un lavoro caricaturale ben definito.
Perché questo lungo e pedante soliloquio? Perché, a suo modo e con le giuste limitazioni, “Ghouli” è deciso a riportare in scena una eterna domanda della mitologia, a gestire un membro della famiglia degli X-Files ed a continuare a martoriare psicologicamente i due detective del paranormale più conosciuti al mondo. Con un’unica eccezione: “Closure” poneva, giustamente, come elemento centrale della narrazione Mulder, il fratello abbattuto; “Ghouli” preferisce soffermarsi sulla figura di madre di Dana, sul suo animo combattuto mentre mestamente si autocommisera, seduta di fianco a quello che ritiene a tutto tondo essere suo figlio William.
La puntata è ben architettata e narrativamente scorrevole come da tempo non se ne vedevano: sfruttando un apparente nuovo caso, l’episodio porta i due detective su quello che parrebbe essere un nuovo sfondo paranormale. Tuttavia, nascosto dietro il sipario, ecco che rispunta l’aspetto della mitologia della serie, introducendo di soppiatto il personaggio di William e le sue innate abilità paranormali. Messa da parte la questione della paternità del giovane, The X-Files si intrattiene in ciò che gli riesce meglio: raccontare stupefacenti e arzigogolate storie in cui paranormale, metafisica, credenze e speranze si fondono mettendo in mostra un episodio degno del brand di casa FOX.
Non è una puntata esente da lati negativi e/o discutibili, ma la gestione dell’intera storia ed il riuscire a camminare sulla lama del rasoio, destreggiandosi tra una decima stagione praticamente mai avvenuta ed una mitologia fatta a brandelli dalla prima puntata di questa stagione, rappresentano elementi che valgono completamente la visione della puntata. Sicuramente è conveniente a tutti quanti (spettatori inclusi) il fatto che della mitologia venga presa una semplice e misera porzione, tuttavia il lavoro trasposto è più che accettabile e riporta sullo schermo complotti ormai datati (Smoking Man e Skinner), nuovi personaggi (William) e abilità paranormali.
Un altro fattore ancora più entusiasmante e meglio proposto è il parallelismo tra William e Gibson Praise, il giovane il cui DNA è mischiato a quello alieno, fattore che gli ha donato la capacità di leggere nel pensiero. Gibson è un personaggio profondamente collegato alla mitologia degli X-Files e strettamente legato a Fox Mulder, con il quale ha condiviso un anno di vita mentre quest’ultimo cercava di fuggire dai supersoldati.
Gibson e William condividono sia l’elemento paranormale, sia il loro essere ritenuti (in tempi diversi) fattori chiave di complotti e casi di importanza mondiale. Per Gibson, ai tempi, il ruolo fu centrale ma trovò conclusione in maniera a suo modo celere e marginale. Per William si spera che la situazione venga gestita in maniera differente, dal momento che questa stagione e la sua effettiva riuscita si basa totalmente sul buon funzionamento (e recupero) proprio della tecnologia.
“I’m fine. I’m free.” (The X-Files 7×11 – Closure)
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Lost Art of Forehead Sweat 11×04 | 3.87 milioni – 1.0 rating |
Ghouli 11×05 | 3.64 milioni – 1.0 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.