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Twin Peaks 2×12 – The Black Widow – La Vedova NeraTEMPO DI LETTURA 4 min

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24 Aprile 1991

Agente immobiliare:Bene, è ancora in piedi. Dev’essere la forza dell’abitudine.
Agente Cooper: Un’abitudine ha sempre delle solide fondamenta.

Real-estate agent:Well, it’s still standing, almost by force of habit.
Agent Cooper:A little habit can provide a strong foundation.

Archiviato, almeno per il momento e salvo nuove sorprese, il “caso Laura Palmer”, la narrazione si è spostata sempre di più sulle vicende dei diversi e variegati abitanti di Twin Peaks. Solo nella prima parte dell’episodio (all’incirca il primo quarto d’ora) le scene sono le seguenti: colloquio di lavoro tra Bobby Brings e Benjamin Horne, Cooper che sceglie “per caso” un’abitazione chiamata “la villa del cane morto”, l’affidamento del piccolo Nicky al terzetto Andy-Lucy-Dick, la “dolce morte” di Dougie Milford e Nadine che entra ufficialmente nella squadra di lotta libera della scuola.
Fino a questo punto lo spettatore si trova di fronte a una carrellata di piccole gag che hanno lo scopo di catturare fin dall’inizio la sua attenzione, prima di arrivare alle scene veramente “soap” dell’episodio.
Tali gag sono costruite ad arte, rivelando così i personaggi nei loro insoliti risvolti da commedia e proseguendo la narrazione della puntata precedente.
Il fatto che ci sia alternanza tra scene drammatiche e siparietti comici è certamente positivo e dimostra come questa serie sia sempre di più un contenitore di generi disparati e diversi tra loro, tanto che riesce difficile catalogarla in un filone unico. E, tuttavia, proprio questo “amalgama” rischia di diventare, in un certo senso, il suo limite, in quanto sembra che gli sceneggiatori stiano cercando di tirare per le lunghe una storia che non ha più nessun senso di essere senza la sua storyline principale. Si vira in direzione della comedy per cercare di cambiare il registro (il quale, comunque, è molto aderente allo stile di David Lynch che ha sempre unito bizzarro, horror e commedia in maniera tale da straniare lo spettatore) e dare novità, ma non basta.
Anzi, il risultato è quello di rendere ancora più noiose le scene drammatiche e fondamentali, quelle che riguardano le indagini dell’agente Cooper sulla misteriosa Loggia Bianca e la scomparsa del maggiore Briggs, che sono quelle principali e portatrici di quel “misticismo” caratterizzante questa serie. Ma proprio queste ricadono inevitabilmente in secondo piano rispetto alle altre che sono, per forza di cosa, preponderanti.
Allo stesso modo la storyline che dà il titolo all’intero episodio (la famosa “vedova nera” Evelyn Marsh, interpretata da Annette McCarthy) diventa talmente secondaria che quasi viene da chiedersi come possa avere un qualche significato per le vicende di Twin Peaks, se non essere una lunga protesi del racconto che mal si collega con tutte le altre storyline (tanto che è ambientata al di fuori della cittadina).
Questi ovviamente sono solo gli aspetti negativi che l’episodio in questione presenta. Perché oltre a questi aspetti vi è anche una regia attenta e studiata nei minimi particolari, dialoghi efficaci e massime che vengono riprese direttamente da Keats e Shakespeare (scusate se è poco per una serie televisiva) e inserite “apparentemente” a caso all’interno della narrazione. Apparentemente perché, in realtà, servono a rimarcare concetti importanti se visti in relazione ai personaggi e alle occasioni in cui vengono dette.
Tali elementi permettono parzialmente di salvare una puntata che risulta comunque solo di raccordo, fino ad arrivare alla scena finale (guarda caso coincidente con l’unico momento veramente “soapish” dell’episodio) che riporta all’ordine le cose e, come al solito, sconvolge lo spettatore lasciandogli più di un dubbio in attesa della prossima puntata. In America hanno coniato un termine al riguardo: “cliffhanger“, l'”aggancio”, il “rimanere appesi”. In questo caso è lecito affermare che, dopo l’ultima scena, gli spettatori rimarranno “agganciati” sicuramente alla storia, in attesa di sapere che cosa succederà nelle prossime puntate di “Twin Peaks” (sperando che risultino più coerenti e che la trama rientri presto nei binari tracciati dai creatori).

LATI POSITIVI:
  • Gag comiche
  • Dialoghi citazionisti inseriti “quasi” a caso
  • Cliffhanger finale
LATI NEGATIVI:
  • Si sta perdendo il senso del tutto
  • Storyline della Vedova Nera più noiosa che interessante
  • Poco “misticismo”

Puntata di raccordo che infila dentro di sé una gag dopo l’altra intervallate da qualche scena drammatica che la ricollega alla vicenda principale. Il tutto, messo insieme, ha però come unico risultato quello di dare un’impressione di trascinamento, facendo andare avanti la serie per inerzia. Il lato positivo però è il risvolto fantascientifico che sta prendendo la vicenda. La speranza è che si rientri presto sui binari e ci si concentri sulla storia orizzontale, recuperando lo spirito originario di Twin Peaks.

VOTO 2/5 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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