Se si presta attenzione ai crediti o si va a “studiare” l’episodio su IMDB si potrà notare che la sceneggiatura dell’episodio è stata scritta proprio da Yost in persona, indice di una grossa importanza a livello di trama. In generale infatti uno showrunner non si presta quasi mai a fare sceneggiature di episodi intermedi, a meno che non ci sia veramente una ragione importante, cosa che però è difficile da trovare in questa “Sam”. Si potrebbe pensare allo smascheramento finale di Pete o al vero faccia a faccia con il Grandpa, eppure entrambi non appassionano.
E allora perché Yost si è scomodato per scrivere ogni singola battuta della puntata? Questa è una bella domanda che rimarrà senza risposta.
“If you need me to help I need you to fuck the fuck off, you fuck.”
Partendo da fine episodio non si può non menzionare il fatto che Marius sia stato smascherato dalla sorellina minore, soltanto perché ha risposto in maniera veloce e sbrigativa circa i ricordi d’infanzia del suo compleanno tra mamme ubriache. Una banalità, una risposta superficiale ed il castello di carte ha cominciato a cadere. Si potrebbe discutere molto circa la “qualità” di questo fallimento, tuttavia è forse il caso di chiudere un occhio e prenderlo per quello che è perché, se è stato inserito a metà stagione, un motivo deve esserci per forza. Specie se è Yost stesso l’artefice.
Di “Sam” rimane in mente principalmente tutta la storyline che coinvolge Pete e il Grandpa, vuoi per la questione “tradimento” del character di Margo Martindale che permea l’atmosfera, vuoi perché è a tutti gli effetti la parte più interessante dell’episodio. L’introduzione dell’ex impiegato Sam, invischiato sotto diversi punti di vista con Audrey, è sicuramente un punto di forza dell’episodio perché aumenta ulteriormente il livello di dettaglio della trama e questo sicuramente non è un male, ma a parte questo c’è veramente poco altro su cui far presa. Si ok, Marius Pete compie un paio di truffe, Vince comincia a pensare di essere stato truffato e il focus su Otto è funzionale alla sua tridimensionalizzazione, ma c’è davvero qualcosa che può evitare di far sbadigliare?
Il vero problema di “Sam” è quello di cazzeggiare troppo non incidendo in nessuna delle varie sottotrame che tenta di portare avanti, nemmeno Bryan Cranston riesce a dare quel qualcosa in più all’episodio che gli garantisca una sufficienza striminzita.
In fin dei conti, finché si spreca tempo con genitori che svengono alla visione del sangue invece che premere l’acceleratore con qualche colpo di scena, non si può dire di aver dato tutto ciò che si poteva dare. In più una certa prevedibilità generale la si può intravedere in tutte le storyline, quasi come se fossero tutte scene già viste in precedenza in qualche altro film o serie. E se si pensa che è lo stesso showrunner l’artefice di questo mezzo flop allora bisogna riflettere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
The Fury 1×04 | ND milioni – ND rating |
Sam 1×05 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.